Un Albero ucciso è morto! Che sorpresa!

Tree hearthIncredibile!
Un essere vivente, un abete, muore anzitempo, e ci si preoccupa sopratutto della brutta figura, della sua apparenza mentre dai loculi pubblici dei “social”, spuntano come funghi tutte gli zombi insensibili, senza compassione né anima, facendo a gara per ricoprire con lazzi e sarcasmi disgustosi e impietosi un essere vivente. Fingendo di scandalizzarsi, anche o solo per lo spreco di denaro impiegato per avere e per trasportare un cadavere “in fieri” e peggio ancora, ci si preoccupa che la sua agonia non sia durata abbastanza a lungo per far gioire il popolo vorace di “feste”.
Questo è il progresso etico, la consapevolezza del valore della vita esistente? Ripianteranno 10, 100, 10.000 alberi? E che differenza fa? Dove sono i princìpi dei cambiamenti, i segni di evoluzione della mente e dei comportamenti? Quest’albero era stato ucciso comunque, folla stolta che irridi la morte altrui, –
– Chi non sa sentire la morte degli altri, non è affatto vivo! – Era sacrificato per niente in ogni caso, anche se fosse riuscito a dare una illusione di vitalità mentre si decomponeva lentamente. Dobbiamo invidiare tutti gli altri cadaveri decorati sparsi nelle piazze e nelle case del mondo? Questa per me non è festa, ma una dolorosa constatazione che niente è cambiato e niente cambierà finché la mente umana resterà sempre ottusa a raccontarsi le stesse vere storie di orrore travestite da false favole. 
Possibile che questo stupido mondo umano, non sappia che la gioia e la morte non possono coesistere?
Alberi di Natale e bestie da macello; è come dire la stessa cosa, il fatto è che non esistono bestie e alberi da macello. Esistono animali e alberi, da noi bestialmente macellati.
ennio forina

Vite Bruciate

Al centro del grande abbraccio di un bellissimo colonnato anche quest’anno si vedranno insieme altre due colonne di forma e materia diverse ma che hanno almeno due fattori in comune, ambedue sono state strappate a un mondo lontano e ambedue sono senza vita, ma con la differenza che mentre una di queste colonne la vita non l’ha mai avuta, l’altra invece sì e ne aveva tanta. Era una vita ricca di sensazioni che offriva sicuro conforto, riparo e cibo a molti altri esseri viventi specie nella stagione invernale,  passeri, scoiattoli, corvi, per nominarne alcuni, donando anche la sua brava parte di ossigeno a questo pianeta soffocato da gas venefici e letali, tutte sostanze immesse nell’atmosfera principalmente dalle attività umane, sostanze che solo gli alberi sanno metabolizzare nella loro immensa saggezza e rendere innocue per tutti gli animali mobili del pianeta incluso gli ingrati bipedi umani, sedicenti “evoluti” che ancora oggi continuano a sacrificare esseri viventi per celebrare le loro tradizioni negli stessi modi barbari in cui i popoli antichi, primitivi e pagani le celebravano. Non potremmo esistere senza le piante, non saremmo nemmeno comparsi su questo pianeta se non fosse stato per loro,  non saremmo approdati sulla terraferma senza di loro e da loro prendiamo sostanze elaborate dalla loro più profonda conoscenza. Sono esseri viventi, intelligenti e senzienti e noi li trattiamo come oggetti. Molto, molto tempo prima che noi smettessimo di considerare il sole una divinità a cui offrire sacrifici tanto crudeli quanto idioti, le piante sapevano già sfruttare la sua energia con sistemi biochimici sofisticatissimi, tuttavia non abbiamo ancora finito di sacrificare animali alle improbabili divinità di molte culture umane così ancora una volta e chissà per quanti anni a venire saremo spettatori dell’ulteriore sacrificio di uno di questi giganti verdi spezzato, umiliato e soffocato dai decori luccicanti festivi, un triste simulacro di falsa felicità coperto di luci fatue che celano la sua agonia e le cui foglie durante tutto il trasporto e la collocazione in situ hanno cercato invano di dialogare con le radici perse per sempre. Ma quello che ancora più sconcerta è che nonostante la consapevolezza della vita che scorre nella linfa di tutte le piante e della loro evidente intelligenza si continua a trattarle come se ciò non importasse nulla e per questo il genere umano è doppiamente e perversamente colpevole.

E lo stesso genere umano che pretende da vari pulpiti di voler proteggere la Natura e l’ambiente che ritiene gli appartengano non sa insegnare ai propri figli amore e rispetto verso queste creature portatrici di protezione e benessere essenziali per tutto ciò che vive su questa terra, ma se non abbiamo rispetto del ramoscello o dell’arbusto o del piccolo albero non saremo mai capaci di fermare la distruzione delle foreste.

Anche questa volta un albero sarà sacrificato, non alla gioia festiva, ma all’altare dell’ignoranza, all’interpretazione arbitraria e distorta del concetto di felicità e sacralità, la sua “esecuzione”finale sigillata dal fuoco che consumerà il suo corpo nei vari camini  non è diversa dal rogo di un’altra piazza in un altro tempo, allora non si volevano ammettere le evidenze rilevate da una mente geniale ed evoluta, qui ed oggi si ignora l’evidenza di una realtà vivente che finisce miseramente bruciata nel rogo di una tradizione peraltro aliena. Le puerili e insulse dichiarazioni  provenienti dai media che giustificano l’uccisione dell’albero con il contemporaneo semina di altri alberi da sacrificare aggiungono al danno e alle ferite le beffe. Noi parliamo di vite loro parlano di prodotti, non riconoscere la pianta come essere vivente e senzienti a tutti gli effetti significa essere totalmente immersi nel buio della ragione oltre a quello dell’anima.

Ma gli eventi passano e passa anche l’illusione della gioia festiva, dei fuochi artificiali, degli addobbi e dei decori e quando tutte le luci della festa si spegneranno, più tardi e altrove si accenderanno le luci dei piccoli roghi dei pezzi del gigante verde e dei tanti piccoli roghi di tanti altri piccoli giganti verdi nati o fatti nascere solo per morire.

La gioia che esige il prezzo di una vita – quale essa sia – non potrà mai essere una vera gioia.

Aspettando Un Anno Diverso

LA MAGGIOR PARTE DEGLI ANIMALI NEL MONDO

NON HA NESSUN “FELICE ANNO NUOVO” DA ASPETTARSI.

PER ME NON C’È NULLA DA CELEBRARE

FINO A QUANDO L’ORRORE CONTINUA.

ennio forina

Anche la maggior parte dei popoli umani non ha molte ragioni per aspettarsi una esistenza migliore e più giusta con il semplice passaggio da un anno all’altro. Ma gli animali non sono colpevoli del male degli umani, mentre il genere umano è la causa principale dell’immane massacro e sopruso degli animali schiavizzandoli, uccidendoli e togliendo loro il diritto di vivere per se stessi e non al suo servizio. Di anno in anno e in tutti gli anni a seguire.