Equilibri

Il concetto di “contrario alla Natura” è un’altra delle nostre arbitrarie e fantasiose invenzioni. Se la Natura inibisse ciò che diventa contrario ad un suo temporaneo stato, annullerebbe tutti i processi evolutivi, che in quanto tali sono “contrari” alla natura dello stato precedente. I pesci che si trasformarono in anfibi, erano “contro natura” rispetto al loro stato di pesci e così è per ogni passaggio evolutivo di qualsiasi organismo.
Dunque, dato che le trasformazioni sono la sostanza essenziale dell’evoluzione, non dovrebbero mai essere definite e stigmatizzate nella negatività come si fa sempre nella consapevolezza comune, al contrario, dovremmo essere consapevoli, volta per volta di quegli adattamenti e trasformazioni utili, opportuni o necessari o consequenziali a stimoli esterni e altrettanto di quelle trasformazioni che sono come dei vicoli ciechi evolutivi o addirittura distruttivi.
In un pianeta eccessivamente affollato da un’unica specie, parossisticamente iperattiva e altamente inquinante, la Natura, cioè l’intelligenza della vita organica, tende a ristabilire gli equilibri per ritrovare i suoi stati armonici nelle interazioni migliori e più corrette di tutte le specie fra loro, ed è questo che noi umani, accecati dai nostri parametri opportunistici razionali non vogliamo capire così da non riuscire a interpretare nella giusta luce certi cambiamenti.
Siamo concentrati solo su quelli climatici, perché interferiscono e sono pericolosi per il “nostro” modo di vivere e non pensiamo all’avvelenamento e alla manipolazione deformante continua di ogni metro quadrato di questo pianeta, allo sterminio di intere specie animali e vegetali, che porta come conseguenza alla proliferazione incontrollabile di altre.
Usiamo le trasformazioni che stanno avvenendo all’interno della specie umana come delle bandiere ideologiche, senza capire che esse stanno avvenendo proprio per le nostre intemperanze ed eccessi, che nulla hanno a che vedere con una ipotetica, fittizia moralità naturale.
L’omosessualità, così diffusa oggi, tanto da influenzare costumi e politica, lungi dall’essere contro natura, è al contrario, un fenomeno perfettamente naturale che segue l’impulso di armonizzazione derivante dall’intelligenza naturale: la specie umana sta esagerando, occupando e divorando ogni spazio e nel tentativo di costruire il proprio egoistico esclusivo paradiso, sta costruendo l’inferno per tutti, ma questo se va bene a noi non va bene alla intelligenza vivente.
Poiché gli organismi individuali seguono gli impulsi dell’intelligenza naturale, prima di quelli generati dall’intelligenza eventuale sovrapposta della mente umana, gli stessi impulsi che ci fanno vivere, respirando, nutrendoci delle sostanze essenziali percepiscono gli equilibri devastati e attuano delle contromisure, l’inquinamento diminuisce la fertilità dei maschi, lo stress che deriva da questi modi di vivere diminuisce drammaticamente il desiderio di proliferare dei due generi, gli ormoni si indeboliscono o sbilanciano la loro azione e la tensione affettiva psichica viene disorientata e si riversa in direzioni alternative anomale, ma tant’è che tutti i processi evolutivi non sono altro che una collezione continua di anomalie, vale a dire la vera “normalità”.
È molto semplice, basterebbe rendersi conto delle ragioni per cui avvengono i fenomeni diversi che non sono “contrari alla natura”, ma semmai contrari agli equilibri.
E la vera oscenità non sta in queste trasformazioni adattanti, interpretate per ignoranza e opportunismo in ideologie e false moralità, ma sta nel nostro supremo egoismo, che non ci fa vedere i limiti entro i quali dovremmo contenere il nostro dispotismo di specie.

Ennio Romano Forina

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