Strano. La Guerra

Dunque è guerra ancora, e non è una guerra nuova è sempre un misto di avidità, paure ancestrali, paure razionali, miti e deliri di onnipotenza.

È la stessa guerra primordiale, o la guerra di conquista basata sulla presunzione ingenua e nefasta di creare una stabilità per imposizione, per la legge del più forte, ignorando il fatto che nessuna prepotenza potrà mai portare stabilità ma solo odio e rancore repressi, inespressi e desiderosi di rivalsa e di vendetta.

E in effetti la specie umana, nel delirio delle sue droghe è l’unica che esprime una superiore crudeltà attraverso l’odio, la vendetta e il sadismo tutte prerogative nostre che nessuna altra specie animale possiede, nemmeno le più spietate e crudeli per loro natura.

Ed è proprio questo il problema: la sostanza della natura umana, mentre quando si esaminano i fatti che preludono ai conflitti, piccoli o grandi che siano, si pensa solo allo svolgimento degli eventi in un semplicistico esame delle relative colpe di ciascuna parte senza cercare le ragioni profonde della incapacità umana di convivere nel rispetto universale e nella collaborazione fraterna.

Di volta in volta, avviene la replicazione di attitudini, aspirazioni e atti che si accumulano nel popolo di una nazione come forze potenzialmente distruttive che prima o poi diventano irrefrenabili.

Potere e ambizioni vanno di pari passo, o meglio crescono insieme strettamente e intimamente legati tra loro.

Qualsiasi attribuzione di potere piccolo o grande, di qualsiasi livello, ricevuto o acquisito sul campo con la forza e la prepotenza o per assegnazione, genera parimenti uno stato di delirio in cui il portatore di questo potere vede se stesso come un semidio, superiore ai suoi simili e al mondo vivente tutto, nel mito di un sé stesso insignito della speciale autorità di prevaricare l’esistenza altrui e assoggettarla al suo unico e limitato modo di concepire l’ordine delle cose.

La storia umana è costellata da numerosissimi esempi emblematici arcinoti ma ce ne sono ancora molti di più rimasti nella fase minore di formazione incompiuta e tantissimi potenzialmente tali ma che non sono riusciti per condizioni diverse a svilupparsi e a entrare nel novero delle cause dei grandi eventi drammatici storici nefasti e devastanti.

Ci hanno provato in tanti, singoli personaggi, come Alessandro Magno, imperatori e condottieri tanto distruttivi quanto effimeri e inconsistenti, interi popoli come gli antichi romani o i faraoni o gli imperatori persiani, o le grandi potenze coloniali o gli psicopatici come Hitler e Stalin, i megalomani come Napoleone e Mussolini, ed erano grandi nel loro potere perché sostenuti da milioni di persone che si riconoscevano nei loro incubi pensando e illudendosi che fossero sogni, oppure anche dei semplici furfanti senza spessore, come capi religiosi e monarchi e nazioni colonialiste avide di ricchezza da depredare altrove, con la scusa di portare una civiltà superiore o per la semplice legge della barbarie.

E ci stupiamo che ora ci sia una guerra che stiamo considerando con sorpresa e con timore soltanto perché è così vicina e i contendenti sono così pericolosamente distruttivi?

Il mondo è sempre stato in guerra, dopo le due grandi guerre, le nazioni vincenti e perdenti si erano illuse che gli orrori documentati e rievocati rappresentassero un sicuro antidoto a ripetere quelle stesse azioni e a inibire le ambizioni che li avevano generati, ma è evidente che non basta il ricordo se la consapevolezza del Male non viene usata per capire e quindi liberarsi dal potere del Male.

E il Male purtroppo, è in ciascuno di noi, perché la specie umana è la specie del paradosso.

Nessuno di noi sopravvivrebbe senza essere parte di una realtà di convivenza collaborativa e rispettosa di altri come noi. Nessuno sopravvivrebbe né fisicamente e nemmeno psichicamente, siamo intimamente legati agli altri e non solo ai nostri simili umani ma al resto di tutto ciò che vive ed oltre a tutto ciò che esiste: il Cosmo.

Eppure da animali impazziti e senza direzione coltiviamo e custodiamo ancora i pregiudizi e le intolleranze distruttive antiche e in effetti finiamo con il distruggere cecamente, al di là delle dichiarazioni ipocrite e false di volere ciò che è giusto in assoluto, noi invero consideriamo “giusto” tutto quello che a noi fa comodo, come singoli individui, famiglie, gruppi e nazioni sempre con un dio inventato dalla nostra parte.

E ci stupiamo delle guerre? Il conflitto è in noi, siamo in eterna guerra anche con noi stessi, paure e pulsioni inappagate, ambizioni e motivazioni deboli e false, presunzione e visione circoscritta delle cose, pensiero debole e opportunismo. Noi coltiviamo queste orribili attitudini come fossero virtù.

Il nostro è un mondo di brutalità e opportunismi legali, legalizzati e illegali che segue una sola direttiva, e un unico dio, il profitto. Giustamente si aspira al benessere, ma il vero benessere è tale se tutti possono nutrirsi di questo benessere, e possano riuscire a produrne per beneficio proprio e altrui, in modi eqilibrati per tutti gli esseri viventi, altrimenti il benessere egoistico è solo rapina. La ormai insulsa e noiosamente famosa allocuzione : “la tua libertà finisce dove inizia la mia”, altro non è che la formula di spartizione controllata del bottino, è la regola sottintesa delle nazioni come dei condomini o delle gang criminali. È un precario equilibrio di forze e di interessi basato sulla mutua predazione di ricchezze e dello sfruttamento di chi non può difendersi, un equilibrio che si può rompere facilmente, perché i limiti di questo paradigma sono soggettivamente interpretabili secondo individuale convenienza.

La formula dovrebbe invece essere articolata in ben altro modo: ” La mia libertà è sconfinata, non ha limiti nel pensiero e nell’essere, ma non può imporsi con prepotenza sulla libertà e la dignità di tutte le forme di vita e non può e non deve causare danni e sofferenze ”. Quindi per quanto illimitata, la mia libertà è consapevole di un’etica universale che possiamo riconoscere facilmente in tutte le espressioni della vita. L’amore che ha la sua più alta espressione nell’amore materno universale, la vera essenza di questo fenomeno che chiamiamo Natura.

Questa guerra è una guerra primordiale, se fosse combattuta con le clave o con le lance e i pugnali di selce, sarebbe lo stesso, ha le stesse connotazioni e le stesse motivazioni. È una guerra generata nella paura e nell’avidità di territori, con tutto quello che vi è sopra e sotto di essi e con i passaggi che essi permettono.

È una guerra fatta di pregiudizi e diffidenze come tutti i conflitti e come tutti i conflitti generata dall’ignoranza e dalla droga del delirio di onnipotenza. È la guerra generata dagli incubi di due forme tiranniche, un capitalismo sfrenato drogato di crescita e consumo contrapposto a un potere che si è sentito escluso da questa insana frenesia di ricchezza del dispotismo finanziario “Whatever it takes” che passa come un rullo compressore devastando e distruggendo un equilibrio non di gestione del rapporto lavoro = sussitenza e benessere, ma distrugge anche un popolo di anime, come di anime è costituito il mondo degli altri animali soggiogati e vere vittime che subiscono totalmente e senza colpa l’inferno della nostra follia.

Nei colpi di cannone e nelle esplosioni dei missili muoiono e soffrono anch’essi del tutto innocenti mentre TUTTI i popoli umani hanno colpe pregresse. Alternativamente le nazioni e le tribù sono stati predatori a volte e prede altre volte, sono stati vittime in un tempo e in un altro tempo carnefici, sono stati oppressi e quando hanno potuto sono stati oppressori, nessuno escluso, tutti colpevoli e questo retaggio amici miei, persiste nei geni di ciascuno di noi, tutti noi abbiamo avuto antenati, avidi, santi, furfanti, assassini, prepotenti, tolleranti, saggi, stupidi, egoisti o generosi e altruisti. Sta a noi la scelta della giusta direzione e dei giusti compagni di viaggio nel percorso di questa esistenza affinché si possano proiettare nelle future esistenze gli impulsi migliori, costruttivi e positivi anziché quelli distruttivi.

Mi sono rivolto spesso con un semplice schema di logica elementare ai criminali di sempre, sia quelli che agiscono nell’ambito delle leggi che quelli che ne sono al di fuori.

Vi è una certezza inconfutabile, che se essi ambiscono a sopravvivere a sé stessi tramite la loro discendenza non c’è dono, eredità peggiore che possano lasciare ai loro amati figli e nipoti e pronipoti, del mondo in cui vivranno il loro futuro che sarà forgiato e pervaso dall’egoismo efferato e perverso che “loro” stessi contribuiscono a costruire nell’illusione di lasciar loro delle effimere e precarie ricchezze. l’unica ricchezza vera e sostanziale, sarebbe il poter crescere e vivere in un mondo migliore, sano, giusto e gentile, pervaso di buone attitudini e volontà, di tolleranza senza distinzione e amore incondizionato, invece pervicacemente essi continuano a credere nell’eredità di un impero, sia esso territoriale o finanziario o ideologico o religioso, tutti artifici della stupidità della mente umana inconsistenti, falsi e distruttivi.

Il mancato rispetto della vita in tutte le sue forme è l’evidenza inconfutabile invece, della nostra generale e mai sconfitta cattiva volontà.

Adesso vedremo quale dei mostri che abitano in noi avrà la prevalenza: il mostro della paura dell”altro, il mostro del risentimento, il mostro ceco dell’orgoglio e dell’invidia, il mostro del delirio di onnipotenza, oppure in questo vortice distruttivo delle menti offuscate si leverà la voce dell’anima e la compassione del cuore a disperdere la tempesta mostrando chiaro l’abisso in cui possiamo precipitare, in cui si estinguono tutti i pretesti ele pretese, i torti e le ragioni e resta solo il grande Vuoto, il Nulla del Male.

Ennio Romano Forina

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