E’ facile innamorarsi di un corpo,
ma solo un’anima si può amare.
L’innamoramento è diverso dall’amore,
solo chi ha saputo amare
conosce l’immensa differenza.
Ennio Romano Forina
Sensitivity is the highest form of intelligence. La sensibilità è la più alta forma di intelligenza. Ennio Forina
E’ facile innamorarsi di un corpo,
ma solo un’anima si può amare.
L’innamoramento è diverso dall’amore,
solo chi ha saputo amare
conosce l’immensa differenza.
Ennio Romano Forina
Servirebbe un vaccino per fermare l’infezione umana che continua a depredare senza limiti gli esseri viventi e invece spesso ci perdiamo in sterili scontri di opinioni sui buoni e i cattivi di turno, nel mondo politico, mediatico, scientifico e religioso quando da nessuna di queste parti giunge mai una vera e incisiva azione che riconosca le colpe per questo tremendo, ingiusto olocausto animale che tutti i popoli e governi del mondo consentono e promuovono senza esitazione e senza porsi il problema etico della sofferenza.Non si tratta di “scelte”, né di stare dalla parte politica di Tizio o di Caio, si tratta di vite e del principio del diritto universale di ogni essere vivente di esistere in libertà.
Se consideriamo gli animali come soggetti che hanno sentimenti ed emozioni anche se non usano le tecnologie umane, se in essi riconosciamo e sentiamo la presenza
dell’anima, le nostre scelte personali sono soltanto due: difenderli o lasciarli nelle mani dei carnefici, quelli che li torturano e uccidono e quelli che li mangiano.
O stiamo da una parte o dall’altra, e se individualmente io stabilisco un rapporto fraterno e amorevole con alcuni animali e con altri più distanti, una condizione comunque di rispetto e compassione, ho il DOVERE prima che il diritto, di difendere la loro vita e la loro libertà ovunque e comunque, come difendo la mia vita e la mia libertà e questo vuol dire che le due diverse realtà di coscienza umane sono sempre su una rotta di collisione quantomeno dialettica.
La locuzione “Vivi e lascia vivere”. Alla fine diventa “Vivi e lascia torturare e ammazzare,!” Non è sufficiente essere vegani per essere consistenti.
L’olocausto animale è favorito dal pensiero debole falsamente democratico delle masse, che pur conoscendo l’orrore, di fatto lo accettano, come fosse nell’ordine delle cose, mentre gli animali in catene piangono sangue prima di essere uccisi atrocemente. E che sollievo può venire a loro dalla nostra tollerante attitudine verso chi li uccide, cioè chi li mangia. Questo vuol dire amarli? Mi spiace, non basta cambiare a livello personale, per gli animali non cambia nulla se alcuni di noi si comportano bene sentendosi soddisfatti e a posto con la loro coscienza. E se veramente si ha amore e compassione per il mondo vivente allora bisogna lottare per l’ideale di un genere umano che protegga i più deboli e non che li massacri vilmente approfittando della forza fisica superiore e certamente non di quella spirituale. Non si tratta di “fare scuola” ma di “salvare” gli esseri viventi che diciamo di amare con ogni mezzo lecito, con le emozioni tanto quanto con la logica e questo vuol dire confrontarsi continuamente e scontrarsi persino, lo richiede l’immane, orrenda colpa che abbiamo verso di loro, altrimenti nessuno di noi è quello che dice di essere.
Ennio Romano Forina
Se il mondo per ipotesi, fosse tutto governato da un sistema democratico, la parte di genere umano che difende gli animali e i loro diritti sarebbe certamente sconfitta dall’evidenza dei numeri, perché la parte di umanità che massacra gli animali e le piante per profitto, per divertimento e per disprezzo è decisamente preponderante, come sempre del resto.
Quindi in termini di democrazia, dovremmo arrenderci all’evidenza di rappresentare una parte minoritaria del genere umano e coerentemente accettare la sconfitta, restando all’opposizione come di fatto chi difende la vita e l’anima degli animali è collocato in ogni era e in ciascuna nuova generazione. Perché “loro” sono di più, da sempre.
Il fatto è che in questa formula c’è un enorme vizio di fondo poiché la democrazia esiste e dà ordine alla coesistenza equilibrata e armonica di tutto l’universo quindi anche della Natura di questo pianeta e non riguarda la democrazia esclusiva all’interno della specie umana ma la democrazia del mondo vivente nella sua interezza è proprio qui sta l’inganno perverso, pretestuoso e prepotente di cui si servono le costituzioni dei popoli per giustificare l’imposizione del dominio per mezzo della prepotenza e non della democrazia, basata sulla formula “Quia sum fortior”.
Al cospetto dell’etica cosmica e naturale, noi difensori del mondo vivente, non siamo affatto numericamente sconfitti perché il mondo vivente è costituito da “soggetti” e non “oggetti” e il mondo vivente è con noi e dalla parte della fratellanza universale e della convivenza con uguali diritti esistenziali.
La democrazia è un principio naturale, per questo siamo vivi, perché le piante hanno reso possibile la colonizzazione del pianeta intero, delle sue acque, dell’atmosfera e delle terre emerse. E seppure il mondo vivente è ancora imperfetto e spesso crudele nei dettagli, risulta giusto e democratico nel grande scenario, nella ricerca e mantenimento degli equilibri che consentono a tutte le specie di sopravvivere e non alla sopraffazione di una specie sull’altra.
Poiché gli animali sanno, che se prendessero dalla vita più di quanto a loro serve per sopravvivere quotidianamente, spezzerebbero i principi della democrazia cosmica e i predatori cesserebbero di esistere quanto le loro prede. Quindi il mondo umano non detiene il potere per un processo democratico ma per una azione tirannica ipocritamente mistificate da regole inventate, artefatte come da sempre fanno i tiranni.
Nessuna legge, nessuna regola che conviene alla specie umana e la prediliga rispetto alle altre è stata scritta nel Cosmo, la realtà orrenda degli abusi e soprusi umani sugli esseri viventi sono le regole brutali dettate dalla della tirannia in base alla sua forza e non alla forza della Verità. /Segue/
Ennio Romano Forina
Splendida, dell’intelletto d’Amore
mistica luce!
Se tu fossi dea, invocherei il tuo aiuto
per infondere benefica ispirazione
in questo arido umano mondo
pieno soltanto della sua follia,
dove solo poche anime generose,
vaganti nei deserti dell’indifferenza,
ferite dall’invidia e dalla supponenza
ora si aggregano alle forze della Vita
per far scudo con i loro cuori
agli esseri viventi e alla loro libertà,
ma ancora assistono impotenti
nella furia che aumenta,
allo scempio umano che distrugge e uccide
senza rimorso e senza compassione.
Solo un’anima vera può sentire
di un’altra anima la presenza e l’energia
e con quell’anima saggiamente congiungersi.
Anime vere dunque, nella tua luce immerse
mentre le altre sempre insoddisfatte,
nel loro erratico vagare intorno
vogliono solo saziarsi di rapina e di possesso.
Non hanno mai davvero conosciuto
del tuo intelletto la visione,
ebbre di tutto quello che come una droga
non soddisfa ma rende soggiogati,
non nutre e non sazia mai
nemmeno quella parte di mente
che è la fedele alleata della pancia.
Hanno paura di restare soli e non lo sanno,
ma invece di nutrirsi della compagnia
di tutti gli esseri viventi
se ne stanno insieme ad altre solitudini
tra la paura di essere uniti fra loro
e il terrore di essere disgiunti e alla deriva.
Odiano ciò che vorrebbero amare
e finiscono con l’amare
ciò che dovrebbero invece detestare,
disprezzando chi li ama
e inseguono chi non li desidera davvero,
in dislivelli di coscienze e barriere di diffidenze,
e per non saper riconoscere l’amore
si perdono inesorabilmente
in precipizi alternanti a impossibili salite,
nel loro andare incerto e senza direzione.
Ingenue menti, che confidano nelle nullità.
Mani tese invano, verso mani ritratte
che si tendono e annaspano
nel vuoto abisso delle incomprensioni.
La paura nuova è un involucro, una corazza
non la crisalide di una trasformazione
ma una bara, in cui sono estinte le più alte percezioni,
che non difende come quella antica,
ma incatena e lega agli artifici
negando l’essenza vera delle cose,
rende orfani e persi nello sperduto mondo
fatto di certezze vane e senza consistenza.
Nemmeno il ricordo orrendo della storia
che rinnova i suoi orrori senza fine,
come se mai fossero successi,
serve a dare alcuna direzione,
dicono di non aver bisogno di nulla
mentre annaspano, aggrappandosi ai relitti
dei vascelli delle presunzione,
milioni di volte naufragati
che senza timone, spinti dai venti dell’ego,
erano stati lasciati andare alla deriva,
perdendosi senza capire che i cuori
sanno dove approdare meglio delle menti,
loro invece vanno eternamente
alla ricerca di sostegno e di un riferimento
che li renda falsamente felici solo per sé stessi,
egoismo puro, questo è il fatale errore,
cercare senza sosta la felicità propria
mentre basterebbe seguire i veri palpiti dei cuori,
verso l’armonia, come tutto ciò che esiste,
eppure non lo sanno ancora,
non possono vedere dove si son smarrite,
ancora prima di iniziare il viaggio.
Come la volpe di una antica favola
disprezzava l’uva fuori della presa,
così l’umanità disprezza sé stessa,
perché non sa parlare alle sue parti,
e pensa che siano esse a non comprendere
parole che non hanno alcun valore di sostanza.
Umanità che si prende cura dell’oggetto
che non dà sensazioni mentre sopprime
le sensazioni vere che pulsano di vita.
Spianano territori immensi, boschi e piccoli giardini,
pensando che ciò che è sterile è sicuro,
si chiudono al sentimento che impaurisce
perché non si può sentire nulla
senza prima abbattere le inutili difese
contro una paura sconosciuta
che non è altro che la paura senza nome,
solo la paura di sé stessi.
So, di molte anime belle,
che tra le rovine dei sentimenti,
si schiudono come fiori anelanti alla luce dell’amore,
affiorano persino dai terreni ostili e spenti,
anche senza nutrimento provano a splendere
ma sono presto deluse, ferite e calpestate
e strappate a tutte le speranze.
Eppure non si stancano mai,
e ancora provano a spuntare come erbe ostinate
tra i detriti e le scorie degli oltraggi,
tra i ceppi e i sassi devastati dal passaggio
dei divertimenti delle mandrie umane.
L’amore che unisce due corpi
non è lo stesso che unisce due destini,
in un viaggio parallelo di anime cercanti,
in un gioco di attrazioni e conoscenza senza fine,
due corpi possono restare insieme
anche per sempre o per lungo tempo,
senza che le anime arrivino a toccarsi,
ma quello non è amore, è una convivenza,
essere uniti così è solo un’illusione,
perché un’anima possa un’altra anima sfiorare,
deve uscire dai labirinti della mente,
saper rifiutare le lusinghe che la ragione offre,
in cambio del tocco dell’essenza delle cose.
Amore non è un pacco di condizioni senza rischi
le attitudini umane falsate dalle convenienze,
affondate nel perfido egoismo,
nella paura di commettersi, di impegnarsi,
desiderando di avere ciò che non si ha
mentre si fugge da ciò che si può condividere,
amare è ben più che una connessione
o un mutuo scambio di favori,
amare è una fusione di libertà diverse,
che non perdono loro indipendenza
pur essendo unite in un viaggio senza fine
di flussi di energie che si allacciano
e si sciolgono in continuazione,
e l’una nell’altra riemerge rinnovata
generando inestinguibili ricchezze.
Tale è l’inconsistenza delle scelte,
la paura di scegliere e di essere scelti,
la paura di spendere sé stessi nelle relazioni,
di impoverirsi, nel legame e star senza legami,
eppure basterebbe donare amore e comprensione
come tutti gli animali sanno dare il loro amore,
la loro alleanza, il loro cuore
e invece noi come orchi orrendi li mangiamo,
noi, veri mostri, non come quelli immaginati e falsi
delle orrende menzogne che raccontiamo ai bimbi
che da noi imparano subito
a mentire a sé stessi ed alla vita.
Basterebbe il coraggio d’esser veri e aperti,
e saper tendere le mani,
senza paura di immergere lo sguardo
nello sguardo di un altro essere vivente
e capire che solo da quel vitale flusso di emozioni,
deriva la vera conoscenza
che vuol dire vera unione,
senza essere prigionieri
questo oggi a volte avviene
nella neutralità virtuale
dove non servono regole e barriere
che nella realtà sociale la diffidenza impone
ma non basta, è come dissetarsi
solo di acqua immaginata.
Siamo atomi, molecole, cellule di energie
che vogliono ad altre energie essere unite
verso gli stati armonici
che tutto l’universo in sé stesso cerca
e da sempre sa trovare
ma noi viviamo nella paura antica
che da molto tempo è divenuta angoscia
per il cattivo uso del raziocinio della mente
che ha fatto scempio di ogni verità
pur di avere la scusa
di uccidere la vita per predarla,
di tutte le sue ricchezze ed energie,
riempiendo le mani con il fango sterile
e gettando via i germogli preziosi della vita.
Nella paura del destino sconosciuto
nascono i germi della prepotenza.
Ma il destino vero resta ignoto
perché per sciocca convenienza
altri destini falsi sono stati costruiti
come andar nel buio verso un precipizio.
Non la paura dei pericoli concreti,
di cadere e di essere aggrediti,
necessaria che come il dolore, servono
per la sopravvivenza,
la paura distruttiva è quella esistenziale
che solo noi abbiamo e la chiamiamo angoscia.
Gli altri animali conoscono la benefica paura
di una giusta reazione ai pericoli
perché essi sanno che vivere è un dovere,
il tempo necessario a svolgere il compito
ma per sconfiggere e contenere
questa paura umana dell’essere
occorre profondamente riconoscere
i fenomeni vitali e con loro cercare l’armonia,
poesia e bellezza di ogni tipo dunque,
come quando da bimbi il nutrimento
più desiderato era la meraviglia.
Serve il riflesso di quel che siamo
oltre lo sguardo circoscritto e ottuso,
e carpire dal Cosmo la sicura ispirazione
solo quando usciamo dalle nebbie deformi della mente
ritroviamo lo stupore dell’incanto
delle percezioni ripulite dalle scorie e dai detriti
della ragione asservita all’egoismo insano
senza voler sempre imprigionare,
cambiare , costringere tutto ciò che ci circonda
alla nostra visione alterata che non rispetta
il senso e l’armonia del mondo vivente.
Serve stare attenti a non ferire mai
nessun anima vivente, nessun paesaggio,
nessun oceano splendente,
ma saper ritrovare anche in un filo d’erba,
in un sasso scolpito dal vento
e dallo scorrere di un fiume,
nelle chiome arboree volte
verso le onde dello spazio immenso,
nel fremito delle ali di un insetto,
il battito del cuore delle stelle.
Ennio Romano Forina
…Lei ti odierà se non l’amerai abbastanza
ma ti odierà lo stesso per amarla troppo.
Sarà gelosa per la tua indifferenza
ma ti disprezzerà se sarà sempre nei tuoi pensieri,
perché Lei vuole che tu l’ami come il Sole ama
inondando il giorno di luce impetuosa
ma poi lentamente attenua la sua forza
e i suoi raggi sono carezze lievi
prima di sparire oltre l’orizzonte.
Lei vuole esser così immensamente amata,
per poi dimenticarti di Lei
e tornare ad amarla ancora e ancora
in ogni nuovo giorno
come fosse sempre il primo di infiniti giorni.
Questo è l’amore vero;
abbracci di fuoco che abbandonano la presa,
mani avvinte lasciate scivolare via,
ma se non conosci tutte queste cose
tu non sai ancora cosa voglia dire
essere amanti veri e senza tempo…
Ennio Romano Forina
Ho scritto molte volte che il mondo degli umani
non è divisibile in buoni e cattivi,
ma mi riferivo ai popoli, alle aggregazioni umane,
e non ai singoli individui.
Tuttavia, contrariamente alla classica collocazione
di queste due fondamentali e opposte entità,
i demoni non abitano l’Inferno,
ma hanno invaso da tempo il Paradiso della Vita,
mentre gli Angeli, nella loro compassione,
condividono l’inferno che i demoni hanno costruito
per gli animali innocenti e indifesi dalla brutalità delle leggi
oppressi e rapinati della loro vita e libertà,
Poiché i demoni non hanno anima e non si accontentano
di rapinare il corpo del Paradiso della Vita,
tentano invano di appropriarsi anche della sua Anima
e della felicità dell’essere, che non può essere rapinata
come si rapinano i corpi.
Per questo continuano a uccidere e distruggere
il Paradiso della Vita
fino a che sarà del tutto devastato
e trasformato anch’esso in un Inferno,
il luogo di elezione in cui naturalmente, tutti i demoni
ambiscono prima o poi di ritornare .
Ennio Romano Forina
Ti voglio strega e ti voglio fatina
nei tuoi incantesimi avvolgermi
ed essere preso e smarrito
per poi liberarmi ogni volta
e da nuove magie restare incantato,
voglio vederti libera correre via
e aspettare tranquillo che torni.
Perché ti voglio fiera e ribelle
per poterti inseguire per sempre
senza mai fermarci
tra il sole e le stelle.
Ti voglio elettrica e misteriosa,
voglio seguirti nelle tue stagioni
e in tutti i tuoi umori cangianti,
in ogni giorno e in tutte le notti,
voglio invadere i tuoi sogni
per esser sicuro che tu sorrida.
Ti voglio vulcano e temporale,
giorno di sole e vento maestrale.
Voglio farti arrabbiare,
sorprendere sempre,
ma mai lasciarti annoiare
senza parole e sorprese
e teneri gesti d’amore,
ti voglio proprio così, come sei,
voglio vedere i tuoi sciolti capelli
scorrere come steli di grano nel vento
e infilarmi nelle loro tempeste.
Come il tempo ti voglio mutevole
aspro e persino improvviso,
ti voglio spavalda e anche distante
affamata di abbracci caldi e infiniti
ma anche affettuosa e ti voglio amante
di baci, carezze e altri baci mai sazia
e ti voglio arrabbiata, ti voglio ostinata,
ti voglio ammiccante e sensuale
e voglio che tu mi seduca,
che mi sfidi e mi prendi in giro,
ti voglio monella e ti voglio solare
ti voglio vogliosa,
ti voglio fiera e bellicosa,
ma infine arrendevole e dolce.
Ti voglio vento e correnti marine
navigare nelle tue acque in burrasca
affondare nei tuoi vortici d’onde.
Ti voglio arruffata dispettosa e sfrenata
ti voglio lunatica, misteriosa,
ti voglio prigioniera e poi liberata
timida ma coraggiosa.
Ti voglio quando sei nostalgica e triste
e in solitudine ti lasci andare,
voglio sentire i tuoi caldi sospiri
scorrere sempre sul mio viso,
come una brezza marina,
come un fortunale improvviso
e come onde che cullano il sonno.
Ma chiunque tu sia, sei già tutto questo
e non voglio volerti diversa
non voglio altro da te,
che essere sempre e per sempre
soltanto tutto quello che sei.
“Poiché quel che l’Amore vero
soltanto può volere è il donare”.
Ennio Romano Forina