Il Clima cambia perché la mente umana non cambia.

La ragione del cambiamento climatico non deriva direttamente dall’inquinamento ambientale, ma dall’inquinamento della mente umana che da millenni ha creduto, sbagliando, di poter appropriarsi impunemente di questo pianeta e di tutta la vita che ospita, pensando, con ogni tipo di pretesto fantasioso che il pianeta stesso gli appartenga .
Le giovani generazioni che ora manifestano per arrestare questo processo al grido di: – Salviamo il “nostro” mondo e il “nostro” futuro! –
dimostrano di non aver capito che è proprio nell’idea e nell’uso dell’aggettivo “nostro”, l’origine del devastante impatto delle egoistiche attività umane, del male e delle sofferenze che facciamo subire agli altri esseri viventi, e che fra non molto inizieremo a subire anche noi in pieno.
Il pianeta non è “nostro”, non lo è mai stato, noi siamo solo le cellule impazzite di un organismo che nella loro crescita esponenziale e con le loro azioni, con lo sfruttamento incontrollato, hanno spezzato tutti gli equilibri
e stanno distruggendo gli altri organi sani dell’organismo Terra .
Non si può sperare di arrestare un così immane e devastante processo , inneggiando alla ragione principale che è la causa del processo stesso;
il letale e nefasto pensiero che il mondo sia “nostro”.

Ennio Romano Forina

Comma 22 dell’Amore e della Gelosia Insana

Siccome l’amore vero è altruismo puro, come quello di una madre per i suoi figli, non può mai essere possessivo e violento e quindi non può diventare egoistico e distruttivo con il pretesto di eventi e cambiamenti, non essendo tale la sua essenza.Si devono quindi distinguere due tipi di gelosia, di segno e natura opposti,una è la gelosia del possesso e della dipendenza da una persona come se fosse una droga, compensativa di una carenza, di un vuoto nell’anima, l’altra è quella della cura, della protezione e della dedizione alla di qualcuno che si ritiene prezioso e che si vuole difendere da tutto ciò che è espressione di volgarità, brutalità e barbarie, nel rispetto delle reciproche libertà di scelte ed esistenziali. La prima forma di gelosia esprime la prepotenza insita nell’idea insana che qualsiasi legame generato da un’esperienza di conoscenza debba essere per forza indissolubile, cosicché questa gelosia possessiva diviene un serbatoio di energia distruttiva che può facilmente esplodere nella violenza, l’altra è una pura espressione di amore che non può mai essere violenta se è vera, perché l’amore vero non può essere violento altrimenti non è amore.
Così qualsiasi gelosia che diventa violenta, non può mai essere una degenerazione dell’amore, poiché la violenza è antitetica all’amore, ma è una degenerazione incontrollata della prepotenza “mistificata” da amore.
Non si invochi mai quindi l’amore né una“tempesta emotiva” come attenuanti alla violenza della prepotenza e della gelosia del possesso,
che è del tutto priva di veri sentimenti di amore.
Ogni azione criminale contro le donne, ogni femminicidio passionale, presuppone in sé una premeditazione cuturale, perché chi lo compie, di fatto ha stabilito e coltivato nella propria mente il concetto che amare significhi possedere.

Ennio Romano Forina

L’Anima del Gigante e i Nani dell’Anima


Ho scritto questo poema il 22 Febbraio 2018, dopo aver visto il filmato di un Toro che nell’arena di una corrida, si è ribellato fieramente al gioco infame riuscendo a saltare oltre le barriere, invadendo i palchi alla vana ricerca della sua libertà e ora pascola nei campi puliti del cielo, sopra il marciume di questo mondo umano.

I wrote this poem, based on a real filmed event of a couple of years ago, when a bull was able to jump over the fences trying helplessly to reach his freedom over this human rotten world.
“HO SOGNATO IL TORO NEI PRATI LIBERI DEL CIELO, MACCHIATI SOLO DAL ROSSO DEI PAPAVERI E NON DEL SANGUE…”
Ho visto il Toro scavalcare lo steccato e arrampicarsi sugli spalti,
ho visto la sua dignità, la sua anima, nell’anelito di libertà.
Ho visto fantasmi sui palchi, ebbri di sangue vermiglio
fuggire vilmente all’impeto del coraggio e della ribellione.
Ho visto poi il Toro arrancare nella gabbia di panche
troppo intricate che imprigionavano impietose le possenti zampe
su un crinale di colle proibito, inaccessibile per lui.
Oltre l’arena infame, forse c’erano liberi, ma irraggiungibili
i prati splendenti nei raggi del sole,
dipinti di verde e soltanto del rosso dei papaveri
ma all’interno dell’orrendo festoso cerchio mortale
solo un sole di sangue bagnava la sabbia
calpestata da demoniache figure di grumi sinistri.
Malefiche ombre scatenate per dare tormenti di lance e pungoli,
forgiati nelle fucine d’inferno,
ed eroi fantocci sui costretti cavalli, ricoperti dalla gloria del nulla,
mentre dagli spalti e dai banchi ondate di perverso clamore
e urla di piacere inneggiavano ai colpi di pungoli e sprizzi di sangue.
“Breaking news!: Per i media: “Il dramma sfiorato!”
Nessuno ucciso, nessuno ferito!
Nessuno”. Dunque il Toro è nessuno?
Solo rantolo di morte e di sangue?
IL SOGNO
Ma più tardi, la realtà di una cronaca confluisce in un sogno
e io ho sognato il coraggioso Toro, sconfitto
ma non dalla morte umiliato,
ho visto il suo corpo nell’arena esplodere in mille getti di sangue
che si riversavano sugli spalti della cerchia infame
gremita da umane sinistre figure piccole e grandi,
dalle bocche bavose e braccia esultanti,
occhi di vetro ed ebbri di scherno
del dolore inflitto a intervalli di morte
ho visto la loro sadica voluttà nel vedere
la forza ansimante di bava sanguigna
privata pezzo a pezzo dal nobile corpo possente.
Spettatori gaudenti del male e della sofferenza,
frementi dalla bramosia del sangue,
che ora ricadeva su loro e tutti cercavano di coprirsi
e ancora dimenandosi volevano farlo scorrere via
ma il rosso fluido continuava a coprirli
e macchiava vestiti, corpi e volti continuando
a fluire dal corpo lacerato del Toro ribelle,
in mezzo alle file di comode panche.
Fiumi di rosso continuavano a uscire come soffi di fuoco
schizzando in alto, eruttando fiotti di lava rubino
che colmava gli spalti scendendo in rivoli e torrenti
trascinando nei gorghi e in fondo tutta la folla
che adesso più non rideva, e travolta,
alla fine affondava in una marea rossa spenta di urla,
mentre ormai nel centro dell’arena già colma,
altre mille bocche di sangue si aprivano
dei mille e mille Tori uccisi nel tempo.
IL RISVEGLIO
Ma i sogni sono solo sogni
e tutto questo non accade e non avverrà.
non in questo modo, non in questo mondo, non in questo tempo.
Tutti i Tori incolpevoli sono morti così, trafitti e smembrati,
uccisi già moribondi e stremati, da spade vigliacche,
uccisi due, tre, cento volte e solo per sadico gioco,
costretti alla rabbia dai giocolieri di morte,
dai mille anni prima e forse ai mille futuri,
finché questi occhi umani godranno del dolore e della morte altrui.
E il diluvio del sangue non è un sogno,
né un’illusione è l’orrenda, continua realtà
ma, mentre l’anima dei Tori sale libera nei prati verdi del cielo,
qualcosa davvero si perde e affonda per sempre
sono le anime spente soffocate dal sangue che hanno fatto versare.
E tutti quelli che godevano nel vedere quel sangue
dalle narici e dal corpo generoso, sgorgare fumante,
alla fine credono di poter uscire indenni
dall’atroce scena, con i loro corpi e vestiti puliti,
ma sono le loro anime per sempre macchiate
dalla rossa scia di sangue e di sabbia del corpo trascinato via.
Escono ridendo e soddisfatti dall’odore di morte,
senza sapere di aver lasciato in quel luogo di morte perversa
anche le loro spente anime, nel sangue dell’arena a imputridire.
Ennio Romano Forina 2018

Forever “8”

Le feste si fanno per celebrare le vittorie, per la fine delle guerre, delle invasioni, delle tirannie e delle ingiustizie, ma sappiamo bene che nella realtà attuale non è finito niente per la maggior parte delle donne che continuano a subire molti degli stessi soprusi che subiscono da secoli a vari gradi e livelli. Ed anche nelle situazioni più rosee, l’egemonia maschile continua ad imporre ovunque al genere femminile condizioni esistenziali durissime.
Si dovrebbe invece celebrare un processo, in cui il genere maschile universale è stato ed è tuttora imputato di una violenza collettiva e continuativa sull’anima e sul corpo delle donne, che le priva dei diritti fondamentali e le obbliga a subire violenze motivate da pretestuose e false ragioni, preconcetti ridicoli e dettami fantasiosi di origine ultraterrena.

Al contrario, questo dovrebbe essere il giorno del pianto e del pentimento, del riscatto, della restituzione e della resa e quindi del pagamento dei danni di una guerra che il genere maschile ha di fatto dichiarato alle donne da millenni, mentre questa celebrazione folkloristica si consuma nell’arco di un sol giorno come un fuoco di paglia senza influire sull’ingiusta e oppressiva condizione attuale di miliardi di donne nel mondo. Meglio sarebbe se i governi ed i parlamenti di tutto il mondo fossero pervasi da un nuovo pensiero illuminato e dall’ammissione di un crimine che è ancora in corso d’opera.

Per fare qualcosa che veramente tenda ad ottenere la fine della schiavitù delle donne, e realizzare una vera rivoluzione etica che condanni chi è colpevole e liberi chi è schiavo, si devono cercare i moventi che hanno spinto al delitto generazioni e generazioni di uomini che nella loro gretta ignoranza e abbietto egoismo sono andati contro e hanno fatto soffrire le stesse donne che li hanno generati, nel perpetrare la falsità di una pretesa inferiorità del genere femminile. Quindi la domanda è: quali sono le ragioni e perché questo è potuto succedere?

Le aggregazioni di uomini si sono sempre fatte la guerra tra loro per dominare, depredare e imporre le proprie credenze e i propri costumi, ma su una cosa tutti i popoli maschili del mondo in ogni epoca sono sempre stati d’accordo: sottomettere le donne privandole di tutti i loro diritti e della libertà e di fatto di renderle schiave delle esigenze maschili con scuse artefatte ed ignobili, imposte sfruttando la maggiore forza fisica ma sopratutto con il complotto numerico ai loro danni. Il genere maschile ha da sempre sostenuto queste falsità per sottomettere e sfruttare le donne a suo vantaggio e per garantirsi una sicurezza esistenziale che da soli gli uomini non hanno, ma avendo imparato nel corso dell’evoluzione a collaborare per sopravvivere alle situazioni ambientali, ai pericoli, agli attacchi dei predatori più grandi, hanno sviluppato la capacità di aggregarsi che alle donne interessa meno per via della loro essenziale funzione di generare nuova vita che si svolge in un ambito esistenziale più circoscritto e ha per loro naturalmente una importanza primaria ma che non esclude tutte le altre attitudini di libertà e genio di cui sono state rapinate. 
Moltissimi maschi umani sono come animali smarriti che senza un riferimento femminile vagherebbero senza direzione e senza ragion d’essere e le donne rappresentano il loro riferimento esistenziale, il porto sicuro che calma e fuga le loro angosce, il sedativo dei loro terrori primari e il trastullo egoistico superficiale dei loro sensi, non per dare ma sopratutto per riceverne soddisfazione, altrimenti se così non fosse stato, se fossero stati amanti sensibili e altruisti e non rapinatori, non le avrebbero mai sottomesse. L’evidenza sta nel fatto che per garantirsi una stabilità che da soli non hanno, invece di evolversi dotandosi di una loro propria direzione esistenziale, hanno scelto la via più semplice e brutale: la predazione e il parassitismo attaccandosi e sfruttando la stabilità innata che ogni femmina ha in sé, avendo la certezza esistenziale generatrice ed anche una relazione più intima ed intelligente con l’intelligenza della Vita…ciò che definiamo Natura. 
Persino le menti illuminate di filosofi come quelli greci antichi sono cadute nella mistificazione evidente della realtà ignorando e disprezzando le capacità intellettive delle donne che non solo non sono inferiori agli uomini ma li superano in molte espressioni di intelligenza pratica e speculativa ed anche in intuito e percezione. Tant’è che un altro aspetto vergognoso del crimine millenario maschile è stato quello dell’aver sempre inibito, represso e impedito le loro attitudini intellettuali e artistiche e aver steso un velo di oblio sul pensiero storico femminile, imponendo anche alla scienza un carattere arbitrario e prepotente maschile.

È quindi la paura del maschio la causa primaria di questa immane ingiustizia che risiede nella natura stessa di un animale che anche se non è dotato di zanne ed unghie di fatto, le possiede nel suo cervello e che lo rendono il predatore più feroce e prepotente che sia mai esistito su questo pianeta. Nella combinazione nefasta degli elementi paura, vuoto, forza fisica e capacità aggregante degli uomini insieme alla predisposizione della mente umana a distorcere le evidenze a proprio vantaggio, risiede la fonte di questa persistente vergognosa ingiustizia che le donne ancora subiscono dal pensiero circoscritto della maggior parte dei popoli e che in tutte le epoche e culture ha assunto forme e dimensioni mostruose e nel tempo ha causato e causa sofferenze immense a loro danno. Senza questa consapevolezza le cose non cambieranno di molto e per molto tempo, sempre se la inarrestabile follia predatrice e distruttiva umana consentirà a questa specie ed al mondo di avere ancora un po’ di tempo per cambiarle. Ennio Romano Forina

Riposando su Marte presso l’acqua. Resting on Mars near the water.

Too Good To Be Forgotten…”
Le buone memorie arricchiscono,
le cattive possono rendere più saggi.
Ma abbiamo bisogno di mantenere nelle nostre menti e anime tutte le esperienze, perché quello che è stato buono diventa direzione e quello che è stato cattivo diventa conoscenza e la capacità di discernere fra i due stati. Ennio Romano Forina