Una Evoluzione Diversa…Cosmic Harmony

 

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Quando ho iniziato a scolpire forme umane femminili con rami tagliati da inopportune potature è stato per un senso di rabbia e di frustrazione, per non poter impedire questi massacri periodici fatti per i motivi sbagliati, nei modi sbagliati e nei periodi sbagliati, che di fatto fanno ammalare, alterano la normale crescita e stabilizzazione degli alberi e fanno marcire i monconi di rami amputati che vengono invasi dai funghi e infine causano la morte prematura degli stessi alberi. Ma di tutto questo la gente comune non si rende conto e continua a credere che le potature siano una delle azioni più lodevoli che possano essere intraprese da una amministrazione civica. Io non ho mai sentito venire da nessuna parte  qualche flebile protesta di indignazione per le sigarette consumate a metà che vengono gettate sprezzantemente sul suolo pubblico a miliardi nel giro di un anno, né sentito esprimere una preoccupazione specifica, una campagna sensibilizzatrice da parte delle istituzioni per scoraggiare, se non impedire questo barbaro modo di disporre dei resti dei propri vizi né da parte di nessun condominio o singolo cittadino protestare pubblicamente per i marciapiedi coperti da questi residui tossici e pericolosi. Ma per le foglie degli alberi sì. Non c’è un condominio di questa città che non si preoccupi in modo prioritario della presenza al suolo delle foglie degli alberi non delle sigarette. E in questo caso alle proteste seguono gli interventi autonomi e quelli pubblici quasi senza esitazione. Le foglie degli alberi che non solo non sono tossiche ma hanno la funzione di arricchire il suolo mediante la disgregazione enzimatica delle loro strutture e quindi di dare il giusto nutrimento alla pianta stessa che le ha prodotte per quanto queste sostanze possano attraversare la prigione di asfalto che racchiude le radici. Ma le piante sono intelligenti  molto più intelligenti di quanto si possa comunemente supporre, e trovano il modo di sopavvivere nonostante noi facciamo di tutto per impedirglielo. Ma la ragione che segue questa mia riflessione è un’altra: altrove ho parlato delle false convinzioni che sono stabilite nella cultura generale riguardo le potature degli alberi, qui , invece voglio parlare di un’altra evidenza che ho scoperto per “serendipity” nel momento in cui progredivo nello scolpire la mia seconda statuetta in un tronco di un pino. La mia prima scultura era ricavata da un piccolo ramo di platano abbandonato al suolo nel mese di giugno inoltrato, periodo in cui di consueto vengono fatte le potature, almeno qui a Roma incuranti del fatto che se un albero emette dei rami e genera le foglie vuol dire che sta effettuando una procedura biologica e biochimica imparata in milioni e milioni di anni, la stessa che ha consentito a tutti gli esseri viventi (compreso noi) di esistere e che ci permette di utilizzare il risultato di questa intelligenza vegetale per fare tutte le nostre stupide cose, senza nemmeno un pizzico di gratitudine, pensando che sia scontato che qualcosa nella natura ci abbia dato l’aria da respirare, – così per grazia ricevuta, – ma noi invece di essere riconoscenti ne disponiamo nei modi più ottusi. Dunque, quello che ho scoperto lavorando sul mio primo rametto di pino era che man mano che la figura prendeva forma nelle sue parti, nel torso nei seni nelle cosce, nei glutei, i cerchi concentrici delle varie età dell’albero si disponevano in modo armonioso parallelamente all’armonia da noi riconosciuta ed ammirata delle forme femminili. Tutto il corpo femminile nelle varie parti era segnato  e sottolineato dalla bellezza delle striature e più un elemento del corpo risultava progressivamente ben fatto, più le striature assumevano un disegno più fluido e bello e assecondando ed esaltando le curve e gli spessori, come fossero un abito trasparente aderente al corpo. Non è la bellezza di una formula matematica, perché la matematica come la intendiamo noi vale solo in questa nostra dimensione di mezzo, mentre nel microcosmo quanto nel macrocosmo non funziona affatto così. È il ritmo della vita universale che è armonioso e creativo, erratico e anche nelle sue discordanze è bello proprio per questo… Si pensi cosa sarebbe il cielo notturno se le stelle fossero disposte in ordini geometrici riconoscibili e schematici. Oppure lo skyline di una catena montuosa che invece di essere irregolare e frastagliata fosse fatta di parallelepipedi messi in bella fila. O che le onde del mare si disponessero allineate con le loro increspature bianche, come fossero i soldatini di un esercito di secoli fa, che avanza a farsi massacrare. Come se un gruppo di ingegneri umani avesse il compito e il potere di sistemare una porzione di universo secondo i nostri criteri, facendo quello che gli architetti umani fanno nel progettare i nuclei civici, cioè i nostri sepolcri abitativi. Palazzi e grattacieli come parallelepipedi o cubici o triangolari con finestrelle tutte uguali come  le aperture di loculi di un cimitero vivente. Anche se adesso si cerca di osare delle distorsioni più audaci e meno scontate ma ancora con scarso successo. File di alberelli monotone a fiancheggiare percorsi, strade e aree d’erba degradate a tappeti uniformi.

Ma il cosmo non è così, se non basta quello che possiamo vedere e non guardiamo quasi mai dai nostri consueti punti di osservazione, basta vedere la foto del telescopio Hubble che evidenzia la caoticità armoniosa del cosmo e basta guardare dentro le intime strutture atomiche dei nostri corpi o della materia, che sempre solo nella nostra dimensione di mezzo, riusciamo a plasmare e costringere in forme lineari geometriche precise, ma anche all’interno di questa materia c’è un apparente ma evidente caos. Ma in ciò che chiamiamo Natura tutti i caos sono dinamicamente impegnati a cercare una armonia, una stabilizzazione non definitiva, che nelle nostre limitate capacità sensoriali tuttavia decifriamo come “Bellezza”.  Ecco perché io sostengo che sia l’intelligenza che l’armonia e quindi la bellezza che dall’intelligenza deriva, sono la stessa cosa in  tutto l’universo. Noi non siamo più intelligenti di una pianta perché abbiamo realizzato costruzioni macroscopiche con le combinazioni che hanno prodotto materiali inediti.  Abbiamo realizzato queste cose perché i nostri organismi erano adatti a utilizzare l’intelligenza unica universale in questi modi e a sviluppare questi risultati. Noi siamo l’orchestra, non la musica, siamo le note, non il compositore. L’intelligenza che ha ideato e poi realizzato la piuma di un uccello non è l’intelligenza di quel singolo uccello, ma è l’intelligenza fondamentale che comprende tutte le intelligenze particolari ed è l’intelligenza cosmica.

Abstract from: “A Different Evolution” ennio forina

8 thoughts on “Una Evoluzione Diversa…Cosmic Harmony

  1. e qui ti volevo 🙂 …poichè da semplice appassionata di arte non ho mai sentito o letto critiche su di lui. Ho visto le installazioni di gigantesche opere al parco della Venaria Reale e composizioni più piccole nelle sale interne e devo dire che purtroppo nell’insieme non mi ha entusiasmato come credevo e mi aspettavo (da quanto letto sulle riviste); e si, l’ho trovato anche ripetitivo. Credevo fosse una mancanza di interpretazione da parte mia, ma le tue parole mi consolano. Appena potrò andrò a dare un’occhiata con calma al tuo link, grazie di avermi facilitato la ricerca,buona giornata.Per ora la inizio con un po’ di ritardo sulla tabella di marcia 🙂

  2. cicche vs foglie: l’idiozia umana non ha un termine…
    finalmente sono arrivata ad una tua scultura in legno, devo dire molto bella anche lasciata così, nel legno grezzo, senza tinta, per esaltare le venature del legno, che già di per sè compongono un motivo ornamentale.
    Conosci le opere del torinese Giuseppe Penone? Anche lui ricava dai tronchi sculture moderne e suggestive.

    1. No, non ho frequentato il mondo contemporaneo dell’arte, ho studiato quello antico e classico per mio conto. Sono un autodidatta puro, e sono anche un lupo solitario ma estroverso. Posso conversare con chiunque. Io ho pubblicato sul “Giornalino” di Padova la mia prima piccola illustrazione a 14 anni mentre studiavo per mio conto ottenendo l’idoneità al quinto ginnasio e siccome a quel tempo iniziava il ’68 a scuola si faceva politica comunista e non si studiava così ho lasciato perdere e ho continuato il percorso di illustratore, scrittore, e in seguito di art director nel campo editoriale e pubblicitario. Non sono un vero artista nel senso che a parte la professione di illustratore,ne ho pubblicate a centinaia e centinaia le mie pitture non sono immagini decorative ma piuttosto pensieri filosofici. E infatti tutto quello che faccio ha un carattere e una ragion d’essere filosofica. Anche la statua chd hai visto (non finita) lo è e infatti lo spiego nel testo. Considero l’arte contemporanea , da Duchamp in poi, una delle più macroscopiche mistificazioni culturali della storia umana e ovviamente non trovo nemmeno degna di critica analitica perché l’idiozia pura non si può analizzare ma solo constatare. Devo ordinare meglio il mio blog perché ho pubblicati circa 340 post ma sono quasi tutti messi in fila e e le poche immagini di dipinti sono in fondo, adesso li sistemerò nelle sezioni appropriate così sarà più facile vederle. Aggiungo che c’è una mia opera importante celebrativa dell’attacco alle torri gemelle che è nel museo virtuale di new york. Io sono stato il primo italiano ad aver contribuito con un’opera e loro mi dissero che sarebbe stato un onore poterla includere nell’artist’s registry. C’è anche un mio poema che però adesso sto rivedendo e l’ho temporaneamente rimosso. Questo mio lavoro ha delle caratteristiche che richiedono grandi dimensioni e può essere declinato in vari modi, ma per ora il museo è solo virtuale. Purtroppo l’immagine online ha una risoluzione troppo bassa che non consente di decifrarla. devi leggere il testo per capire di cosa si tratta. Ti dò il link e poi fammi sapere…https://www.911memorial.org/registry/ennioforina

      1. ho ammirato i tuoi disegni tra cui mi hanno particolarmente colpita i due sulle torri gemelle, al cui proposito ti domando che tecnica hai usato, e molto d’effetto quello sulla mattanza delle foche. Non meno interessanti gli altri tra cui non ho potuto fare a meno di notare la dolcezza espressiva del ritratto della giovane dal velo azzurro, una sorta di giovine attuale Madonna

      2. La giovanetta è un ritratto ideale di Beatrice Cenci torturata e fatta decapitare davanti Castel Santangelo dal papa clemente VIII nel 1600. La cui commovente storia mi ha profondamente colpito come un emblematico esempio di crudeltà e ingiustizia. così come ha colpito anche altri personaggi, es. Shelley, che ha anche scritto un’opera su di lei che non ho letto. Non so se conosci questa storia. C’è anche un elemento di mistero riguardo al modo in cui mi sono interessato alla sua storia 6 o 7 anni fa, ed è che ricordo di aver visto un giorno , un dipinto che la raffigurava davanti alla finestra della sua prigione e di essere stato particolarmente colpito dall’espressione dolce e indifesa quasi chiedendo aiuto. Poi è passato qualche tempo senza che indagassi oltre sull’identità di quella figura ma il suo ritratto e il so nome mi sono rimasti in mente e, credo forse un anno dopo ho fatto una ricerca, molto facile e ho conosciuto la sua terribile storia. Il fatto è che non sono mai più riuscito a ritrovare o a ricordare dove avessi visto il primo ritratto e ogni mia successiva ricerca mi ha portato alla solita immagine del quadro attribuito a Guido Reni, che ho visto a palazzo Barberini, Sono anche andato a cercare dei riferimenti sul luogo dove presumibilmente era stato sepolto il suo corpo, cioè nella chiesa si S. Pietro in Montorio alle falde del Gianicolo ma la chiesa ha cercato di cancellare ogni traccia di questo suo delitto. La sua prigione era nel centro di Roma , nella città vecchia dove spesso io e mia moglie passeggiavamo, e siamo passati molte volte sotto quella finestra che ho riconosciuto come quella raffigurata -dall’interno – nel dipinto perduto.
        Non so se hai visto scorrendo il mio blog delle foto di una giovane donna con i capelli lunghi chiari, alcune di fronte al mare e altre ancora sempre della stessa persona ma scattate in tempi diversi e se hai letto delle poesie ad esse allegate. Sono le foto della mia compagna di vita prese circa venti anni fa, che ha lasciato questa dimensione pochi mesi fa, dopo una malattia auto immune che progressivamente l’aveva completamente paralizzata tuttavia restando nel pieno possesso della sua mente. È morta l’11 marzo di questo anno, non c’erano cure possibili ed è stata in casa con me fino all’ultimo mese per tentare l’ultima disperata cura per salvarla ma non c’è stato nulla da fare. non ci sono protocolli di cura per queste malattie. Volevo dirtelo perché se stai visitando più attentamente il mio blog ti imbatterei sicuramente in questi documenti e forse anche perché pur non conoscendoti personalmente penso che abbiamo qualche affinità elettiva in comune e ti sento amica.
        Per le twin towers ti spiegherò tutto, più tardi.

      3. Ti conosco da poco tramite ciò che le parole raccontano di te e ti ringrazio per questa tua intima confidenza; ti sono vicina, per quanto lo si possa essere qui, ma credo che aver sofferto mancanze simili possa portarmi a comprendere questo tuo dolore ancora fresco. Purtroppo persi un fidanzato per leucemia diversi anni fa e anche se la vita mi ha fatto incontrare altre persone, posso dire che ancor oggi il dolore non è sminuito. Il tempo allevia, ma non cancella.
        Conosco la storia della Cenci, ne avevo letto e visto anche un film in tv diversi anni fa. La sua incredibile storia che mi è rimasta impressa al pari di quella di Artemisia Gentileschi. So che esiste un quadro di un certo Achille Leonardi che la ritrae nella sua cella, te lo metto qui in calce. Tutto ciò che è pubblicato nel tuo blog lo scoprirò col tempo, retrocedendo nel tempo in cui non ti seguivo ancora. Ti saluto con un abbraccio per le stesse affinità di cui parli e per cui mi senti amica, e questo può solo farmi un enorme piacere. A dopo.

    2. Si, avevo visto quelle sculture, Daniela ma devo essere sinceramente critico, sono belle ma non è lui lo scultore, ma gli alberi stessi scolpiscono le loro forme con l’aiuto dl sole e dei venti e costui le viviseziona assemblandole secondo gli effetti a lui piacevoli, ma non vedo nulla di veramente creativo in questa operazione. Poi ho visto anche delle piante utilizzate per comporre allestimenti d’opera. Bè una volta siamo andti ad una mostra a roma di quel tizio che aveva fatto un enorme scheletro con un cono al posto del naso e dipingeva solo sagome vagamente umane con questo grosso cono in tutte le salse, poi in una sala grande e buia c’erano un centinaio di piante nei vasi che venivano continuamente sferzate dal vento prodotto da enormi ventilatori. Una vera e propria tortura. Andai a protestare alla direzione perché le piante sono esseri viventi non pezzi di legno e foglie che possono essere a disposizione della scarsa creatività e dell’infimo talento di sedicenti artisti di successo.

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