Sterminio dei Cinghiali e oltre…

“L’UNICO CINGHIALE BUONO È QUELLO MORTO” Così disse il generale Custer mi sembra, anche perché i cacciatori e i carnivori ne apprezzano le carni, come per la strage dei bisonti delle vaste pianure nordamericane per le pellicce. Dopo i cinghiali, si vedranno droni armati inseguire i gabbiani e i corvi per abbatterli, (i passeri muoiono perché non sanno più dove andare, cercano cibo improprio nelle spazzature e si gettano pericolosamente tra le gambe dei tavolini dei bar e ristoranti per raccogliere briciole fra le cicche velenose e gli altrettanto velenosi olii dei motori, almeno bar e ristoranti in strada abbondano, ma i passeri hanno paura di noi, hanno paura ma sono disperati, vogliono sopravvivere e osano.

Ai gabbiani e ai corvi dovremmo essere grati, loro il riciclo degli scarti alimentari lo fanno davvero efficacemente.

Ho incontrato molte persone che si indignavano per le briciole di pane e le foglie degli alberi, non ho mai visto nessuno lagnarsi per le cicche, i nefasti vizi umani non sporcano.

Oggi tagliavano altri rami ai pini di Gregorio VII, lo fanno da anni lì come altrove nelle città italiche, pensano sia indispensabile, è un servizio richiesto a gran voce dal popolo che odia gli alberi. A volte ho chiesto perché, in Italia specialmente, si mutilano gli alberi con grande solerzia. Non ho mai ricevuto risposte scientificamente valide. È come se a noi tagliassero pezzi di polmone e parti di intestino, ma gli esperti sono convinti che sia salutare per gli alberi perdere foglie e rami così, non basta che le radici siano asfissiate dall’asfalto in terreni tossici e senza ossigeno, no, non basta, gli tolgono anche il nutrimento del sole che per i vegetali è fondamentale, e come fa un organismo a mantenersi in vita se viene deprivato dai suoi apparati vitali?

Si ammala come ci ammaliamo noi senza nutrimento, si indebolisce e al primo soffio di vento, o senza nemmeno quello, cadrà su qualche preziosa macchina o sulla testa di qualcuno e diranno poi che non era stato potato abbastanza mentre è proprio la potatura brutale ad essere la principale causa della caduta. Pini che cercano inutilmente di sfuggire ai morsi delle motoseghe elevandosi, puntando quell’ultimo misero ciuffetto di foglie aghiformi al cielo come fa un naufrago che annaspando tra le onde, tende il capo e la bocca anelante aria e respiro vitale.

Ma va bene così, il “degrado” da contrastare non sono le piazze e le strade dei giardini dove si spacciano le droghe, adibite a dormitoi e latrine, il degrado sono le chiome degli alberi, le foglie, gli uccelli, i topi? I topi nemmeno loro sono davvero responsabili ma evidenziano la realtà del nostro degrado e della nostra sporcizia perché se ne nutrono, se noi fossimo più efficacemente puliti e ordinati il loro numero si ridurrebbe drasticamente.

L’altro aspetto devastante delle città umane è la parte inferiore, se una città venisse capovolta di 180 gradi, vedremmo come è davvero l’altra faccia della medaglia, vedremmo come si avvelenano e si riducono la terra e le falde acquifere.

Così muore la terra e così muore il mare, ma i cinghiali, i gabbiani, i corvi, i caprioli, le talpe, tutti gli animali che cercano disperatamente di sopravvivere liberi sono il problema che la sapienza umana risolve con il fucile.

Definizione del sostantivo “Sterminio”: uccisione di un grande numero di esseri viventi.

Ennio Romano Forina

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