IO “SONO CARNE”!
I miei gatti sono carne, gli uccelli sono carne, gli animali tutti sono carne e sono anche sangue, rosso o verde, le persone che hanno attraversato la mia vita, per i sentimenti che ho scambiato con loro, erano fatte di carne, la carne è una sostanza meravigliosa ideata dall’intelligenza della Vita e il male non sta nelle sostanze di cui gli organismi sono fatti o negli impulsi biologici insiti e che hanno la funzione di procreare la vita e anche di trarre un giusto piacere come è piacevole riempire i polmoni di ossigeno o immergersi nel mare da cui tutti gli esseri viventi provengono, impulsi creati per realizzarla in infinite forme in una continua missione evolutiva che attiene a tutta la realtà organica esistente.
Il male è nelle menti umane, che sporcano ciò che è pulito, che dissacrano ciò che è sacro, che è un dono, generato dall’intelligenza della vita, che distruggono ciò che non comprendono, come l’infante prepotente distrugge il giocattolo che non sa far funzionare e comincia fin da allora a credere di avere il diritto di appropriarsi di ciò che vuole avere strappandolo ad altri con ogni violenza spesso con il beneplacito e il compiacimento dei genitori.
La mente umana e i pensieri contorti delle culture, sono la matrice comune di tutti i delitti umani, la volontà perversa di usare un potere illegittimo per distruggere e non per conoscere.
Come sempre, si aggiungono – agli altri insulsi e falsi stereotipi, che stigmatizzano queste perverse azioni umane – le parole “bestiali” e “bestie”, nelle varie accezioni, a dimostrazione di quanta superficialità e mancanza di conoscenza sia nelle stramberie e nei commenti delle aristocrazie dei media, che ovviamente coincidono con lo stesso superficiale e distorto pensiero comune.
Nel mondo vivente, tra gli animali, non esiste lo stupro. L’impulso della procreazione e quindi della sussistenza di ogni specie è controllato e dominato dal genere femminile e non potrebbe essere diversamente, perché questo impulso è imposto dalla Vita e negli organismi complessi si è elevato e serve anche alla “filosofia” della vita, fornendo ineffabili gratificazioni dell’anima identitaria intimamente connessa all’anima organica, soltanto se viene interpretato e compreso nel modo giusto e considerato nel dovuto e sacro rispetto della sua fondamentale ragione d’essere.
Gli animali non sono bestie, ad alcuni di essi sono assegnati compiti specifici di crudeltà limitata, che serve alla loro sopravvivenza tanto quanto serve alla sussistenza dell’immenso scenario della vita, ove si consumano drammi che le poche anime sensibili umane non vorrebbero che accadessero ma questi si verificano seguendo un progetto superiore, intuibile solo da anime allenate e dedite alla comprensione profonda della ragione delle cose.
Gli animali sono più vicini e rispettano l’intelligenza di questo grande scenario e non conoscono odio, invidia, vendetta e sadismi che sono espressioni della specifica e incontestabile bestialità umana.
Nel lessico e nella semantica, si evidenziano le deformità e le perversioni del pensiero di gran parte del popolo umano che porta alle sue conseguenti nefande azioni.
Ma perché la semantica è importante? Se la carne è un oggetto e se la carne è sporca, allora noi possiamo appropriarcene e usarla come ci fa comodo selettivamente, secondo i diversi convenienti appagamenti delle esigenze umane, senza porre il problema dei legittimi possessori di quella carne che fornisce un nutrimento coatto, non attinente alla fisiologia umana e fornisce un piacere drogante derivante dalla cottura.
L’animale a cui abbiamo attribuito il nome cacofonico di maiale è sporco perché usa il fango per liberarsi di parassiti e mantenere la pelle in benefico stato? Il maiale o il coniglio sono animali peccaminosi perché sono sessualmente molto attivi e si riproducono molto? La loro carne diventa pulita e indispensabile solo nei forni e nei piatti dei pasti umani? Il fango dei maiali è una sostanza benefica e non inquina come i nostri espedienti di pulizia che avvelenano tutto e ritornano a noi in forme altamente tossiche. Più puliamo l’esterno dei nostri corpi più ne sporchiamo l’interno e per l’interno non ci sono sostanze valide per ripulirlo a dovere.
I nostri saponi, i nostri sanitari brillanti riflettono la luce sinistra della morte degli oceani e di tutte le acque nelle terre.
Questa è evidenza, eppure nella comune consapevolezza, la “bestia” maiale che non inquina e non fa danni, è sporca e lussuriosa nella sua carne e quindi della carne del maiale e del suo diritto di vivere facciamo uso e scempio a nostro piacere, senza compassione e senza vergognarci della nostra abietta ignoranza.
Nelle culture umane ci troviamo dunque di fronte a diverse valutazioni di uso della carne, ma come è possibile se la sostanza è la stessa? È questa la prova inconfutabile che solo la nostra mente e le culture e persino le leggi che ne derivano decidono arbitrariamente se una cosa è buona o cattiva, se è bella o brutta se la possiamo rapinare o meno.
L’insulso stereotipo citato per giustificare l’azione perversa, vorrebbe attribuire ad altro la responsabilità di una azione malvagia e distruttiva. Quindi, coloro i quali fanno eco alla asserzione che la carne sia una cosa sporca, avvalorano la ridicola giustificazione e non fanno altro che esaltare il pensiero infimo, contorto e perverso, di chi ne fa uso a sua discolpa.
Uno slogan più giusto ed efficace sarebbe stato piuttosto: “La carne non è responsabile di niente altro che la sussistenza della Vita, ma è la mente insana, malvagia che sceglie di ferire, offendere e uccidere la sensibilità e la vita altrui che motiva e determina l’azione abbietta finale. La carne non deve essere violata, rapinata o stuprata, solo perché conviene alla prepotenza umana, semmai amata nella sua espressione vivente che forma gli organismi.
L’intelligenza della Vita, ci ha fornito cervello e mani. Le mani possono accarezzare, possono costruire, realizzare opere, possono stringere amorevolmente altre mani e le mani possono anche offendere e uccidere, ma è la mente che sceglie cosa è fare con le mani: “le mani non sono mani”!
Tornerò ancora sull’importanza della semantica nella giusta percezione e identificazione delle colpevoli falsità culturalmente stabilite e esempi di deleteria consapevolezza comune, popolare e religiosa e spesso anche scientifica.
Ennio Romano Forina