Se, come dice quel complesso di scritti che si chiama Bibbia, un Dio avesse voluto creare degli animali al solo scopo di fornire cibo e sostanze per la specie umana, non li avrebbe creati senzienti e dotati di un’anima sensibile, quale essi manifestano di avere tale alla nostra. Non li avrebbe dotati di istinto materno, non sarebbero stati affettuosi, come è evidente che essi sono e non si sarebbero affezionati tra loro e nemmeno all’uomo che doveva solo ucciderli, e non avrebbero provato sofferenza e urlato di dolore quando li scanniamo, non avrebbero allattato e difeso i loro figli come noi allattiamo e nutriamo i nostri, o covato le loro uova e nutrito i loro pulcini difendendoli a costo della loro stessa vita. Non sarebbero stati né altruisti né generosi e non avrebbero avuto paura di essere sacrificati per i nostri comodi. Solo un dio incapace, sadico, insensibile o imperfetto, avrebbe creato delle specie per farle diventare un cibo che soffre, un cibo sensibile e dotato di sentimenti di puro amore incondizionato.
E quindi, se dovevano costituire il nostro cibo, li avrebbe creati insensibili alla sofferenza, al dolore e agli affetti come sono i frutti delle piante, (ma non le piante stesse).
La realtà è che dio, se esistesse a somiglianza umana, avrebbe sbagliato specie, dando agli animali l’anima migliore, la sensibilità più vera e cristallina, la dedizione migliore e l’amore materno migliore e tralasciando tutti quei tanti umani adulti e piccoli che con la loro ignoranza e con le loro crudeltà sadiche e perverse, dimostrano che un’anima a loro, quel dio si è proprio dimenticato di darla.
“Crescete, moltiplicatevi , ( e moltiplicate gli animali per farli soffrire.) “Tutto ciò che si muove e ha vita vi servirà di cibo” –
– Certo, per riempire la terra e gli oceani e i fiumi del loro dolore e del loro sangue e il Cosmo della nostra vergogna! –
Ennio Romano Forina