IL DILEMMA DEL SENTIRE-

Penso che esista un modo sicuro per verificare la qualità dell’etica, l’onestà intellettuale e la vera sostanza di visione di un partito politico, che non è quello di proporsi come la crema aristocratica della società civile né quello di guadagnare facili e larghi consensi popolari e adesioni di “salta-in-carrozza vincente” ovvero per mezzo di macchinose e inconsistenti ingegnerie demagogiche o declamate velleitarie rivoluzioni, che nella evidenza dell’attualità, dimostrano di non essere altro che sostituzioni di supponenze con altre supponenze, di arroganze con altre arroganze e di aristocrazie stabilite con altre nuove e improvvisate aristocrazie.

Cambiano a volte, alcuni soggetti, ma l’evoluzione della politica non si muove di un passo.

I partiti politici che dimostrano indifferenza per le indicibili sofferenze degli animali sottoposti a infiniti sistemi di schiavitù e torture e che non pongono la questione etica, educativa e giusta del riconoscimento dei loro fondamentali diritti di vita e di libertà, non potranno mai essere credibili se non affrontano coraggiosamente questa orrenda realtà che proprio le leggi, stabilite da tutte le generazioni politiche, hanno assegnato agli animali. Per questo io non crederò mai all’intelligenza sensibile e alle millantate buone intenzioni di nessuna parte politica che non abbia il coraggio di affrontare la realtà e che non si impegni in modo prioritario a restituire agli esseri viventi i loro diritti.

Si tratterebbe solo di sostituire la predazione con innumerevoli sistemi simbiotici, molti dei quali in atto da sempre e altri possibili sotto l’egida di una buona scienza etica.

La pervicace volontà e incapacità di evitare l’immane offesa e sofferenza perpetrata dal costume popolare e dalle leggi evidenzia un’etica labile e una coscienza collettiva ottusa.

Noi possiamo inviare tutte le placche d’oro e di platino ai confini dello spazio sconosciuto per raccontare alle eventuali forme di civiltà aliene tutte le menzogne auto incensanti dei meravigliosi traguardi dell’intelligenza umana e della superiore moralità ma se una sonda potesse contenere anche la verità dei nostri misfatti, degli eccidi, delle nostre prepotenze consumati dall’inizio dell’era umana, lascerebbe una scia di sangue lunga da qui alla più lontana galassia come un marchio indelebile a testimonianza anche della parte ignorata della vera natura umana.

Ma il paradosso umano, che ci porta a credere nel mito della superiorità intellettiva e morale della nostra specie, è che in realtà proprio la nostra peggiore natura, la nostra incomparabile ferocia e avidità, essendo causa di sofferenze anche all’interno della nostra specie che ci ha costretti a sviluppare una compassione più omnicomprensiva ed estesa.

Diventiamo saggi e “buoni” solo dopo le immani distruzioni che siamo in grado di compiere e questa labile saggezza rivela la sua inconsistenza nel fatto che non riusciamo a trasmetterla alle nuove generazioni tanto che esse finiscono quasi sempre a ripetere gli stessi errori, le stesse tragiche esaltazioni ed eventi.

Ma per gli animali i tragici eventi sono senza soluzione di continuità. Per questo noi non saremo mai portatori di una vera morale e di una vera intelligenza continuando a ignorare i nostri delitti, quelli passati e sopratutto quelli attuali, ai quali non ci opponiamo.

Una politica dunque, che ammette, consente, legittima e anzi promuove l’orrore in nome del profitto e del benessere primario della società umana, è una politica basata sulla menzogna opportunistica non sulla visione etica del benessere generale e non può essere davvero né credibile né affidabile.

La nostra maggiore capacità di sentire è conseguente e compensativa della nostra peggiore e maggiore capacità di fare del male e abbiamo dovuto essere così consapevoli del male che siamo capaci di compiere, che di riflesso, abbiamo persino imparato a estendere il sentimento della compassione, ma solo a volte, solo per breve tempo e da sempre, solo per pochi di noi.

Cari Amleto e Cartesio, pensare ed essere, non basta, il vero dilemma è: “Sentire o non sentire”.

Ennio Romano Forina

2 thoughts on “IL DILEMMA DEL SENTIRE-

    1. Anche la conoscenza scientifica e il progresso tecnologico, come la religione, hanno fallito, anzi anche impedito, l’evoluzione dell’animo e dell’etica umana. Siamo ancora gli stessi primordiali bipedi tecnologici che siamo sempre stati.

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