
Seguire le regole di convivenza che sono evidenti e dimostrate nella loro mutua e benefica validità non implica una perdita della libertà di ogni individuo. Ma quando le regole sono imposte e non dimostrano alla prova dei fatti e inconfutabilmente di essere valide, utili o benefiche, allora si ha il diritto di dubitare e di resistere alle imposizioni, qualunque sia il Nume, il potere, l’ideologia, la religione, il pensiero unico, che le impone senza evidenze certe, acclarate e riconosciute da tutti e non già da una esigua e prepotente parte del sistema scientifico, peraltro settoriale, industriale, condizionato dalla religione del profitto. Per cui, tanto maggiore è la forza e la brutalità dell’imposizione applicata – di un pensiero che non è affatto unico, ma che si vuole imporre come unico, – tanto maggiore si rivela l’inconsistenza dell’imposizione e la necessità quindi di esplorare a fondo la sua validità nelle motivazioni, nella sostanza, nel metodo della sua applicazione.
Siamo una specie evoluta solo a livello tecnologico, la nostra etica, ancorché in occasioni più rare ad ogni generazione, “sembra” più evoluta, in realtà non è affatto superiore all’etica degli animali TUTTI gli animali, è solo più estesa, come reazione uguale e contraria agli orrori che siamo capaci di compiere da decine e decine di migliaia di anni, forse da sempre.
Non c’è da stupirsi se gli individui abituati ad esercitare il pensiero e la ragione sensibile siano coscienti del fatto che non c’è mai stata una età dell’oro e della pace negli equilibri, ma solo degli intervalli tra un grande orrore e un altro; gli orrori minori sono sempre continuati, lo sono anche adesso.
Nessuna evoluzione tecnologica sorprendente ci doterà per riflesso di una evoluzione etica similare, anzi forse il contrario, l’adorazione del potere tecnologico, ci porterà sempre più sul baratro del delirio di onnipotenza, come da sempre è il potere delle armi e la dipendenza dalla tecnologia drogante.
Eravamo da tempo in un circolo vizioso, ora siamo entrati in un vortice distruttivo per i nostri molti gravi sbagli, da cui sarà impossibile uscire prima di sprofondare in esso senza una mai ancora evocata, grande e superiore coscienza.
La preoccupazione dominante attuale gira ancora e sempre sulla legge del più forte e di una meravigliosa e grande torta antica che abbiamo sempre voluto divorare e di cui ormai sono rimaste solo briciole da leccare sulle nostre dita rapaci.
Ennio Romano Forina