Impulsi Universali

Esiste un fenomeno emotivo, che penso si possa definire “impulso della difesa e conservazione della specie”, si manifesta fortemente all’interno di una propria specie ma si estende anche alla conservazione e alla difesa di ogni altra specie, di tutte le forme viventi in misure più o meno evidenti. Questo deriva dal fatto che il fenomeno della vita organica è unico, e non potrebbe essere altrimenti, si genera da una stessa energia differenziandosi solo nelle forme ma non nella sua essenza.

È noto che molte specie animali, insetti e piante, dimostrano un evidente, simile, innato comportamento di difesa collettiva.

Dunque, tutti gli esseri viventi in casi estremi di pericolo e di dramma collettivo sono influenzati da questo impulso che stimola in essi un forte spinta ad aiutare, perché anche i peggiori predatori sanno che la loro esistenza dipende dall’esistenza delle loro prede nel gioco crudele degli equilibri, ma i predatori non umani non predano e non uccidono per piacere distruttivo o per noia esistenziale o per supponenza, come fa il predatore umano, essi svolgono un preciso compito equilibratore contenuto, che ad procura l’energia vitale temporaneamente necessaria e null’altro.

Nessun predatore non umano esistito, uccide per ottenere qualcosa di diverso dal corpo stesso della preda da lui uccisa e non ritiene alcuna parte di essa per usarla come “moneta” di scambio.

Il mercimonio che genera profitto è prerogativa esclusiva della specie umana.

Nessun altro animale o insetto vuole ottenere beni e vantaggi dallo scambiare i corpi delle sue prede con altri animali e insetti, anche se è possibile che nell’immensamente variegato mondo vivente possa esservi qualche caso vagamente simile, ma si tratta sempre comunque di uno scambio estremamente circoscritto a semplici azioni di mutua convenienza, limitato alle infinite forme di relazioni simbiotiche che sono oltre la predazione pura, si tratta invero di un profitto di carattere simbiotica appunto e non di predazione.

Ora, questa mia tesi si basa su quanto avviene nella disposizione degli individui nelle grandi emergenze, nei grandi fenomeni distruttivi e dopo anche nei grandi esiti dei conflitti e quindi anche in questi mesi e giorni, le mobilitazioni e il coinvolgimento di tante persone che si prestano ai compiti di soccorso pur non essendo intitolate, ad esempio nel terremoto in Turchia e nell’attuale inondazione in Emilia Romagna questa mobilitazione individuale e collettiva è ammirevole e degna di grande rispetto, tuttavia non è esaltante e non è eccezionale ma risponde a impulsi profondi dell’intelligenza della vita. È normale che avvenga, perché nelle grandi emergenze, nei grandi disastri e non solo, la coscienza collettiva della specie si attiva stimolando negli individui il formidabile impulso di aiutare chi rischia di perdere la vita e chi è in grave difficoltà, spesso anche rischiando la propria incolumità e vita, tanto più se le persone da soccorrere sono le più vulnerabili e appartengono alle più nuove generazioni.

Questa manifestazione di solidarietà e altruismo è vera e genuina anche se a volte si può colorare di protagonismo ma non è auto indotta e gestita, appartiene piuttosto a quegli stimoli che noi erroneamente chiamiamo: “istinto” che significano ed esprimono la coscienza profonda e subconscia di connessione intima e di appartenenza intima alla propria specie, e per traslazione si estende anche alle altre specie, specialmente quelle con cui relazioniamo affettivamente e/o relazioniamo in ogni modo.

Il pericolo che minaccia alcuni esseri viventi, minaccia la vita organica universalmente poiché esiste questa connessione generale da cui dipende tutto. In presenza di una grande minaccia e di un grande disastro collettivo vengono attivati i sentimenti di base della compassione che nella normalità sono o assopiti o addirittura cancellati. Tutti nel pericolo, assistiti e soccorritori possono avvertire in forme più o meno forti queste energie leganti di partecipazione e compassione.

Ma questo è l’altruismo che in realtà, è massima espressione del supremo egoismo, che risponde al concetto che ogni singolo individuo può vivere solo se tutti gli altri individui e tutti gli altri esseri viventi continuano ad essere. Se non ci attivassimo per salvare ciò che rischia di perire ed essere distrutto, spezzeremmo in noi il collegamento alla Vita unica e all’amore che la esprime, rispondiamo quindi a un impulso che è al di fuori della nostra volontà e della nostra specifica e singolare attitudine di anima. È lo stesso impulso che decide per noi di essere vivi ed è un impulso universale non viene fondamentalmente da noi anche se lo possiamo alterare per il peggio o per il meglio.

Per quanto degna di lode la dedizione e anche il coraggio di chi soccorre tuttavia non è esaltante quanto una simile attitudine e scelta fosse presente SEMPRE, OVUNQUE e per CHIUNQUE, se è contingente ed eccezionalmente legata ad eventi è dovuta all’intelligenza sensibile della Vita che la genera e la fa agire.

Il vero altruismo non si riconosce nel dramma delle emergenze, ma nella normalità dell’esistenza collettiva e singola, dove piuttosto nella mente umana “duale” la solidarietà e la compassione lasciano il posto alla diffidenza, alla prepotenza, alla prevaricazione, alla competizione, al’la’ ipocrisia, all’opportunismo, al supremo egoismo.

Tutti gli esseri viventi sono un insieme collaborativo di singole cellule che formano singoli individui, ma a loro volta, i singoli individui sono parti dell’organismo “specie” e tutte le specie animali e vegetali, sono parte dell’organismo VITA e della sua intelligenza unica.

È sopra tutto nell’ambito della “normale” esistenza e senza pericoli immediati o in corso che si può riconoscere il vero altruismo e il vero Amore per la Vita che sono stati coltivati e fatti crescere nell’anima per scelta individuale e volontà.

Ennio Romano Forina

L’Intramontabile Legge del più Forte

Lo scontro fra l’ideologia dominante, che ammette, giustifica e attua l’immane olocausto degli animali, ritenendo che essi siano poco più che materia e l’altra parte, che ne conosce l’anima pulsante delle stesse emozioni che anche noi animali abbiamo, non è una questione di “punti di vista” fra due modi opposti di intendere, di sentire e di volere, ma fra una innegabile violenza e prepotenza che schiavizza, tortura e uccide e non rispetta in alcun modo il diritto naturale di vita e libertà degli animali, ignorando il loro giusto desiderio di essere, di amare, unirsi e procreare, per la stessa energia materno che abbiamo noi ma ancora più pura.

La parte quindi arcaica divoratrice, si basa su un grossolano e brutale teorema di prepotenza che non ha più ragione di essere ed esprime sé stessa senza porre limiti agli orrendi sistemi di crudeltà applicati, siano culturali che industriali, avvalendosi soltanto della legge arbitraria della forza.

Costoro applicano la teoria ipocrita, ambigua e velleitaria, della libertà “confinata”, dichiarando di agire nel loro ambito di libertà di scelta: “La mia libertà comincia dove finisce la tua”Cit.. Ma non considerano affatto, che la loro libertà annulla la libertà dei soggetti interessati e vittime che subiscono l’oppressione di un arbitrio, non di una libertà e quindi in questo ambito ritengono di esercitare tutta la violenza che fa a loro comodo, per false necessità o per piacere edonistico e ludico e lo fanno ferendo a morte la NOSTRA libertà di aver compreso di essere fraternamente legati a tutti gli esseri viventi secondo il principio che la vita deve per forza essere UNICA anche se differenziata in miriadi di forme diverse, come lo sono quelle che simbioticamente formano i nostri stessi organismi.

Loro le disprezzano, le torturano e le uccidono, noi le rispettiamo e scambiamo le energie vitali delle nostre anime e sappiamo quanto esse esprimano desiderio di affezione e amore anche fra specie diverse.

Non è una questione di modi di pensare diversi, ma più che mai assistiamo alla legittimazione arbitraria del dispotismo e della prepotenza ottusa, che insieme alle vittime offende e ferisce direttamente anche l’intelligenza sensibile che è intimamente legata agli altri esseri viventi che collide con chi ha acquisito la consapevolezza dell’anima pura e profonda degli animali.

Non si può, nell’ambito poco chiaro di una propria pretesa libertà violare la libertà di esistere di un’altra parte.

Non è vero che queste vittime non abbiano voce e che non possano far capire la loro sofferenza dolore e disperazione e terrore, sono i carnefici che non hanno l’intelligenza dei sentimenti, del cuore e dell’anima, e non possono sentire altro che la voce della loro pancia e delle loro tasche.

Nessun predatore di questo pianeta fa mercimonio delle sue prede come facciamo noi, nessuno le alleva con immensa sofferenza e le uccide per vendere i loro corpi e ottenere profitti diversi dal corpo stesso delle proprie prede.

Ennio Romano Forina

Distruzione Creativa ?

Nessuna distruzione può essere creativa, è un nonsenso, un ossimoro, semplici parole vacue ad impatto.

Quando si distrugge si distrugge, quando si crea si crea. Sono due azioni distinte, se si ha la capacità e la volontà di creare un sistema migliore universale lo si fa per mezzo della bontà delle intenzioni e della forza delle idee, senza distruggere ma superando ed evolvendo ciò che si considera sbagliato e ingiusto.

Da qualche tempo, piuttosto che sperimentare una esaltante distruzione creativa, stiamo assistendo ad una devastante creatività della distruzione.

Nello sfruttamento generale e incontrollato della globalizzazione, per il trasferimento indotto di masse e culture, per le discutibili, improprie e dogmatiche gestioni pandemiche, nell’aumento esponenziale della devastazione dei territori e degli equilibri sacrificati ai profitti energetici e nell’olocausto immane degli animali sottoposti ora anche a torture industriali sempre più perverse, imperdonabili e malvagie.

La vera evoluzione positiva si chiama “Superamento Creativo “, della prepotenza, delle ipocrisie, degli egoismi e della mistificazione delle verità.

Ennio Romano Forina