A volte le donne dovrebbero chiedersi cosa significa e cosa comporta appartenere alla specie umana. Quella della “donna” è una identità artificiale, costruita sulle logiche umane che spesso non corrispondono alle logiche naturali, organiche. Non dovremmo avere paura di chiamare con il loro vero nome gli esseri viventi. Le “donne” sono innanzitutto esseri di sesso femminile, mentre la definizione di donna è una sovra imposizione culturale umana, più o meno lontana dalla vera essenza dell’ essere femminile e diversamente criticabile secondo le diverse culture che la definiscono. Quindi non è sufficiente attribuire alle “donne” in genere degli attributi positivi universali. Gli “uomini”, cioè i maschi non sono altro che femmine in origine, modificate per assolvere al compito di apportare geni diversi e rendere più creativi i processi evolutivi. Sostanzialmente donne e uomini, cioè maschi e femmine hanno la stessa identità ma quello che fa la differenza e crea le sofferenze e le ingiustizie sono le strutture culturali umane che distorcono le realtà biologiche per via della cattiva e prepotente natura della belva umana in sé, che comprende donne e uomini indifferentemente. Il coraggio che serve alle donne per affrontare le sfide delle ingiustizie e prepotenze culturali non è un coraggio di specie, perché anzi gli uomini sono molto più disperati esistenzialmente delle donne e per questo hanno sempre voluto asservirle per non restare soli con il loro vuoto esistenziale e ci sono riusciti sempre, paradossalmente con la stessa complicità delle donne che allevano i propri figli per farli diventare i prepotenti ottusi del domani che cercheranno di assoggettarle secondo le loro convenienze. Di conseguenza, le donne che diventano madri dovrebbero smettere di compiacersi e anche stimolare le attitudini prepotenti dei loro figli maschi pensando che possano essere qualità per affrontare meglio il brutale mondo degli umani o come una estensione della forza maschile che a loro manca. In questo modo il mondo non fa altro che ripetere gli errori e le nefandezze di ogni generazione. Il coraggio vero e la vera forza non sono generati dalla prepotenza ma dall’ altruismo e dalla compassione. È il semplice fatto di essere vivi che richiede coraggio, cercando sempre di capire nella profondità se siamo nel giusto o se stiamo sbagliando, indifferentemente dall’essere donne o uomini.
molto saggia questa tua osservazione, se la maggioranza si comportasse seguendo questo pensiero si vivrebbe assai più in armonia
Ti ringrazio, il problema è che “i molti” si accontentano di valutare gli effetti degli eventi e non cercano mai di risalire alle cause. Dal momento che sei tra le poche persone che apprezzano le mie riflessioni, vorrei che leggessi queto mio articolo che ho scritto alcuni anni fa per un giornale online e ricevere un tuo commento dopo. grazie ancora. https://thescienceofintuition.org/2017/05/22/medusa-ancora/