La Giusta Ira

Ero intento a scolpire mentre contemporaneamente seguivo il film “La più grande storia mai raccontata”, che a mio giudizio è forse la migliore rappresentazione cinematografica della storia di Gesù. Ricco di simbolismi appena accennati, sobrio nell’esposizione dei dialoghi e nelle inquadrature, senza insulsi effetti speciali e lasciando spazio ad una interpretazione “scientifica” dei miracoli della fede, forse solo con una colonna sonora corale in alcuni punti discutibile e troppo invadente. Ma la cosa che mi ha colpito di più, vista solo alcuni momenti fa, è quando un Max Von Sidow, abbastanza giovane e sempre imponente, che interpreta Gesù, irrompe nel tempio di Gerusalemme e scaccia i mercanti rovesciando i tavoli e liberando dalle gabbie i colombi e gli animali destinati ai sacrifici, gridando che Dio non ha bisogno del sangue degli agnelli e dei sacrifici di animali…. ora questa specifica nota che riguarda gli animali mi sembra non ci sia nei vangeli canonici e non so di quelli sinottici, ma quello che è ammirevole è il coraggio del regista e di quanti hanno realizzato il film d’inserire questo grido per gli animali nell’ambito della drammatica scena della giusta ira di Gesù. Anno di uscita del film: 1965. A quel tempo gli amici degli animali mostravano le pellicce in televisione tanto erano loro amici che li facevano volentieri spellare. Sono passate più di quattro decadi, tutti i film più recenti sul tema non hanno mostrato nessuna sensibilità (che io sappia, se sbaglio qualcuno mi corregga) sulla orrenda pratica di origine pagana e ancora più che mai attuata oggi dei sacrifici di animali, ammessa, tollerata, inserita e consentita dallo sviluppo successivo di questa religione, come del resto è presente nelle altre religioni.

Stanco di questo mondo che non sente nulla

Vita e Morte

Tristezza e dolore, anche all’estero si ride …anzi orrore. Siamo così consapevoli dell’intelligenza delle piante e della loro vita sensibile che lo dimostriamo uccidendoli senza riflettere su nessun problema etico. 
Poi ammiriamo la loro bellezza e le loro funzioni così tanto da distruggerle disinvoltamente, e facciamo vedere ai pargoli umani come sia bello danzare intorno a un cadavere o ad un corpo in agonia che riesce ancora a diffondere l’odore del suo sangue, come ultimo atto vitale della sua generosità, prima di finire nella spazzatura o a pezzi nei forni.

In Memory of One and Every Xmass Tree

Life and Death
Well, it looks like even in other countries, there are so many people ready to insult and deride like little kids in the elementary school sadistically do, when in a perverted fashion, they cruelly mock anyone who is less brave, less cool, less strong, or may have some physical defects or simply is different by them.
And out of the burial recesses of the social media, suddenly myriad of pitiless “zombies”, show up with gags and jokes to deride and hurt the dead roman tree. And supposedly the entire city of Roma. And the news on most channels broadcast and show all over the stocks without shame. What are all you, naughty and snotty nosed people, laughing and mocking about? The city of Roma and its people? Italians insensitive superficial and ignorant are doing the same already, because they are exactly what you are, dull, mindless, without compassion and probably with no soul, because you and them make fun of a living being whose life has been raped and taken away brutally, like that of all the trees in all the squares and courtyards all over the world, for no good reasons at all, other than stand a slow agony in the middle of the squares in the “civilized world” so that all the stupid people can say: “wooow”, “uuuhh”, “ooooh” to a life who’s suffering and dying amid thousands stupid shining lights for fake joy, when a simple candle would be enough to express true joy. If you don’t feel any compassion for this tree and all the other trees sacrificed and the unnecessary bloodsheds of the human feasts, when billions of animals are sacrificed to our “joy”, that means you are more dead and decaying than the tree itself ‘cause: “ Those who don’t feel the death of others are not alive at all”. And we all complain for the climate change and the pollution and despair when hurricanes, tornadoes and floods destroy homes and our sureness believed to be untouchable. And claim to have the right to dispose of other’s being lives as if they were our toys. The world already has become a broken toy in our childish hands, but toys don’t last long when played by the hands of careless and naughty children. And last but not least, please, stop naming ROMA, Rome. ROMA is ROMA it’s an aesthetically and architecturally beautiful and strong logo, for a city that gave an immense contribution to the civilization of the entire modern world. Please do not cripple it anymore. The Roman Empire has fallen long, long time ago, the everlasting Roman culture, achievements and foundations did not.
ennio forina Xmass 2017

Un Albero ucciso è morto! Che sorpresa!

Tree hearthIncredibile!
Un essere vivente, un abete, muore anzitempo, e ci si preoccupa sopratutto della brutta figura, della sua apparenza mentre dai loculi pubblici dei “social”, spuntano come funghi tutte gli zombi insensibili, senza compassione né anima, facendo a gara per ricoprire con lazzi e sarcasmi disgustosi e impietosi un essere vivente. Fingendo di scandalizzarsi, anche o solo per lo spreco di denaro impiegato per avere e per trasportare un cadavere “in fieri” e peggio ancora, ci si preoccupa che la sua agonia non sia durata abbastanza a lungo per far gioire il popolo vorace di “feste”.
Questo è il progresso etico, la consapevolezza del valore della vita esistente? Ripianteranno 10, 100, 10.000 alberi? E che differenza fa? Dove sono i princìpi dei cambiamenti, i segni di evoluzione della mente e dei comportamenti? Quest’albero era stato ucciso comunque, folla stolta che irridi la morte altrui, –
– Chi non sa sentire la morte degli altri, non è affatto vivo! – Era sacrificato per niente in ogni caso, anche se fosse riuscito a dare una illusione di vitalità mentre si decomponeva lentamente. Dobbiamo invidiare tutti gli altri cadaveri decorati sparsi nelle piazze e nelle case del mondo? Questa per me non è festa, ma una dolorosa constatazione che niente è cambiato e niente cambierà finché la mente umana resterà sempre ottusa a raccontarsi le stesse vere storie di orrore travestite da false favole. 
Possibile che questo stupido mondo umano, non sappia che la gioia e la morte non possono coesistere?
Alberi di Natale e bestie da macello; è come dire la stessa cosa, il fatto è che non esistono bestie e alberi da macello. Esistono animali e alberi, da noi bestialmente macellati.
ennio forina

Cosmic Harmony

Proof

 

Quando ho iniziato a scolpire forme umane femminili con rami tagliati da inopportune potature è stato per un senso di rabbia e di frustrazione, per non poter impedire questi massacri periodici fatti per i motivi sbagliati, nei modi sbagliati e nei periodi sbagliati, che di fatto fanno ammalare, alterano la normale crescita e stabilizzazione degli alberi e fanno marcire i monconi di rami amputati che vengono invasi dai funghi e infine causano la morte prematura degli stessi alberi. Ma di tutto questo la gente comune non si rende conto e continua a credere che le potature siano una delle azioni più lodevoli che possano essere intraprese da una amministrazione civica. Io non ho mai sentito venire da nessuna parte  qualche flebile protesta di indignazione per le sigarette consumate a metà che vengono gettate sprezzantemente sul suolo pubblico a miliardi nel giro di un anno, né sentito esprimere una preoccupazione specifica, una campagna sensibilizzante da parte delle istituzioni per scoraggiare, se non impedire questo barbaro modo di disporre dei resti dei propri vizi né da parte di nessun condominio o singolo cittadino protestare pubblicamente per i marciapiedi coperti da questi residui tossici e pericolosi. Ma per le foglie degli alberi sì. Non c’è un condominio di questa città che non si preoccupi in modo prioritario della presenza al suolo delle foglie degli alberi e non delle sigarette. E in questo caso alle proteste seguono gli interventi autonomi e quelli pubblici quasi senza esitazione. Le foglie degli alberi che non solo non sono tossiche ma hanno la funzione di arricchire il suolo mediante la disgregazione enzimatica delle loro strutture e quindi di dare il giusto nutrimento alla pianta stessa che le ha prodotte per quanto queste sostanze possano attraversare la prigione di asfalto che racchiude le radici. Ma le piante sono intelligenti  molto più intelligenti di quanto si possa comunemente supporre, e trovano il modo di sopravvivere nonostante noi facciamo di tutto per impedirglielo. Ma la ragione che segue questa mia riflessione è un’altra: altrove ho parlato delle false convinzioni che sono stabilite nella cultura generale riguardo le potature degli alberi, qui , invece voglio parlare di un’altra evidenza che ho scoperto per “serendipity” nel momento in cui progredivo nello scolpire la mia seconda statuetta in un tronco di un pino. La mia prima scultura era ricavata da un piccolo ramo di platano abbandonato al suolo nel mese di giugno inoltrato, periodo in cui di consueto vengono fatte le potature, almeno qui a Roma incuranti del fatto che se un albero emette dei rami e genera le foglie vuol dire che sta effettuando una procedura biologica e biochimica imparata in milioni e milioni di anni, la stessa che ha consentito a tutti gli esseri viventi (compreso noi) di esistere e che ci permette di utilizzare il risultato di questa intelligenza vegetale per fare tutte le nostre stupide cose, senza nemmeno un pizzico di gratitudine, pensando che sia scontato che qualcosa nella natura ci abbia dato l’aria da respirare, – così per grazia ricevuta, – ma noi invece di essere riconoscenti ne disponiamo nei modi più ottusi. Dunque, quello che ho scoperto lavorando sul mio primo rametto di pino era che man mano che la figura prendeva forma nelle sue parti, nel torso nei seni nelle cosce, nei glutei, i cerchi concentrici delle varie età dell’albero si disponevano in modo armonioso parallelamente all’armonia da noi riconosciuta ed ammirata delle forme femminili. Tutto il corpo femminile nelle varie parti era segnato  e sottolineato dalla bellezza delle striature e più un elemento del corpo risultava progressivamente ben fatto, più le striature assumevano un disegno più fluido e bello e assecondando ed esaltando le curve e gli spessori, come fossero un abito trasparente aderente al corpo. Non è la bellezza di una formula matematica, perché la matematica come la intendiamo noi vale solo in questa nostra dimensione di mezzo, mentre nel microcosmo quanto nel macrocosmo non funziona affatto così. È il ritmo della vita universale che è armonioso e creativo, erratico e anche nelle sue discordanze è bello proprio per questo… Si pensi cosa sarebbe il cielo notturno se le stelle fossero disposte in ordini geometrici riconoscibili e schematici. Oppure lo skyline di una catena montuosa che invece di essere irregolare e frastagliata fosse fatta di parallelepipedi messi in bella fila. O che le onde del mare si disponessero allineate con le loro increspature bianche, come fossero i soldatini di un esercito di secoli fa, che avanza a farsi massacrare. Come se un gruppo di ingegneri umani avesse il compito e il potere di sistemare una porzione di universo secondo i nostri criteri, facendo quello che gli architetti umani fanno nel progettare i nuclei civici, cioè i nostri sepolcri abitativi. Palazzi e grattacieli come parallelepipedi o cubici o triangolari con finestrelle tutte uguali come  le aperture di loculi di un cimitero vivente. Anche se adesso si cerca di osare delle distorsioni più audaci e meno scontate ma ancora con scarso successo. File di alberelli monotone a fiancheggiare percorsi, strade e aree d’erba degradate a tappeti uniformi.

Ma il cosmo non è così, se non basta quello che possiamo vedere e non guardiamo quasi mai dai nostri consueti punti di osservazione, basta vedere la foto del telescopio Hubble che evidenzia la caoticità armoniosa del cosmo e basta guardare dentro le intime strutture atomiche dei nostri corpi o della materia, che sempre solo nella nostra dimensione di mezzo, riusciamo a plasmare e costringere in forme lineari geometriche precise, ma anche all’interno di questa materia c’è un apparente ma evidente caos. Ma in ciò che chiamiamo Natura tutti i caos sono dinamicamente impegnati a cercare una armonia, una stabilizzazione non definitiva, che nelle nostre limitate capacità sensoriali tuttavia decifriamo come “Bellezza”.  Ecco perché io sostengo che sia l’intelligenza che l’armonia e quindi la bellezza che dall’intelligenza deriva, sono la stessa cosa in  tutto l’universo. Noi non siamo più intelligenti di una pianta perché abbiamo realizzato costruzioni macroscopiche con le combinazioni che hanno prodotto materiali inediti.  Abbiamo realizzato queste cose perché i nostri organismi erano adatti a utilizzare l’intelligenza unica universale in questi modi e a sviluppare questi risultati. Noi siamo l’orchestra, non la musica, siamo le note, non il compositore. L’intelligenza che ha ideato e poi realizzato la piuma di un uccello non è l’intelligenza di quel singolo uccello, ma è l’intelligenza fondamentale che comprende tutte le intelligenze particolari ed è l’intelligenza cosmica.

Abstract from: “A Different Evolution” ennio forina

Un’altra Alba senza Te

Vado a letto, ed è un’altra notte senza te.

Mi sveglio ed è un’altra alba senza te.

I nostri gatti stanno vicino e mi guardano,

penzolando dai mobili e dal lavandino.

Fuori dalla finestra il Timo sorride,

attraverso il vetro polveroso

e il basilico saluta anche.

Stancamente faccio un po’ di caffè.

Ora c’è sempre molto caffè nel vaso

e non devo riempirlo così spesso,

non come dovevamo fare prima,

perché è un’altra alba senza te.

Sono seduto dentro un raggio di sole in cucina

ed è un altro mattino di sole senza te.

Vago attraverso le mie ore del giorno

in tutte le stanze “vuote”,

che sono ancora piene di te,

ma è proprio un’altra mattina senza te.

Desidero sedere con te

e mangiare qualcosa insieme,

penzolando al balcone

nel pomeriggio assolato.

Cammino ancora a volte in città

per le strade strette

dove camminavo con te,

o nel parco, come facevamo di solito.

Ma adesso le strade sono solitarie

e anche il parco è coperto da silente nebbia.

So che non dovrei lasciarmi andare,

perché se io fossi dove tu sei

e tu dove io sono adesso,

non vorrei che tu fossi così triste, 

sola e indifesa per avermi perso,

vorrei che almeno ci fosse

un altro me al tuo fianco

per proteggerti come ho fatto io

e restando in te lo stesso.

Non potrei pensare diversamente ora,

qualcosa si perde lungo la via 

ma ci sono sempre altre possibilità

perché l’essenza di noi si trasforma,

e fonde insieme in altre realtà e resta

una volta che il contatto è avvenuto

non può svanire, lo so per certo.

Mi piacerebbe portarti al mare di autunno,

sdraiarmi con te sulla sabbia splendente,

e toccare delicatamente le tue labbra salmastre.

Ma adesso sono sospeso nei miei pensieri solitari

per tutte le cose che tu avresti amato fare

e che avrei amato fare anch’io.

Ci sarà un altra alba senza te?

Un’altro triste giorno e solitaria notte senza te?

Ci saranno di sicuro altre tristi albe

e solitarie notti davanti a me,

ma nessuna di queste, amore,

sarà mai senza Te.

ennio forina   march 11, 2017

versione in italiano

Perfetto Amore

Molte persone soffrono per le variazioni dei sentimenti di amori che iniziano sotto la spinta di impulsi vitali generici e naturali, e poi inaspettatamente esauriscono la loro energia quando le funzioni che li hanno fatti nascere sono state compiute. Quasi sempre, nessun altra energia va a sostituire quella originaria, perché è una energia indotta, non propria, come il respiro e il battito del cuore che hanno in sé la loro stessa ragion d’essere.

L’amore perfetto è quello che deve poter nascere e crescere nell’intelligenza dell’anima, nello scambio continuo di conoscenza acquisita indipendentemente, per poi essere condivisa, e deve saper modificarsi nell’ambito di una sempre rinnovata conoscenza. Paradossalmente, si deve essere portati ad esperienze dell’anima estese, separate e da soli, per continuare ad essere uniti e insieme. E per essere sempre uniti fisicamente è necessario continuare a viaggiare mentalmente in modo individuale. In altre parole essere continuamente dei nuovi sé stessi, per essere uno in due.

Ma questo molte coppie umane non lo fanno perché non saprebbero nemmeno da dove cominciare, costruiscono la loro vita insieme su basi biologiche, epiteliali e culturali, non intellettive. Ho scritto in un mio aforisma che gli amanti dovrebbero sostituire il verbo “amare” con quello di “conoscere” e dichiarare i loro sentimenti in questo modo: “Voglio conoscerti…e lo vorrò sempre nel tempo” invece di dire “Ti amo per sempre” . Poiché l’azione di amare è una azione “riflessiva”, significa: ho questo sentimento per te ma che fa bene a “me” e serve a me, e quindi ha in sé limiti e difetti per via della sostanza di cui manca e non è preparato ad affrontare le variazioni a cui tutti gli esseri viventi sono soggetti nel corso della vita. Mentre il desiderio di conoscenza non ha limiti e non risente di nessuna variazione, esterna o interna, nel bene e nel male, nella salute e malattia, nella ricchezza e nella povertà, nella bellezza e nella sua decadenza. Il desiderio di conoscere l’altro, sempre, è la chiave dell’unione perfetta…

ennio forina

Travel Notes

Nowadays, the human kind travels

too fast from point A to many points B,

thinking to have known them

having been able to be there and seen them, 

and in the illusion of finding in point B

what hasn’t been able to find in point A.

But this way of traveling is always too fast

and its soul becomes always slower,

therefore doesn’t learn anything by traveling

not by the route, neither by the destination.

In my lingering times I traveled a lot,

even though I took only a few

fast means of transportation,

and I have reached few far away destinations.

But I traveled always inside me,

and instead of leaving to find other worlds,

I let the other worlds to travel inside me,

because above all,

I am a Traveler of the Mind.

 

ennio forina

I’d just like to stress the fact that the urge of traveling always, is becoming an unreasonable addiction…going places, going nowhere…

Viaggiatore della Mente

Oggi l’umanità viaggia su un mezzo

troppo veloce da un punto A ad altri punti B,

pensando di averli conosciuti

per essere stata ed aver visto quei luoghi,

e nell’illusione di trovare nel punto B

quello che non ha saputo trovare nel punto A,

ma questo mezzo è sempre troppo veloce

e la sua anima sempre più lenta,

quindi non impara nulla viaggiando,

né dal percorso né dalla destinazione.

Nei miei tempi di attesa io ho viaggiato molto,

anche se sono salito su pochi mezzi veloci

e ho raggiunto poche destinazioni.

Ma ho viaggiato sempre dentro di me

e invece di partire alla ricerca di altri mondi,

ho lasciato che altri mondi viaggiassero dentro me,

perché sopratutto…

sono Un Viaggiatore della Mente.

 

ennio forina

 

I’d just like to stress the fact that the urge of traveling always, is becoming an unreasonable addiction…

The Black&White Syndrome

Between Black and White

there are shades of Grey,

but sometimes Grey

is darker than black.

 

ennio forina

By reasoning profoundly, everyone should be able to understand that humans are
not like the pawns of a chess game, that can be easily separated between black and white.
But quite often they swing from one to the other color, turning into many different
shades of grey, more obscure than the black itself.

Nella Profondità dei Sentimenti.

Noi tutti vorremmo che ci fosse un essere supremo che intervenisse ad aiutare le nostre vite e le vite di chi amiamo. Noi tutti vorremmo un rifugio sicuro dove passare la notte senza essere aggrediti come prede o senza essere catturati da altri come noi, fatti schiavi, torturati e uccisi, come è avvenuto tante volte nella storia e come tuttora avviene e continuerà a succedere. Ma se ci fosse per noi e per gli altri esseri viventi un paradiso in terra precostituito e preconfezionato, non ci sarebbero nemmeno gli organismi diversi e forse non ci sarebbe la vita organica, poiché la vita organica, quella vita che amiamo è anche imperfetta e dolorosa. Ma in questo contesto non c’entra Dio e non centra il diavolo. Il male e il bene sono vie, sono percorsi, non sono entità. Quello che è vero è che la natura, cioè l’insieme organizzato di cellule viventi è nata libera, libera di inventare e di reinventare se stessa – e anche di sbagliare -. La realtà è che noi siamo stati una “invenzione” naturale promettente, ma in gran parte abbiamo deluso le aspettative. Le mani, non la ragione, ci hanno dato il potere di dominare sul mondo vivente, ma senza il sentimento, questi strumenti sono diventati strumenti di distruzione più che costruzione, perché l’energia che le muove è quella della predazione più bieca. Non dobbiamo lamentare l’assenza dell’aiuto divino né attribuire le nostre colpe ai demoni. Un paradiso non deve essere regalato ma conquistato con le buone intenzioni con l’uso dei sentimenti e della saggezza. Ora, la nostra specie ha superato di gran lunga la crudeltà di altri feroci e impietosi predatori. Abbiamo popolato i nostri siti di mostri irreali ai quali sacrifichiamo vite reali perché abbiamo e stiamo ancora puntando tutte le nostre energie e interessi sul dominio della vita per i nostri vantaggi e non sulla comprensione della stessa. Questa attitudine è altamente distruttiva nelle prime fasi e auto-distruttiva nelle fasi successive e finali. Non serve il Karma per prevedere che la punizione del male è insita nell’azione stessa del compiere il male e e arriva sicura nel tempo. Che cosa faremo, quindi noi che vogliamo continuare ad amare la vita con questa tremenda consapevolezza del male in essa presente e sapendo che presto comunque tutto potrebbe finire? Continuare ad amarla ed amarla sempre di più perché è nella Vita Universale la risposta a tutte le nostre domande. “Dio” come un nome con un genere ed un numero è il risultato del pensiero circoscritto umano. Il dio che esiste non è quello che si descrive o si nomina, ma quello che si“sente” e questo è l’unico modo di conversare con questa essenza incomprensibile alle menti, ma vera nell’intuito e nei sentimenti più profondi.

Elementi di Verità

Quando si usa la capacità intellettiva per la conoscenza reale delle cose piuttosto che per l’affermazione di opinioni precostituite proprie o altrui, non si potrà coltivare questo virtuosa attitudine senza essere liberi da legami stretti di ordine ideologico, politico o religioso, perché solo per mezzo del libero pensiero sarà possibile veramente discernere e apprezzare gli eventuali elementi validi che possono essere contenuti comunque anche in ciascuno di questi ordini. Gli ordinamenti sociali variano da generazione a generazione e all’interno di esse e non sempre sono giusti, spesso sono costruiti come modi forzati di coesistenza che recano nelle loro strutture diverse molte imperfezioni e deformità, ma anche  per i loro aspetti giusti e necessari, essi valgono solo nell’ambito di una indispensabile, imperfetta e migliorabile coerenza sociale per il bene comune, ma non sono assoluti  e devono essere considerati come livelli dell’evoluzione di una etica più giusta possibile.
Sono sempre stato un cercatore di ragioni se non di verità e non ho mai preteso di trovare una “Verità” assoluta, ma solo elementi di essa, per usarli come pietre miliari rivelatrici del nome della via che stavo percorrendo e al tempo stesso come indicazioni certe della sua direzione. Vi sono verità relative alla nostra dimensione, alle nostre percezioni e vi sono verità fondamentali, ma non sono fatte di una unica entità e di sicuro non sono contenibili in nessun libro sacro, codice delle leggi o trattato filosofico, perché la loro percezione va al di là delle nostre strutture mentali, culturali e linguistiche, oltre i nostri miti, le illusioni e le ansie e le nostre paure, oltre i sistemi sociali, le rigide analisi scientifiche ed i diversi costumi di pensiero dei popoli. Sono verità o meglio parti di verità ineffabili che possono solo essere intuite, rilevate da capacità sensoriali estese e profonde ma non possono essere descritte né con le illusioni dei miti né con la logica opportunista e razionale dominante nella mente umana, che ha reso questa specie “almeno per ora” dominatrice del Pianeta.