La Formula dell’Amore

Non si può essere capaci di amare

se non si hanno un cuore e un’anima sensibili

e allenati ad amare

e se si hanno questi due elementi

non è possibile che si possano MAI mettere da parte

né per poco, né per lungo tempo,

lasciando soffrire un’altra anima.

Così, se qualcuno nella vita vi ha ferito e fatto soffrire

per essere già impegnato in altri amori qualsiasi,

non vuol dire che non abbia amato voi perché ami altri,

siano persone o coniugi o i propri figli,

ma di non avere affatto la capacità né la volontà di amare

e quindi di donarsi ed essere sempre presente

ne a voi né a nessuno.

Molti credono che l’amore per i figli

debba trascendere e superare qualsiasi altro amore.

Falso.

Se l’Amore esclude altro amore, non è amore ma possesso.

La garanzia della propria continuazione attraverso i propri figli.

Puro egoismo che agisce nell’illusione di colmare

il proprio vuoto determinato dall’incapacità di amare

e di essere leali nell’Amore.

Quando il miracolo di amore si realizza

in una fusione e non in un inconsistente possesso,

due anime si uniscono

così che l’una non può ferire l’altra

senza ferire anche se stessa.

L’Amore è l’unica ricchezza che si rigenera

e aumenta il suo valore sperperandola.

.

Ennio Romano Forina

Meditando l’Amore in una Notte d’Estate

MEDITANDO L’AMORE D’ESTATE

Perché scrivo spesso versi d’Amore?


Perché l’Amore è la ragione di tutto ciò che esiste, 


non vi è azione che non sia da un impulso d’amore generata, 


ed ogni essere vivente è inesorabilmente immerso 


nel fluire di questa energia universale,


che al tempo stesso lega e libera le anime 


nell’infinito divenire di gesti creativi,


tanti quante nel firmamento sono le creative stelle.


Ma non è da tutti saper amare,


vuol dire conoscere un’altra anima


che schiude le sue ali per alzarsi in volo


ed avere ali altrettanto forti da poter affiancarsi a lei


nel temerario viaggio dell’amore, 


il più difficile e aspro viaggio che vi sia.



Vuol dire avere nostalgia della sua essenza,


attraversare i confini del suo vibrante impero,


ma non si può conoscere un’anima di sentimenti piena 


avendo un’anima misera e senza nutrimento.

Nelle unioni di ogni tempo, antiche e nuove,


si offrivano doni e beni a garanzia


della sussistenza di una famiglia, 


lo fanno tutti gli esseri viventi,


ma gli animali nella loro cristallina essenza, 


donano vite e anime insieme

alla compagna 
senza esitazione,

non così fanno gli umani,


che si presentano impreparati all’appuntamento dell’amore


pensando di aver trovato nella persona amata

tutta 
la ricchezza e di poter finalmente bere

impunemente alla fonte stessa dell’amore,


per colmare ciò che a loro manca.

Ma non potranno mai dissetarsi dell’anima altrui, 


non potranno mai rapirne l’energia vitale


perché le due anime per poter amarsi


devono già essere piene di diverse forme 


della stessa sostanza d’amore,


sì da poter di una stessa energia vibrare 


ed essere infine a quella eternamente avvinte.



E questo vale per ogni forma vivente


che proprio di questo Amore vive e si nutre


o non sarebbe viva e vera.


Allora, se si è dotati di energia d’amore,


si può iniziare il viaggio
 della conoscenza vera

di un’anima libera,
 volando insieme a lei 


come fanno gli uccelli nelle migrazioni,


sapere quando assecondare la sua indole


sapere quando è necessario tenerla stretta,


ma non per trattenerla,


solo per impedire che si faccia male a volte,


volando troppo in alto.



Serve coprirla di tenerezze e di sorprese,


serve essere sempre presenti


e quando occorre, allontanarsi da lei.


Come una pianta, ella ti dice quando ha sete,


allora dissetarla nel modo giusto quanto lei vuole,


capire quando serve calore e sicurezza,


serve proteggerla, aver cura di lei, farle dimenticare le ferite,


serve toccarla con mani d’artista, di poeta e mani d’eroe,


serve sfiorarla con i versi del cuore e della mente,

serve rassicurarla con parole giuste e forti,

serve prenderla per mano se è smarrita,


e condurla nella tua certa direzione,

ma serve lasciare che sia forte per sé stessa.

Di un impetuoso amante serve il fuoco e la passione

e le serve il fascino dell’intelletto che va oltre,


serve farla ridere, stuzzicare, provocare, giocare,

eccitare, incuriosire, lasciarla nascondersi nell’ombra

o splendere nella luce del suo sole quando vuole.

Guardare il rosso dei tramonti con i suoi occhi e non i tuoi,


accettare i suoi momenti oscuri come si accetta il calar del sole,


il buio della notte e la tempesta e il desiderio di stare sola,


e in te per una rinata vita voler crederti una stella, 


un faro da seguire, un rifugio e una dimora per riposare.



Ma se non sei pronto per affrontare tutto questo,


se pensi che il suo sorriso, i cuori e i “ti amo” che ti ha detto


e da te fidandosi, continuamente vuol sentire,


e se pensi che il suo amore

sia un compenso per le tue ambizioni,


sbagli, lei non è una tua conquista,

né lo sarà mai, 


lei vuole un cuore vero e sicuro

e forti mani ma dal delicato tocco,


che la tengano stretta senza farla prigioniera,

per l’inizio di un viaggio aspro e senza fine


che metterà alla prova ciò che credi di sentire.

Come una madre vera, più di sé stessa ama la sua prole


per poi lasciarla andare nel tempo del suo volo,


così un uomo deve amare colei


che come compagno lo ha pensato e scelto, 


più di sé stesso dunque, amarla

e per far questo 
tu non puoi,

non devi dipendere da lei,


ma esser vero e crescere da solo,


essere ricco di sensi generosi e dedizione.


Lei sarà mutevole, anche più del vento,

sarà nervosa a volte,
 elettrica e scostante,

ci sarà la pioggia e il temporale,

ti stupirà la sua incoerenza,

ti immergerà nei suoi nebbiosi oblii,

ti smarrirà nei suoi labirinti della mente

per poi svegliarsi d’improvviso da un torpore,

a chiederti perché non sei in quell’istante,

accanto a lei avvinto in un potente abbraccio.


Ti chiederà la luna un giorno,

solo per metterti alla prova,


incomprensioni e lacrime improvvise,

per la paura e l’indolenza di un amore stanco,


vorrà la prova della convinzione e del coraggio

che del Sole accende il fuoco e i luminosi raggi.

Ma se non hai questo in te e se hai paura,


non sei degno dell’impegno che ti attende, 


se sei uno che si offende non puoi stare con lei, 


perché lei ti offenderà sempre, è la sua natura


e ti perderai nei vortici delle sue emozioni,


e nei suoi improvvisi turbamenti

perché lei abuserà della tua comprensione,


spesso ti metterà a dura prova,

sfidando la tua volontà fino all’estremo,


solo per sapere se il tuo amore è vero

e quando infine sarà certa del tuo amore,


vorrà andar via veloce e lontano da te,


perché una donna vera


non vuol mai perdersi nella nebbia è vero, 


ma ama il mistero.


Ella ha paura di ogni incertezza,

ma al tempo stesso 


teme di essere certa

e di restare 
nella certezza prigioniera.

Ennio Romano Forina

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Wargames

“This town ain’t big enough for the both of us!…”

“Questa città non è grande abbastanza per noi due”.

La classica locuzione dei film western americani che preludeva al duello finale tra i due gunmen antagonisti, penso sia la giusta metafora di quanto sta accadendo in questi mesi.

La globalizzazione, come era prevedibile, ha fallito lasciando solo macerie del pianeta vivente, consentendo a tutti di appropriarsi di tutto, così nelle menti perverse che l’hanno pianificata e attuata che hanno rilasciato i demoni dello sfruttamento incontrollato delle “risorse”, ogni nazione per suo conto e per sua convenienza, ha avuto ancora più motivi per succhiare come parassiti voraci il sangue del pianeta.

Potrei fare un lunghissimo elenco di esempi noti, senza contare gli innumerevoli altri nascosti alla consapevolezza comune e comunque reperibili dal web.

Balene, delfini, foche, rinoceronti, elefanti, tigri, leoni, bovini, suini, oche, uccelli e poi minerali petrolio, oro, argento, rame…alberi, detti anche legname…e mi fermo qui per non tediare troppo chi vorrà addentrarsi nella lettura di questa riflessione.

Il fatto è che non parliamo più di una piccola città dove si scontrano due singoli contendenti, ma parliamo di un mondo umano divenuto sempre più imponente ma barcollante ed estremamente e drammaticamente complesso.

La corsa sfrenata allo sviluppo, al profitto e alla crescita e la disponibilità quasi illimitata di cibo animale e vegetale industriale ha prodotto l’esponenziale aumento della popolazione umana, che in un collettivo delirio di onnipotenza pensa che fare figli all’infinito sia un sacro dovere, – anche se questo va a scapito dei figli di altre specie animali e di tutti gli equilibri naturali- senza rendersi conto che se una specie, qualsiasi specie, si moltiplica troppo rispetto ad altre, i delicati equilibri del mondo vivente si rompono in breve tempo generando il disastro per tutti e senza parlare della famosa etica superiore di cui ci vantiamo non confermata dai risultati delle nostre azioni.

Dunque la locuzione iniziale dovrebbe essere declinata così: Questo mondo non è grande abbastanza per la molteplicità di tante grandi e piccole nazioni, che succhiano come vampiri la linfa vitale del pianeta mummificandolo e incendiandolo e pensando ingenuamente che possa facilmente risorgere come la Fenice dalle sue ceneri.

Purtroppo, alla fine di un ordine fittizio generato dalla volontà comune di far soldi e appropriarsi di spazi sempre più grandi nella competizione finanziaria e commerciale ciò che resta è il deserto.

A differenza di altri momenti nel passato, non ci sarà la guerra per il cibo, con l’industria carnivora e i pesticidi e le macchine produttive c’è ancora persino troppo cibo per tutti, ma il cibo si fa con l’acqua e non è così facile fare l’acqua come si fanno gli orrendi allevamenti.

E comunque, la famosa crescita agognata e bramata da tutti i popoli porta inevitabilmente alla crescita del già smisurato, mostruoso, insaziabile appetito di tutti per i territori e le “risorse” in essi contenuti.

È stato abbattuto un equilibrio prodotto da una permeabilità misurata delle nazioni, scatenando la “Gold Rush” globale e incontrollata del profitto. Ecco perché ci sarà una guerra generalizzata, della quale stiamo constatando l’inequivocabile preludio, mentre i politici e i poteri finanziari del mondo dalla visione corta, pensano soltanto ai giochi di potere e controllo, senza capire che il bubbone della crescita “whatever it takes” sta per scoppiare in mano a tutti.

Ennio Romano Forina

L’Onorevole Febbre Elettorale

C’è chi esorta gli elettori a dotarsi di occhi di tigre, quindi ad assumere uno sguardo feroce, non si sa bene per quale tipo di utilizzo se non per fornire un ulteriore motivo di bracconaggio ad uso dei tanti coglioni e rappresentanti abbietti della domanda e offerta nel mondo, che stanno facendo estinguere anche il nobile felino, credendo che i suoi testicoli possano conferire miracolose e formidabili potenzialità sessuali e mentre nessuno dai media, si pone il dilemma di cosa esattamente significhi munirsi di occhi di tigre, quale significativo messaggio rivolto alla parte politica e al popolo di elettori, per la risoluzione dei drammatici problemi di perduto benessere e mera sopravvivenza.

Ma c’è chi nell’agone della politica propone di piantare un milione di alberi, auspicando città circondate da boschi e costui viene puntualmente deriso come se avesse detto la più inverosimile e assurda stupidaggine.
Certo, gli occhi di tigre hanno il potere taumaturgico di sconfiggere le pandemie, stimolare l’economia reale, creare posti di lavoro, giustizia sociale e dulcis in fundo, di risanare i nostri guasti ed evitare il disastro climatico globale.
Macché alberi! Che se ne fanno gli elettori degli alberi? A che servono gli alberi? Tutte cose risibili: mitigano le temperature negli inverni e le rinfrescano nelle estati, causando gravi risparmi di energie, arricchiscono il suolo impedendo la desertificazione, assorbono e metabolizzano le nostre dilaganti sostanze inquinanti peggiori e rendono l’aria respirabile, mantengono l’integrità dei terreni collinari e montuosi impedendo le frane di rocce e i disastrosi, spesso letali, smottamenti fangosi, ospitano ecosistemi fondamentali per la flora e fauna di un territorio e del pianeta stesso, producono cibo per noi e tutti gli altri animali e molte, molte altre funzioni benefiche, ma volete mettere gli alberi come protagonisti di una campagna elettorale seria? E no! Serve la litania del popolo sofferente che non arriva a fine mese (io direi nemmeno alla prima decade del mese), tutti incredibilmente bravi a fare l’elenco dei problemi senza mai fare quello delle soluzioni, senza mai indicare effettivamente “come” soddisfare tutte le puntuali promesse che vengono proclamate da tempo immemore dai vari pulpiti della politica; bisogna…, si deve…, vogliamo fare…, creare posti di lavoro…, semplificare la burocrazia…, – che al contrario diventa sempre più intricata e labirintica -, migliorare la fiscalità, la giustizia, la solidarietà sociale, il compimento e la realizzazione di opere atte a dare impulso all’economia e allo stesso tempo, dicono, salvaguardare quello che loro chiamano “ambiente” ma per me si chiama il “pianeta vivente”.
L’ambiente sono le case, i salotti privati e televisivi, i supermercati e purtroppo le infinite strade che si irraggiano come metastasi di un cancro inarrestabile che divora e distrugge tutti gli spazi vitali.
No, per me ciò che vive non è “ambiente” e nemmeno “natura”, ciò che vive si chiama Vita.
Sono vivi i campi liberi, sono vive le colline e i litorali, sono vive le rocce e le montagne sono vivi i ruscelli e gli stagni e i laghi e i mari e vivi sono i venti e i cieli dove volteggiano le ali degli uccelli e tutti gli esseri che con la loro semplice presenza rendono la Vita ancora più viva.

Io apprezzo che nel contesto politico qualcuno si avventuri a sue spese, offrendo il fianco ai vuoti sarcasmi degli avversari a dare un minimo di evidenza alla orrenda questione e condizione degli animali, ma ritengo necessaria una nota aggiuntiva al relatore della dichiarazione d’intenti: – Gli animali, non si devono amare quando e perché amano noi e sono fedeli – come del resto anche tra gli umani non ha senso e non serve a nulla amare per per un ritorno compensativo di affetto o servizi, questo non è amare.
Gli animali devono essere rispettati rispettando i loro naturali diritti esistenziali poi va da sé che si possono stabilire connessioni relazioni affettive più o meno profonde e sostanziali con loro e tra loro, secondo la specie interessate e secondo la koinè comune dei gesti, degli sguardi sopratutto e dalle auree di energie buone e/o cattive che gli animali sanno percepire e distinguere molto più di quanto possiamo farlo noi, ma questo non fa differenza, tutti gli animali sanno vivere e vogliono ugualmente godere il prezioso dono di essere quello che sono in pace.

Ennio Romano Forina