Come posso dare fiducia alla politica e ai governi, indifferenti per gli immani abusi sugli animali?
Alla religione, che mistifica, disprezza e nega l’anima degli animali?
Alle istituzioni della scienza, che non hanno un atomo di compassione per le vittime dei loro perversi e ormai da tempo inutili esperimenti?
Come posso avere stima degli intellettuali, che si riempiono la bocca di “umanità ed etica” e non degnano di attenzione la sorte orrenda che questa “umanità” e la loro “etica” riservano agli esseri viventi, tralasciando disinvoltamente di usare la loro abile dialettica contro la vergogna dell’olocausto degli animali?
Come posso credere ai media, che non hanno speso un minuto di doverosa cronaca sul fatto che migliaia di sensibili persone stanno raccogliendo firme per un referendum contro l’esecrabile vizio della caccia, e al pari delle altre categorie, dedica un’insignificante attenzione alla questione delle sofferenze inflitte agli animali direttamente e indirettamente per volontà umana, senza minimamente toccare il “cuore” della questione, salvo in rari casi, e comunque al di fuori del mainstream dell’informazione? Come posso accettare la licenza di cui godono le industrie alimentari, che consente loro di imprigionare, seviziare e uccidere barbaramente miliardi di animali, anche progettando infernali macchine di tortura, di sfruttamento e uccisione di massa, per facilitare e incrementare la produzione e i profitti?
Come posso sentire fratellanza, per i popoli e gli individui, che con prepotenza seviziano gli esseri viventi per scopi spregevoli, che non riguardano nemmeno la sussistenza del nutrimento, e come posso sentirmi uguale alle persone che si arrogano il diritto di spezzare la vita, le ossa, di strappare la pelle e i cuori amorevoli delle madri di qualsiasi specie, per rituali religiosi, per il mercato delle pellicce, per le mode, gli spettacoli, le ricorrenze e le tradizioni sanguinarie senza senso e senza pietà?
Mai come ora, queste verità sono state rivelate in tutti i loro aspetti sinistri e malefici. Non è, e non sarà possibile per nessuno dire: “Io non sapevo”. Nè dire altresì, di non potere e voler credere che fosse ed è così atroce il destino degli animali, che in modo perversamente grottesco si chiama proprio “umanità”.
Ennio Romano Forina