Solo poche persone “amiche” hanno capito la gravità e l’importanza dell’evento personale suggerito ed illustrato nei miei ultimi post nei “social”. È una dimostrazione della labilità e della effettiva inconsistenza delle amicizie virtuali rispetto a quelle reali. L’ho sempre pensato, ora ne ho la certezza. Prima d’ora io non ho mai voluto mostrare al mondo il mio ambito esistenziale, la mia famiglia, lo stato civile, quello sentimentale o altro, ma solo le mie idee, le analisi e le riflessioni che potevano essere recepite, discusse e condivise o meno da soggetti con affinità elettive alle mie o semplicemente con una simile sensibile intelligenza o cercando con esse di stimolare in altri la riflessione profonda sulle peggiori azioni umane. L’ho fatto adesso per segnalare il passaggio di una meravigliosa cometa che pochi hanno visto o potuto apprezzare e per affermare di essere stato così fortunato per averla conosciuta e con lei condiviso gran parte della vita. È una celebrazione dovuta perché quello che sono è in parte anche quello che siamo stati insieme e ciò che continuiamo ad essere anche se le nostre espressioni organiche hanno preso temporaneamente destinazioni diverse. Ma è difficile per chiunque uscire dal proprio seno esistenziale cosicché ciò che definiamo “compagnia” è solitudine dispersa nella folla. È un altro elemento di riflessione sulla direzione verso cui sta andando il mondo degli umani: miliardi di individui che si sfiorano e scontrano ogni giorno, addensati e quasi soffocati dalle loro reciproche presenze ignorandosi come se gli altri fossero semplici comparse sullo scenario delle loro attività, milioni che scambiano fugaci sguardi velocemente inibiti, che vagano senza conoscersi, senza cercarsi, senza voler sapere nulla gli uni degli altri. Miliardi di individui troppo vicini tra loro fisicamente, troppo lontani spiritualmente, cristallizzati nelle loro identità circoscritte come immutabili granelli di sabbia che nell’insieme formano il deserto umano. È il risultato dell’idea della occupazione umana senza limiti su tutto l’organismo planetario che invece della giusta convivenza delle diverse specie, predilige e pretende con la forza di condannare il resto del mondo vivente alla schiavitù, allo sterminio ed alla subordinazione alle pretese di ogni generazione umana con l’unico scopo di rendere confortevole e piacevole la propria esistenza. Tuttavia alcuni di noi (troppo pochi ancora) preferiscono rinunciare alla piacevole egoistica esistenza proiettando i propri sentimenti, empatia e compassione al di fuori di sé stessi, soffrendo e abbracciando tutto il mondo vivente poiché in esso riescono a sentire l’unicità della vita e dell’amore universale. Io spero e credo che questa possa essere la speranza nascente per una vera evoluzione di questa brutale specie che possa estinguere il suo perverso e distruttivo delirio di onnipotenza.