Non è vero che il timore della certezza della morte
sia un impedimento ai pensieri e alle azioni malvagie,
per una immaginata giustizia suprema
in attesa al termine di ogni esistenza
al contrario, la natura umana
considera la morte nient’altro che una ingiusta punizione,
e per compensare il rancore e la frustrazione che ne derivano
ha da sempre creato falsità e miti per attribuirne
la colpa alle donne, che hanno il potere di generare la vita,
ma non hanno la capacità di mantenerla in essere,
e come rivalsa all’angoscia della consapevolezza
di questo ineluttabile evento che considera un torto,
l’umanità segue i comportamenti peggiori
nel tentativo di ricavare dal tempo di esistenza stabilito
il massimo del premio che pensa di meritare in ricchezze e possesso
come risarcimento di ciò che pensa essere un suo diritto
e un premio rapinato: l’immortalità.
Ennio Romano Forina