IL Dominio Del Pensiero Debole

Il social network non è responsabile del pensiero debole, ma è la rappresentazione dell’evidenza del pensiero debole che domina tutti i settori della società civile attuale. Dalle alte sfere intellettuali e mediatiche, che non sono quasi mai espressione del pensiero veramente libero, ma sono inserite nei flussi delle parti, siano esse ideologiche o politiche, religiose o legate ad altre oscure influenze.

Discriminare a priori e tentare di inibire questo mezzo di espressione libera, vuol dire imporre un pensiero unico dominante, vuol dire imporre una tirannia. Una ulteriore, fondamentale distinzione va fatta piuttosto sull’uso violento del pensiero, il pensiero meramente violento non può essere libero e non può essere profondo, è solo un altro aspetto del pensiero debole, anzi debolissimo, anch’esso evidente nell’era decadente in cui ci troviamo.

Ma la violenza non è solo quella convenzionale e volgare che minaccia le persone, anche la violenza supponente, aristocratica, che deride, disprezza e vuole sopprimere le idee che contrastano con il pensiero (debole) dominante, è una forma di violenza e prepotenza brutale, ancorché espressa con semplice alterigia, contiene anch’essa subdole forme di minacce velate che possono a loro volta provocare reazioni e polarizzazioni conflittuali sempre nell’ambito di un pensiero debole in questo modo maggiormente stimolato. In una vera democrazia ideale, anche un “solo” individuo ha il diritto in ogni caso di obiettare, analizzare e contestare le idee accettate dal 100% meno 1 del restante popolo vincente.

Il pensiero profondo non può che essere libero, mentre il pensiero debole si genera proprio nell’imposizione culturale e dei costumi, sia essa di base popolare che da qualsiasi altro potere influente sulla vita pubblica, che impedisce lo sviluppo di qualsiasi idea creativamente benefica per la società tutta…

Ennio Romano Forina

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