Senza la conoscenza, l’immaginazione genera sogni o incubi irreali, ma la conoscenza per sé non è sufficiente a dare direzione, né basta per agire saggiamente.
E dunque, la vera conoscenza non è la semplice “nozione” delle cose ma la “comprensione” profonda delle stesse.
Se i tanti celebrati ingegni umani, nella fisica, nella matematica, nella chimica, esploratori dei fenomeni e delle energie naturali, avessero davvero voluto comprendere ciò che stavano studiando, non sarebbero stati gli artefici delle armi distruttive più micidiali mai costruite dai sistemi organici, non sarebbero stati servi per fama e denaro delle ottuse tirannie e se queste nozioni dell’uso della tecnologia sono anche divenute spesso vantaggiose e relativamente benefiche non lo si deve ad un intento originale elevato e virtuoso della “scienza,” ma ad un differente modo di sfruttare il suo potere.
La maggior parte del sapere della civiltà culturale, scientifica e psichica, si basa in modo prevalente sulla conoscenza pratica dei fenomeni senza la comprensione della ragione degli stessi, avendo lasciato da sempre che l’esperienza prevalesse sull’intuizione, prima come necessità di sopravvivenza ma presto divenuta un vizio che progressivamente ha inibito o spento del tutto le capacità sensitive dell’anima individuale e collettiva per una specie che ha scelto di farsi guidare sopratutto dal potere della mente. Senza considerare che il potere della mente è del tutto insufficiente a dare direzione e colmare i vuoti dell’angoscia esistenziale derivanti dall’impossibilità di spiegare l’ignoto con la semplice esperienza e quindi generando i miti e i mostri della superstizione, per colmare la paura dell’inconoscibile, con i devastanti effetti e abusi evidenti in ogni fase della sua tormentata e feroce storia.
Ed è per questo che l’immaginazione umana da sempre genera più incubi che sogni, lasciando che siano proprio i mostri generati e rigenerati nel persistente vuoto di comprensione a condurla nella scelta dei percorsi più dannati piuttosto che in quelli virtuosi. È così che il multiforme genere umano ha usato male la capacità di apprendere e di tramandare la conoscenza e lo stesso potere dell’immaginazione, costruendo le verità artefatte più comode, e spendendo immani energie ed esistenze nella celebrazione dei miti del nulla, sia per placare le proprie angosce che per usare queste fittizie “verità” come strumento di dominio.
Per questo, pratica le scienze più convenienti e le scuse più confortevoli per poter definire la sua immane voracità come una imprescindibile necessità e la sua immensa ignoranza come certezza assoluta, cercando di piegare il Cosmo alla misera comprensione della sua mente, piuttosto di aprire la mente alla comprensione del Cosmo, così come a quella dell’anima e quindi, la scienza senza comprensione ha dovuto dare molte definizioni false a cose che si conoscono appena, ma che non sono state “comprese,” come la sua speciale ed unica perfidia, a cui ha assegnato il nome di “umanità,” distinguendola arbitrariamente ed elevandola a un rango immeritato sul resto del mondo vivente, che al contrario, conosce e usa la crudeltà quando necessario ma non conosce la perversione.
E senza infine, voler ammettere e comprendere che la definizione lusinghiera di “umanità, alla fine non è altro che il vestito pulito che serve a nascondere e dimenticare il corpo del Male rappresentato dalla sua smisurata prepotenza e dai suoi innumerevoli delitti.
Ennio Romano Forina – Agosto 2020
La Comprensione delle cose è sorella del sentimento della Compassione, la cui sorgente a sua volta, è l’Amore Universale.