Il “Decoro” che Devasta e Uccide

Esistono animali che per il genere umano potrebbero anche estinguersi, ancorché non siano sfruttabili dalle avide fauci della “civiltà degli uomini”. Quelli sfruttabili appunto si possono dividere in più categorie, che non starò ora ad elencare, le conosciamo bene. Piuttosto, le mie considerazioni si accentrano sul pensiero debole e ottuso che ritengo responsabile della quasi totalità dei nostri crimini.
Il pensiero debole non si domanda nulla, è opportunista per definizione; – una nostra esclusiva caratteristica- la realtà che chiamiamo “Natura”, non è mai opportunista ma “opportuna”, i suoi intenti non sono mirati a privilegiare una specie rispetto ad un’altra, ma tende a trovare il più armonico ed equilibrato modo di farle coesistere anche crudelmente ma senza che si distruggano. Il pensiero debole, opportunista ed egoista è anche un pensiero dissociato e schizoide, agisce in base a esperienze immediate cerca assiduamente i modi di sfruttare i fenomeni e non di capirli, siano essi animali, piante o energie.
Sono stereotipi superficiali, concetti di decoro e pulizia che sono pura invenzione. Ero stato invitato nel mio quartiere a far parte di un comitato di cura e salvaguardia appunto del decoro e ho potuto constatare le azioni distruttive che si riferiscono a questo fantomatico decoro e delle stragi di ecosistemi che continuamente e con disinvoltura, senza rispetto e mai giudicate nella loro devastante azione. Un paio di anni fa, incontrai membri di questo comitato, attorno a un grosso masso di pietra che troneggia nel prato e sul quale è stata incisa la dedica seguente: “Ai caduti di tutte le guerre”. Fin qui niente da eccepire, sia il ricordo della follia umana inciso per sempre sulla pietra , ma purtroppo l’altro aspetto che appunto rappresenta i danni che il pensiero debole fa da sempre, è che il gruppo stava realizzando l’ambito decoro per mezzo di un paio di bottiglie di acido “tamponato” e orgogliosamente mostrando agli astanti e ai curiosi i risultati eccellenti del loro impegno.
Peccato che il pensiero debole in loro dominante impediva di discernere sugli effetti insulsamente letali e distruttivi della ricerca di quel decoro che vuol dire prepotenza brutale e mancanza di rispetto per ciò che esiste.
Se quel masso pieno di microscopici animaletti fosse stato trovato sul suolo marziano, con tutto il suo corredo di forme viventi, con il suo micro ecosistema, l’umanità avrebbe esultato alla notizia. La Vita su un’altro pianeta! Evviva!, non siamo più soli nell’Universo e se la vita alligna su Marte anche noi potremo colonizzare su quel mondo, anche in caso -non si sa mai – di distruzione irreversibile della Vita su “questo pianeta”.
Insomma una scappatoia per noi. E quando sarà possibile, un eventuale gruppo di esploratori e colonizzatori spaziali tratterebbe quel masso pieno di microscopiche esistenze con tutte le cure e il rispetto, riconoscendo la sacralità della vita nei luoghi “altrove” ma disprezzandola e uccidendola quando è presente e amica. non si sono chiesti se gli stessi caduti nelle folli guerre umane che essi volevano onorare, avrebbero voluto essere commemorati meglio da un masso “vivo”, anziché da una pietra sepolcrale dalla quale la vita è stata estirpata e annientata. Ma la follia sta nel non voler riconoscere gli effetti devastanti del nostro pensiero debole che ha causato la morte di milioni di piccoli ragni, insetti, muschi, che si trovavano sul masso e gli davano vita, mentre il nostro concetto di decoro è stato come un insulto alla vita e ha trasformato una casa vivente in un sepolcro sbiancato, sterile e morto.
Parimenti, l’altro aspetto del decoro umano è rappresentato dalla imposizione alle piante di essere costrette in forme innaturali, intendo le siepi, vittime di quei orrendi strumenti a motore che strappano rami e foglie piuttosto che potarle, e le massacrano per costringerle nelle forme a noi confacenti, il che implica anche in questo caso un arbitrario diritto di sterminio di forme viventi microscopiche e sofferenza della pianta stessa, senza necessità vera.
Senza contare, e io so per esperienza diretta, che questi strumenti distruttivi per le piante lo sono anche per cuccioli di animali, che per loro sfortuna sono nati nelle vicinanze di palazzi e che, terrorizzati dal fortissimo rumore fuggono, si disperdono e muoiono sotto le macchine o smarriti senza le loro madri.
E mi riferisco ai gattini, che nascono all’inizio della primavera e spesso sono vittime di queste operazioni che loro e i loro committenti definiscono: pulizia” e lotta al degrado.
Il pensiero debole è quel modo di usare la mente e le mani senza porsi domande e, alla fine, è anche la causa di tutte le nefandezze, degli scempi, delle perversioni, delle ingiustizie che la nostra macabra e velleitaria aspirazione di costruire per noi un paradiso in terra, ha da sempre costruito al contrario, le fondamenta del nostro inferno.
Ennio Romano Forina/ segue : discorso sui gatti e gli abusi sugli animali, sia fisici che concettuali.

One thought on “Il “Decoro” che Devasta e Uccide

Leave a comment