Morire per Evolversi

La “Natura” si comporta con TUTTI gli organismi, esattamente come un pittore si comporta nel realizzare una propria opera. Esegue un dipinto e nel farlo impara qualcosa, ma il dipinto non risulta perfetto, così lo cancella e ne fa uno nuovo, sapendo che nel nuovo dipinto non ripeterà gli errori del primo perché dal vecchio ha ritenuto nella sua mente le informazioni che derivano dall’esperienza del primo, che sono poi trasferite nel nuovo dipinto. Ma  anche il nuovo dipinto, pur essendo più bello  non è perfetto, così il pittore lo cancella di nuovo e si prepara a farne un altro che, in teoria – ma non sempre succede – sarà ancora migliore. La morte è una staffetta di esperienze e memorie genetiche diverse, necessarie per l’evoluzione delle specie, affidate a nuovi organismi che possono utilizzarle allo scopo di rinnovarsi in forme viventi sempre più funzionali e perfette, quello che noi appunto ammiriamo nella Natura. L’universo è un divenire di eventi e una mistura degli elementi che erroneamente chiamiamo materia, e di fatto non esistono cose eternamente fissate nelle loro forme, altrimenti significherebbe che l’universo stesso sia statico e sterile, ma per fortuna non è così, l’Universo si trasforma continuamente ma non si disintegra, palpita nel suo dinamismo creativo e tutto in esso si rinnova senza fine.
Nemmeno i diamanti sono per sempre.

Ennio Romano Forina from: “A different Evolution”

ADDENDUM

Forse, avremmo più rispetto per il mondo vivente intorno a noi, se fossimo consapevoli di essere noi stessi una semplice parte di un grande progetto creativo Cosmico in cui le forme viventi si svolgono interagendo anche in rapporti cruenti e difficili da accettare per la sensibilità universale non solo umana, come i rapporti predatori e prede, ma tutte, inequivocabilmente obbedendo a un unico impulso, come se fossero un organismo singolo.

Penso che l’amore sia un’energia generata da questo impulso che si chiama per noi, Evoluzione. Se questa specie umana, che dagli alberi scese a colonizzare la terra milioni di anni fa, non si fosse smarrita nella sua presunzione e nel suo delirio di onnipotenza, se per sostenere le sue ragioni di sopravvivenza prima e di opportunismo dopo, non avesse prodotto tali e tante mistificazioni  della realtà, noi oggi saremmo sempre più fraternamente uniti al mondo vivente e non al contrario, sempre di più i suoi agenti distruttori, come risulta dalla formula che evidenzia il fatto che al progresso scientifico e tecnologico non corrisponde un progresso equivalente nella conoscenza sostanziale della Vita e nell’Etica, che anzi sembra essere inversamente proporzionale al primo.

E questo accade perché lo scopo prevalente del progresso della scienza e della tecnologica è di usare la realtà piuttosto che di capire la realtà.

Per conoscere la realtà e il senso dell’esistenza della vita su questo pianeta non è sufficiente sezionarla e misurarla nelle sue intime parti, anche giocando pericolosamente con i suoi elementi, ma serve comprendere i suoi misteriosi fenomeni senza la motivazione derivata dal controllo che sulla vita possiamo avere. È chiaro che il motivo preponderante per cui la scienza umana studia i segreti della vita ha uno scopo opportunistico, e non per la pura conoscenza delle cose.

La conoscenza vera ci renderebbe la consapevolezza di essere uguali alle altre forme viventi, tutte “animali” siano organismi di sangue rosso o sangue verde e non potrebbe essere altrimenti e così come non si può negare che la vita sia unica solo pensando che i nostri organismi e la nostra intelligenza non sono altro che il risultato di una collaborazione di diverse forme viventi che noi erroneamente definiamo semplici, e così come la Vita è inconfutabilmente unica anche la morte è unica, tutte le forme di vita infatti nascono per l’impulso universale dell’amore di una madre, quale essa sia, pur sempre qualsiasi embrione di essere vivente proviene da un “grembo” formato dall’amore universale, anche se un numero infinito di grembi è diversissimo da quello umano la loro essenza, la loro funzione e l’energia che li nutre sono le stesse.

Apparentemente, siamo consapevoli del perché la vita nasce dall’unione di geni e umori diversi, e siamo ben consapevoli del come si sviluppa crescendo per produrre altra vita, ma quando cerchiamo di spiegare i perché tutto questo accada invece di considerare le evidenze preferiamo inventarci favole e mistificazioni. Le ragioni sono diverse, ma sopratutto una delle più importanti è il fatto che non vogliamo ammettere di essere allo stesso livello di altre forme di vita che riteniamo “inferiori” prima perché se lo facessimo non potremmo più usarle arbitrariamente sfruttandole a nostro vantaggio, secondo, perché lo stato patologico della nostra presunzione è ormai cronicizzato sulla superficie delle coscienze e impedisce alla mente e all’anima di guardare oltre il suo opaco spessore la vera realtà.

Non vi è nulla di speciale nell’essere umano né nella sua tanto declamata e glorificata intelligenza, ma di questo parlerò in un altro capitolo del mio saggio su una diversa evoluzione.

Dunque, se tutti gli esseri viventi nascono per l’impulso creativo che unisce gli umori e i geni di due esseri diversi, che definiamo femmine e maschi, quale è la ragione per cui tutti gli organismi non possono perdurare oltre la funzione svolta di riprodursi e oltre la funzione stessa? In altre parole sappiamo perché si nasce: vivere nutrirsi e procreare ma perché gli organismi devono morire?

La mia tesi si svolge sull’evidenza che oltre al formidabile impulso di amare e procreare esiste un altro impulso fortissimo universale che non è altrettanto evidente, anche se non possiamo fare a ameno di notarlo e studiarlo almeno da qualche secolo nella storia del mondo vivente, ciò che avviene in quel contesto che chiamiamo Natura e che io preferisco chiamare “intelligenza cosmica”quella delle particelle degli atomi, e quindi anche di quella organica.

Lo scopo di questa intelligenza è l’evoluzione delle forme di vita e al contempo la ricerca creativa delle migliori soluzioni per le interazioni e gli equilibri di esse.

Questo impulso evolutivo non è affatto perfetto, va avanti per tentativi creativi, spesso anche sbagliando, ma non si ferma mai e corregge i suoi errori, i dinosauri erano uno di questi errori ed è stato corretto facendoli estinguere.

Non solo una meteora ma il semplice fatto di essere fuori misura per questo pianeta e non equilibrati con il resto del mondo vivente. La ragione per cui i dinosauri  sono scomparsi è la stessa per cui gli insetti e gli animali più piccoli sono vincenti rispetto agli animali più grandi. Oltre agli insetti un esempio di intelligenza organica perfettamente riuscito è quello del piccolo felino, il gatto che proprio per le sue ridotte dimensioni ha ottenuto una serie di vantaggi che gli hanno permesso di sopravvivere ovunque al contrario dei suoi parenti più grandi che rischiano l’estinzione.

Le dimensioni ottimali del gatto gli consentono di avere un numero di prede inesauribili in un contesto incontaminato dalla presenza umana , può arrampicarsi facilmente e saltare da grandi altezze senza impattare sul terreno per il suo peso contenuto, intrufolarsi in piccole tane e anfratti, trovare rifugi più facilmente senza dover spendere grandi energie e porzioni di esistenza per costruirle.

Ma questo complesso intelligente e dinamico si muove in un’unica direzione e sembra anche avere una gran fretta come se fosse consapevole che l’esistenza di questo meraviglioso raro laboratorio di vita organica, non sarà eterno non ci sarà sempre il calore di un sole amichevole e provvido di luce e di energia e non ci saranno tutte le condizioni ottimali che consentono l’esperimento. sulle condizioni casuali si sono innestate quelle volute dalle piante che infatti hanno innescato il processo evolutivo e di colonizzazione di tutto il pianeta, necessari per renderle ottimali.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Ma il tempo non è come dicevo infinito, per rispondere a questo impulso mirabile della vita.                        Dunque l’evoluzione deve essere veloce deve accelerare la velocità se vuole raggiungere la destinazione creativa prima che il sole si spenga o esploda o prima che un evento estraneo venga a turbare questo attuale miracoloso e fortunato equilibrio.

Ecco perché gli organismi devono morire, per evolversi meglio e il più rapidamente possibile. Userò una metafora per definire meglio la mia tesi che invero non ho mai sentito da nessun altra fonte e comunque non fa parte della consapevolezza comune dei popoli da sempre e anche adesso, le risposte sulla legge della decadenza fisica e della morte sono demandate alle fantasie, ai misteri delle religioni affidate a un imprecisata volontà e disegni divino da sempre oppure considerate dalla scienza nella considerazione del “come” il processo si svolge e non al suo “perché”.

Come accennavo, morire è il modo migliore per evolversi rapidamente e più efficacemente e al tempo stesso correggere gli errori nel punto di inizio di un nuovo organismo, non solo della parte organica tangibile ma anche di quella energetica, invisibile ai sensi tuttavia esistente.

Immaginate di essere alla guida di un’automobile, poniamo, una delle prime automobili anni 20 e di percorrere una strada qualsiasi, mentre voi guidate quest’auto, la vostra intelligenza acquisisce dall’esperienza del viaggio,  nuovi elementi di perfezionamento sul veicolo, che non potreste avere se non provandolo su strada, dunque vi accorgete che i freni non frenano abbastanza che il motore scalda troppo che occorrono dei fari e che le gomme sono troppo rigide, o semplicemente che i materiali usati possono essere migliori o che vorreste modificarla per percorrere terreni impervi, e quindi vogliate realizzare tutte queste implementazioni che non avreste potuto immaginare se l’auto fosse stata ferma, ma il problema è che qualsiasi modifica non potrebbe essere messa in opera mentre state guidando, ma sarà necessario fermarvi, portarla in officina smontare la macchina e apportare le migliorie e gli adattamenti in base all’esperienza ricavata dalla guida in movimento, e al percorso effettuato.

Ecco a cosa serve morire, serve ad apportare le modifiche più importanti necessarie e volute e desiderate al veicolo organico e fargli fare un piccolo ma deciso salto evolutivo per via delle informazioni acquisite nell’arco di vita (cioè la strada percorsa in movimento) consegnandole al costruttore di un nuovo veicolo così modificato. Tutto questo non può avvenire ovviamente nello spazio ambito di una generazione o due, ma passo per passo di moltissime generazioni e per talune modifiche anche di poche generazioni.

Certo gli organismi si rinnovano e modificano continuamente ogni giorno. Ogni individuo adulto non è più il ragazzino che giocava a pallone nei prati 30, 40 anni prima, quel ragazzino si è trasformato? Quel ragazzino è come se fosse morto perché non esiste più, esistete voi adulti e questa trasformazione è potuta avvenire gradualmente e in modo incruento perché era possibile farlo, per l’organismo era possibile modificarsi nell’ambito di una crescita graduale, ma non sarebbe stato possibile se la modificazione fosse stata necessaria in modo più significativo e più veloce. Ad esempio, il rettile che saltando di ramo in ramo capiva che sarebbe stato conveniente saltare spazi più ampi per nutrirsi o difendersi dai predatori aveva delineato nella sua intelligenza nella considerazione di superare gli spazi troppo grandi modificando il suo organismo, lo spessore dell’aria suggeriva l’estensione delle dita e degli arti, l’alleggerimento dell’ossatura e il ridimensionamento del corpo. Ma questa trasformazione non sarebbe stata possibile se non forse in tempi lunghissimi, perciò occorreva riporre il corpo in officina, smontarlo pezzo per pezzo rapidamente lasciando le informazioni delle modifiche inserite in un nuovo modello di corpo in grado di implementare e realizzare quelle modifiche in tempi relativamente molto, molto più brevi. Questa tesi trova conferma nella formidabile accelerazione dell’evoluzione degli organismi nelle ultime ere, a testimoniare l’evidenza che i processi evolutivi hanno una terribile fretta di raggiungere gli obiettivi. Non sappiamo esattamente quali siano questi obiettivi, anzi forse non si tratta di obiettivi o traguardi finali, la mente umana si è adattata a pensare razionalmente che tutto sia razionalmente e geometricamente descrivibile, affidandosi alla misurazione delle cose e del tempo in modo numerico e non intuitivo, che non sembra il modo in cui l’intelligenza cosmica pensa e agisce, e fossimo stati gli organizzatori dei astri li avremmo disposti secondo il nostro gusto e la nostra mania di mettere le cose in ordine secondo schemi geometrici e osservare il firmamento sarebbe stata una noia mortale. Lo skyline di una grande città può essere impressionante possiamo esserne impressionati ma il profilo erratico delle catene montuose risponde a un concetto estetico superiore e suscita contemplazione mentre nessuno si fermerebbe a “contemplare” una città per quanto impressionante e piena di opere d’arte possa essere, è sempre un riflesso limitato e costretto della limitata e costretta razionalità della mente umana. Io penso piuttosto all’armonia, cioè alla vita organica come ad un esperimento di creatività artistica cosmica, che deriva comunque dalle energie e dall’intelligenza del ‘Universo stesso, che crea per il gusto di creare armonia e la conseguente bellezza che ci affascina e che ci rassicura, da quella del firmamento a quella degli alberi, dei fiori, delle nuvole, del mare e di tutte le innumerevoli  forme che percepiamo solo in parte con l’uso dei sensi preposti alla esistenza di specie, come gli altri animali, ma fra noi e questa energia purtroppo abbiamo costruito barriere nei millenni di falsità che gli altri organismi vegetali ed animali non hanno, per questo essi sanno già quello che noi dobbiamo imparare di nuovo, e questa è la ragione per cui abitiamo in un mondo fatto di meraviglie organiche e inorganiche ma tutte viventi, tutte espressioni di una  stessa intelligente energia.

 “A Different Evolution”. Ennio Romano Forina/

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