Lo scontro fra l’ideologia dominante, che ammette, giustifica e attua l’immane olocausto degli animali, ritenendo che essi siano poco più che materia e l’altra parte, che ne conosce l’anima pulsante delle stesse emozioni che anche noi animali abbiamo, non è una questione di “punti di vista” fra due modi opposti di intendere, di sentire e di volere, ma fra una innegabile violenza e prepotenza che schiavizza, tortura e uccide e non rispetta in alcun modo il diritto naturale di vita e libertà degli animali, ignorando il loro giusto desiderio di essere, di amare, unirsi e procreare, per la stessa energia materno che abbiamo noi ma ancora più pura.
La parte quindi arcaica divoratrice, si basa su un grossolano e brutale teorema di prepotenza che non ha più ragione di essere ed esprime sé stessa senza porre limiti agli orrendi sistemi di crudeltà applicati, siano culturali che industriali, avvalendosi soltanto della legge arbitraria della forza.
Costoro applicano la teoria ipocrita, ambigua e velleitaria, della libertà “confinata”, dichiarando di agire nel loro ambito di libertà di scelta: “La mia libertà comincia dove finisce la tua”Cit.. Ma non considerano affatto, che la loro libertà annulla la libertà dei soggetti interessati e vittime che subiscono l’oppressione di un arbitrio, non di una libertà e quindi in questo ambito ritengono di esercitare tutta la violenza che fa a loro comodo, per false necessità o per piacere edonistico e ludico e lo fanno ferendo a morte la NOSTRA libertà di aver compreso di essere fraternamente legati a tutti gli esseri viventi secondo il principio che la vita deve per forza essere UNICA anche se differenziata in miriadi di forme diverse, come lo sono quelle che simbioticamente formano i nostri stessi organismi.
Loro le disprezzano, le torturano e le uccidono, noi le rispettiamo e scambiamo le energie vitali delle nostre anime e sappiamo quanto esse esprimano desiderio di affezione e amore anche fra specie diverse.
Non è una questione di modi di pensare diversi, ma più che mai assistiamo alla legittimazione arbitraria del dispotismo e della prepotenza ottusa, che insieme alle vittime offende e ferisce direttamente anche l’intelligenza sensibile che è intimamente legata agli altri esseri viventi che collide con chi ha acquisito la consapevolezza dell’anima pura e profonda degli animali.
Non si può, nell’ambito poco chiaro di una propria pretesa libertà violare la libertà di esistere di un’altra parte.
Non è vero che queste vittime non abbiano voce e che non possano far capire la loro sofferenza dolore e disperazione e terrore, sono i carnefici che non hanno l’intelligenza dei sentimenti, del cuore e dell’anima, e non possono sentire altro che la voce della loro pancia e delle loro tasche.
Nessun predatore di questo pianeta fa mercimonio delle sue prede come facciamo noi, nessuno le alleva con immensa sofferenza e le uccide per vendere i loro corpi e ottenere profitti diversi dal corpo stesso delle proprie prede.
Ennio Romano Forina