Indagine sulla Perversione

Quando si fa riferimento alle perversioni il pensiero immediato va alla sfera della sessualità, come se le perversioni si verificassero solo in quell’ambito.

In realtà le perversioni sono innumerevoli e attengono a molte delle attitudini e scelte arbitrarie del genere umano.

È perverso tutto ciò che si fa per prepotenza volontaria o indifferenza e superficialità.
Ogni azione invasiva o brutale che si compie senza porsi la domanda se sia giusta o meno, se non arrechi danno alle altrui esistenze, può essere perversa. Tagliare dei fiori per farli marcire in un vaso è una perversione. Un prato d’erba gradevole ai nostri gusti è una perversione, un albero o una siepe ritagliati e costretti a rappresentare forme geometriche forzate sono una perversione, la distinzione fra piante decorative ed “erbacce” è una perversione.

Ancora per far divertire i bambini si regalano retine acchiappafarfalle, questa è una peversione.

Costringere un cavallo a trascinare un carretto o ad essere sellato per portare un centauro è altrettanto una perversione. Cosa distingue una perversione da un atto invece simbiotico e collaborativo? Tre cose essenzialmente: una motivazione opportuna in senso universale, l’assenza di un abuso di potere e infine il beneficio o il male che dall’atto consegue, tra chi lo effettua e chi lo subisce.

Nella sfera della sessualità, la perversione semantica e linguistica è la prima evidenza per un utilizzo deforme di una funzione creativa e benefica che non dovrebbe essere soggetta a regole arbitrarie e culturali imposte e corrisponde alla perversione mentale che ha deformato il concetto e la funzione della sessualità anche in senso ludico.
Nel linguaggio comune è subentrata l’espressione “fare sesso” al posto di “fare l’amore” o persino, a metafore popolari come “scopare” ad esempio, non essendovi in alternativa, altre espressioni mediane fra quelle cliniche e quelle volgari, dispregiative, popolari. Questo perché la sessualità è ancora vissuta come una cosa sporca, se esce dai parametri convenzionali del momento storico, condizionati da rituali specifici adattabili alle diverse situazioni.

L’unione di due corpi e lo scambio dei fluidi di due organismi, diventa preda e oggetto delle deformazioni culturali stratificate della mente umana e infatti l’espressione”fare sesso” è del tutto errata, il sesso è un genere con il suo ambito, quindi il sesso non si può “fare” o avere, ma si può vivere semmai.
Di fatto questa locuzione di derivazione anglosassone corrisponde alla trasformazione dell’atto in un oggetto, una cosa, un esercizio funzionale e non a una esperienza creativa e mistica che dovrebbe coinvolgere sia lo spirito dell’organismo che quello dell’anima sensibile, così come dovrebbe essere, laddove il “fare sesso” non è diverso nella sostanza di fare jogging.

Quindi la vera perversione non è nell’atto stesso quando esce dai parametri convenzionali, ma nella motivazione e nella qualità dell’impulso che lo genera “prima” ancora che si compia l’atto stesso.

L’intelligenza della vita ha ideato impulsi e stimoli del piacere che non sono limitati alla mera procreazione, poiché essi sono impulsi vitali che devono essere sempre attivi, appaganti e variegati come varia, appagante e variegata è la creatività della vita stessa, così come altri impulsi che sono attivi indipendentemente dalla nostra volontà e danno sensazioni piacevoli salutari, insite nelle funzioni del vivere e del respirare, come il battito del cuore e il respiro.
Poiché la potentissima energia espressa dalle funzioni organiche dell’amore, può avere un immenso potere di scambio, quindi economico, la mente umana, nella sua generale attitudine perversa, ha capito di poterla sfruttare per ottenere cose del tutto diverse da questa energia e dalle ragioni per cui questa energia esiste, ed è questa la vera perversione fondamentale, ma solo una delle tante che vengono attuate, per ogni cosa su cui si possono mettere le mani e che viene così deformata a piacere per saziare questa mostruosa cupidigia che caratterizza la specie.
Anche gli impulsi che possiamo in parte regolare, finiscono dunque con il subire i danni dall’attitudine di deformare le funzioni per sfruttarle narcisisticamente allo scopo di ottenere cose diverse da ciò che deriva dalla bellezza e armonia della funzione stessa.

Siamo in grado a volte di fare cose lodevoli e di estendere il sentimento della compassione ma la predisposizione alla prepotenza malefica è ancora di gran lunga dominante nella mente e nelle culture della gran parte dell’umanità.

Da “A Different Evolution” di Ennio Romano Forina

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