Fato e destino non sono la stessa cosa.
Il Fato è un evento che accade
al di fuori della volontà di chiunque,
mentre il Destino, come dice il termine stesso,
è una destinazione possibile, positiva o negativa,
che ognuno di noi può dominare
se vuole, volgendola nella direzione più giusta.
Il Fato, non si può scegliere ,
quando accade è già troppo tardi per reagire,
il Destino al contrario,si può persino prevedere.
Dunque, insieme a voi tutte, anime sensibili e pensanti,
mi chiedo: tutto quello che sta accadendo
nel mondo umano da alcuni decenni,
è dovuto al Fato o al Destino?
Io sono convinto che la risposta complessiva
sia quella di un Destino forzato e viziato
dalla perenne follia del Potere.
Ennio Romano Forina
Month: March 2021
Si chiama ancora la Festa della Rinascita e della Bontà
Se, come dice quel complesso di scritti che si chiama Bibbia, un Dio avesse voluto creare degli animali al solo scopo di fornire cibo e sostanze per la specie umana, non li avrebbe creati senzienti e dotati di un’anima sensibile, quale essi manifestano di avere, tale alla nostra.
Non li avrebbe dotati di istinto materno, essi non sarebbero stati affettuosi, come è evidente che essi sono, non si sarebbero affezionati tra loro e nemmeno a noi, non avrebbero allattato e difeso i loro figli, come noi allattiamo e nutriamo i nostri, o covato le loro uova e nutrito i loro pulcini difendendoli a costo della loro stessa vita, e non avrebbero provato sofferenza e urlato di dolore quando li uccidiamo.
Solo un dio sadico, insensibile o imperfetto, avrebbe creato delle specie per farle diventare un cibo “sensibile” che soffre e dotati di sentimenti di puro amore incondizionato e non un dio onnipotente e misericordioso come affermano i testi antichi.
E ora, nell’imminenza di una festività che dovrebbe evocare e celebrare la rinascita universale della vita è già iniziato il bagno di sangue che deve trasformarsi ancora una volta in crapula per le pance e oro per le tasche. Ma a quanto sembra ai cultori dell’anima e alla gente comune, non basta questa evidenza per riconoscere che questa festa non ha nulla di spirituale ma è una idolatria materiale in cui non si celebra la Vita e la Bontà ma si sacrificano ambedue nella falsità perenne della coscienza dell’anima.
La realtà è che un dio, se esistesse a somiglianza umana, avrebbe sbagliato soggetti, dando agli animali la sensibilità migliore più vera e cristallina, la dedizione migliore e l’amore materno più incondizionato, esseri che non conoscono l’odio, la vendetta, la malizia e l’invidia come quei tanti umani, adulti e piccoli, che con la loro ignoranza e con le loro crudeltà sadiche e perverse, dimostrano che un’anima a loro, quel Dio si sarebbe proprio dimenticato di darla.
Festeggiate pure con il sangue dei cuccioli strappati alle madri, ma non chiamatela festa della rinascita, ipocriti! Chiamatela con il suo vero nome: festa della morte.
Ennio Romano Forina
Il Fuoco nell’Acqua
Quello che l’Amore vero sa donare,
è come l’acqua di un limpido fiume
che in una sola direzione scorre.
Non vuole e non può tornare indietro,
perché un fiume non risale mai il suo corso
per restituire l’acqua alla sorgente.
Tuttavia, come le gocce si attraggono
e l’acqua si unisce ad altra acqua
per una misteriosa forza di attrazione,
insieme si trasformano in sembianze
di aeree multiformi nubi,
di benefica pioggia portatrici.
Il fiume ripercorre così, per altra forma e via,
il suo viaggio a ritroso
ed è questo il solo modo in cui
ogni sincero e generoso amore,
torna alla sorgente stessa da cui è nato
e che senza esitare nel grande fiume,
quel perfetto Amore ha riversato.
Nel suo lungo viaggio,
il fiume offre alla terra il suo umore
e la vivifica, ma al tempo stesso,
dalla terra riceve le intime e preziose sostanze
che così si fondono all’acqua
scorrendo verso un’unica meta.
Non importa quanto sia tortuosa o aspra
la via nella discesa aperta,
acqua e terra inesorabilmente avvinte,
e dalla mistica unione impreziosite,
si riversano alfine nelle accoglienti braccia
della loro vera immensa Madre.
Siamo acqua, gocce di pioggia e di rugiada,
lievi vapori che sparsi veleggiano nel calmo cielo
o s’addensano in immense nubi tumultuose,
particelle di energia vaganti nello spazio,
che a volte, si uniscono ad altre gocce
per una stessa forza che le attrae
e insieme percorrono intero il ciclo della vita
come fa l’acqua, sempre mutando forma,
ma restando sempre uguale.
L’energia che è la stessa energia del Sole,
che non è altro che atomi, accesi di passione
che diventano Amore,
il nutrimento dell’Anima, del Cuore e della Mente,
e come per il fuoco Solare accade,
al tempo stesso è Vita.
Ennio Romano Forina
Pandemie Immunitarie
Mia moglie si ammalò di una atassia cerebellare che fu identificata come di origine auto immune che si sviluppò in una forma infiammatoria degenerativa che progressivamente distruggeva la parte di cerebellum preposta all’equilibrio e al controllo di tutta la muscolatura. E per legittimo dovere di cronaca, riferisco che i prodromi della malattia si manifestarono poche settimane dopo il vaccino per l’influenza, che lei volle e che io al contrario, rifiutai di fare. Non c’erano e penso che ancora non ci siano protocolli di cura ma solo di contenimento fisioterapico, almeno al tempo a cui mi riferisco, e la curai personalmente a casa per più di 4 anni, con un irrisorio aiuto di fisioterapia domiciliare nella misura di ore 2 al mese.
Nella fase finale, l’ultimo mese, fu necessario il ricovero in ospedale, perché le sue condizioni erano talmente peggiorate da non poter più essere gestite senza le attrezzature ospedaliere e anche per tentare una terapia sperimentale come ultima speranza. Ma, dopo un paio di settimane di ricovero ospedaliero, il suo organismo debilitato prese una infezione da “clostridium difficile”, un batterio molto pericoloso come il nome stesso lo definisce.
Furono attivate le terapie opportune e possibili, ma il suo organismo non aveva più la capacità di reagire perché il suo sistema immunitario era stato azzerato dalla forzata immobilità sdraiata supina sul letto e sul divano e quindi dalla mancanza di stimoli funzionali naturali che certo nessuna fisioterapia poteva surrogare.
La malattia era inguaribile quindi la prognosi sarebbe stata fatale in ogni caso, mi disse il primario del reparto neurologico e ne ero comunque consapevole da tempo, ma la sua vita sarebbe finita un mese “dopo” l’infezione contratta del micidiale batterio.Dunque, mia moglie, Peggy (Margaret) Healy, è deceduta per la sua malattia o per l’infezione?
E se non avesse avuto una malattia è verosimile e molto probabile che avrebbe superato l’infezione con un sistema immunitario sano e funzionante, non inibito dalla costrizione in ambienti chiusi, dal respirare aria viziata filtrata da tessuti che ritengono culture di batteri e virus nell’ambito umidificato e insano in cui essi prolificano, nell’inattività, nello stress, nella mancanza dei primari stimoli vitali e di ossigeno indispensabile anche al sistema immunitario.
I sistemi immunitari sono stati costruiti dalla competenza elevata della Natura, che è indubbiamente molto più esperta di noi in materia e si fortificano nel mondo vivente, ricevono energia e si purificano negli elementi in cui si sono sviluppati, relazionando con le forme viventi grandi e piccole, anche microscopiche, un sistema immunitario tenuto costantemente in un ambiente sterile si indebolisce e muore, come del resto muoiono tutte le funzioni che non sono stimolate dall’uso.
Pensare di eliminare le forme di vita a noi ostili è folle, bisogna convivere con esse, difendendosi in vari modi opportuni ma non rinchiudendosi in una corazza di plastica e disinfettanti tossici senza devastare gli equilibri, poiché la Natura è un insieme di forme di vita diverse che interagiscono tra loro. Gli antibiotici sono indispensabili in certe occasioni, ma non si possono usare sempre, altrimenti il rimedio uccide più del male, ma di questa verità la “scienza” si è accorta solo di recente, solo per inconsapevolezza empirica o negligenza? O chissà, dubitare è inevitabile…
L’esempio emblematico del devastante intervento umano su questi equilibri e interazioni è dato dal tipo di contrasto che si fa per la “pandemia” di zanzare tigre africane, che da molti anni ormai tormentano le estati.
Si usano tossici pesticidi localmente che se riescono a uccidere qualche individuo uccidono invece molti loro naturali antagonisti in gran numero, sulle siepi e i margini erbosi e sulla superficie delle erbe spontanee dove i ragni hanno le loro postazioni, senza contare lo sterminio provocato di lucertole geki e le voraci lumache.
L’intelligenza della Natura ha costruito equilibri mirabili che noi non possiamo nemmeno sognarci di replicare, e fra l’altro, non ci proviamo nemmeno, umilmente come dovremmo, ad imparare da essi.
Le nostre azioni, i nostri interventi, sono per lo più palliativi spesso inefficaci e brutali, come se usassimo una clava o un fucile per abbattere una mosca, probabilmente perché nelle nostre menti, a dispetto del progresso tecnologico, in fondo c’è ancora una clava, anche se oggi è fatta con il piombo e la forma di un fucile e di altri micidiali strumenti distruttivi prodotti dalla “superiore” intelligenza umana.
Ennio Romano Forina
Quando la Cura non funziona
Trovo ragionevole e utile un temporaneo distanziamento individuale insieme ad altre cautele di provata efficacia ma non capisco perché non una parola viene spesa dalle fonti di informazione principali su un altrettanto “distanziamento” indispensabile degli animali negli allevamenti intensivi e nelle deportazioni di massa, piccole e grandi.
Tutte i nuovi virus di questi ultimi decenni, originano da zoonosi che si sono sviluppate in tali ambienti infernali con migliaia di animali ammassati gli uni sugli altri, senza aria né luce e con i loro sistemi immunitari azzerati che sopravvivono quel tanto che basta a raggiungere un peso da mercato.
E infatti, il mondo scientifico è da sempre molto più impegnato a studiare e controllare gli effetti dei fenomeni, che non a ricercarne le ragioni, essendo innegabile che in tutte le epoche, è sopratutto la gestione degli effetti a generare opportunità, ricchezza e potere, quali ne siano le cause.
La storia della scienza complice dei dispotismi lo dimostra; l’utilizzo di energie naturali a scopi distruttivi e di materiali per costruire armi, la manipolazione degli atomi come delle cellule e dei geni, e appunto dei virus, a scopo di lucro e non di conoscenza, come è evidente nell’ingegneria genetica per generare profitto dall’invenzione di mostruosità vegetali e animali. La storia umana contiene innumerevoli esempi che dimostrano che quando la scienza è asservita all’ignoranza del potere, diventa più nefasta dell’ignoranza stessa.
Ennio Romano Forina
UNA DROGA CHE SI CHIAMA CARNE
Per quasi tutti i consumatori di carne, questa sostanza costituisce una droga, qualsiasi uso di logica, qualsiasi evidenza scientifica e medica veramente obiettiva ha ben poca efficacia nel riconoscimento di questa realtà da tutti quelli che usano questa droga, al pari dell’uso di sigarette, alcol e innumerevoli altri tipi di sostanze droganti come la stessa adrenalina che si stimola negli animali scuoiandoli vivi sottoponendoli a torture e bollendoli vivi. La società umana attuale è una società falsamente istruita per credere ciò che conviene e non ciò che è giusto o davvero salutare. Gli interessi legati alla produzione e consumo di carne, sono mostruosi, come quelli legati a tutte le tipologie di sostanze droganti che hanno un valore e un uso perché riempiono il vuoto sensoriale ed esistenziale di questa specie. All’evoluzione tecnologica non è seguita una altrettanto evoluzione etica altrimenti non assisteremmo a orrori e abusi di tale abiezione, permessi e favoriti dalle istituzioni, dalle leggi e dalle diverse culture che si nutrono di carne altrettanto quanto si nutrono di falsità e di ignoranza. Non bastassero le plurime evidenze del fatto che la specie umana non è carnivora se non per una forzatura che un tempo fu di necessità in parte io ho trovato una ulteriore evidenza del fatto che noi non siamo carnivori. Non ho mai letto o sentito riferire di questa mia tesi da nessuno, anche se è possibile che da qualche parte nel mondo qualcuno sia arrivato alla mia stessa conclusione ma io non ne sono al corrente. La mia tesi riguarda il fatto che noi umani possiamo vedere e decifrare i colori rivelando la nostra vera natura di animali che si nutrivano prevalentemente di frutti e i frutti per poter essere mangiati, devono essere maturi altrimenti sono velenosi, oppure più o meno tossici, o indigesti e comunque inutili non avendo ancora sintetizzato le sostanze nutrienti se non nella piena maturazione. E da cosa si riconosce la maturazione di un frutto se non dal suo colore vivo? Gli arancioni, i gialli e rossi marroni sono tipici colori della maturazione in tutte le gradazioni che noi percepiamo. Ovviamente con alcune eccezioni. Certamente la Natura non ci ha fornito di questa capacità per distinguere i colori dei semafori o per esercitarci nelle arti visive. I colori dei fiori attraggono parimenti gli insetti che infatti sono in grado di percepirli molto più di noi altrimenti i fiori non avrebbero bisogno di essere colorati. La Natura non fa nulla di gratuito e nulla senza una ragione. I carnivori invece non vedono i colori ma solo alcune tonalità grigio bluastre gialle blande per il semplice fatto che le loro prede e alimenti non si distinguono dai colori bensì dall’odore. Va da sé che lupi, gatti e altri carnivori hanno sviluppato molto più di noi l’acutezza della vista e l’olfatto e non una retina munita di quei microscopici coni che servono a percepire le lunghezze d’onda dei colori. Ma anche questa evidenza non basterebbe a convincere il fronte dei drogati carnivori. I veri aguzzini sono tutti i consumatori che sguazzano nell’ignoranza anche per colpa delle istituzioni che tollerano e danno legalità alla menzogna. Questo immane olocausto non potrà mai finire o attenuarsi se non riusciremo a demolire le innumerevoli menzogne sulle quali si basa l’abbietto mondo degli umani. Nel saggio in cui racconto di un diverso concetto di natura ed evoluzione, c’è l mio impegno per sfatare le maggiori menzogne che ancora oggi sono alla base dell’insegnamento alle nuove generazioni.
Ennio Romano Forina
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Commenti
Silvia Montevecchi Condivisioni: 3
Il Vaccino Rende Liberi…?
Non vorrei che si oltrepassasse il confine tra: “il vaccino vi salverà ” a ” il vaccino rende liberi”.
Ma la storia è troppo munifica di esempi in cui la paura ha superato il limite della condizione ed è diventata uno strumento.
Ennio Romano Forina
Acchiappafarfalle ed Estinzione
“La vispa Teresa avea tra l’erbetta a volo sorpresa gentil farfalletta”.
Penso che questa famosissima filastrocca di Luigi Sailer, non sia mai stata letta e compresa fino in fondo nelle scuole quanto nelle famiglie, altrimenti non si vedrebbero, anche in questa incipiente primavera, i tanti negozi di oggetti di plastica in gran parte inutili e brutti, esporre in vendita grandi contenitori pieni di retine per catturare farfalle.
Il senso della poesia era contrario all’uso di questi strumenti di distruzione, ma nella comune consapevolezza è stato totalmente ignorato se ancora oggi, più che mai vediamo mamme uscire dai negozi con i loro bambini felici che brandiscono questi perversi ineducativi strumenti che servono alle allegre e giocose uccisioni.
Eh già, perché se l’immagine di una bimba che agita felice nel vento la retina colorata, suscita un benevolo sorriso nel comune pensiero superficiale e ottuso, così tristemente diffuso e imperante, in realtà quello strumento rende certamente felice la bimba, ma per le farfalle ha lo stesso effetto che una clava avrebbe sulle nostre teste, quello che per noi è un innocuo arnese di gioco, per le farfalle è uno strumento di morte.
Ma che importa? La filastrocca la si impara forse a memoria a scuola e in famiglia ma senza volerne decifrare il senso, né più né meno di quanto si sia mai veramente capito del senso del discorso che parlava di stati di beatitudini in un tempo lontano, che evidentemente è passato come una folata di vento tra le orecchie degli astanti e dei successori senza lasciarvi traccia, visto come vanno le cose umane da sempre.
Dunque, consideriamo il senso della asserzione contenuta nel titolo di questo mio articolo.
Penso che vi sia una stretta correlazione fra le azioni più insignificanti con quelle più macroscopiche nel determinare la realtà oggettiva nel bene e nel male, in quanto la realtà è una conseguenza della “sostanza” di cui è fatta, che la rende possibile anche nei suoi effetti, siano questi benefici o devastanti, dipende sempre dalla sostanza.
Alla sostanza, del pensiero o dell’omissione del pensiero, consegue l’attitudine e l’attitudine si suddivide in due sensi: passiva e attiva, quindi nel caso che la sostanza di fondo sia negativa e dannosa, ambedue i modelli di attitudine saranno di conseguenza negativi e dannosi.
Questo vuol dire che se il genere umano non comprende e non ha rispetto ed empatia per il mondo vivente, partendo dagli aspetti vitali che noi consideriamo i più irrisori e trascurabili e spesso anche fastidiosi, come ad esempio gli insetti e le piante che chiamiamo erbacce, noi agiremo sempre e solo secondo quello che ci fa comodo e purtroppo quello che fa comodo a noi, quasi sempre, risulta essere tremendamente distruttivo per le altre vite e per gli equilibri naturali, dimostrando anche che la sostanza del pensiero umano non ha fatto progressi evolutivi etici e benefici.
Continuando a ferire e devastare pervicacemente le delicate armonie del complesso vivente e alla fine anche noi stessi.
A causa dell’impatto umano, bilioni di insetti muoiono ogni istante, avvelenati da tutto ciò che produciamo, dalle acque tossiche, sfracellati sui fari e e i parabrezza delle auto, prigionieri nelle nostre costruzioni, in ogni tipo di ambiente, dove finiscono senza poter più uscire, sbattendo le ali invano sui vetri di appartamenti e palazzi, muoiono così esausti nel loro ultimo flebile battito d’ali nel tentativo invano di attraversare quel diaframma di materia a loro sconosciuta, il vetro. Senza contare api e uccelli dalle microonde che avvolgono ormai l’intero pianeta come cellule impazzite di un cancro inarrestabile.
Ma noi non ce ne accorgiamo, o meglio, non vogliamo accorgerci. Gli insetti sono abbondanti, come l’acqua e l’aria e noi di solito disprezziamo l’abbondanza vitale mentre apprezziamo l’oro che è raro ma non è vitale. Paradosso umano? No è la dimostrazione del pensiero debole umano.
Siamo così stolti da non capire ad esempio, che più puliamo ossessivamente le nostre case e i nostri corpi, più ci sporchiamo all’interno dei nostri organismi.
Non è solo per l’immenso dispiacere di constatare il disprezzo di forme di vita sacrificate all’insensibilità umana, poiché come ho scritto altrove, le foreste si salvano rispettando anche le erbacce e il ramoscello, e la Natura si salva rispettando tutte le sue forme, anche le più piccole, difendendosi certo da invadenze pericolose, ma anche difendendo loro dai nostri eccessi, che sono molto più pericolosi e dannosi.
Ecco perché, oggi ho seguito per qualche istante con lo sguardo desolato e una profonda, infinita tristezza nel cuore, la bimba che con una mano teneva quella della madre e con l’altra stringeva felice la bacchetta di vistosi colori sormontata dalla brutale, micidiale retina, distruttrice delle farfalle gentili, ma non solo, simbolo emblematico del fallimento immane dell’evoluzione dell’anima collettiva umana, che sembra sempre più essere inversamente proporzionale all’evoluzione della tecnologia.
Ennio Romano Forina