Nel Mito della Carne

NEL MITO DELLA CARNE

La conformazione del corpo umano, le sue peculiari caratteristiche, lo rendono un velleitario predatore ridicolo senza le protesi che ha costruito per cacciare e uccidere e sarebbe certamente destinato velocemente all’estinzione se dovesse contare solo sul suo fisico, non avendo per sé né l’acutezza dei sensi né la capacità di inseguire e catturare prede più grandi di un mollusco o di insetti che non volano.

Dunque perché le culture dei popoli e le loro istituzioni, da sempre e attualmente anche con quasi tutto il sostegno della scienza ufficiale e vieppiù della religione, continuano ostinatamente a sostenere la necessità assoluta dell’alimentazione carnivora, nonostante tutte le evidenze e le ragioni anche salutistiche opposte senza contare quelle etiche?

Non considerando le tematiche del profitto e della dipendenza artificiale del consumo di carne, crudele e spietata da sempre, ma che nello sfruttamento dell’industrie alimentari ha raggiunto livelli di crudeltà e sadismo degni degli inferni peggiori che una mente perversa poteva mai immaginare e che invero sono stati realizzati da tutti i popoli senza che in loro nessuna riflessione di vergogna, barlume di compassione o pietà venga evocata per le torture e lo sfruttamento di esseri viventi costretti in condizioni orrende di prigionia e uccisione.

Da quando la specie umana ha deciso di imitare i predatori provando a uccidere altri animali e a nutrirsi delle loro carni, nessuna modificazione sostanziale è avvenuta nella morfologia umana, nemmeno nei suoi organi interni che sono rimasti quelli di un mangiatore di bacche, frutti e noci, salvo lo sviluppo di risibili canini che si sono formati più che altro come utensili di vario uso e non per velleitari sgozzamenti di improbabili prede.

La risposta quindi non sta nella modificazione del corpo umano, ma nella concreta modificazione del suo cervello; vale a dire lo sviluppo di un cervello da predatore assoluto il più feroce e insaziabile mai esistito in un corpo da frugivoro, originariamente arboricolo e dunque, la conclusione di questa analisi sommaria non può essere che una: il cervello umano è diventato peggiore di quello di un tirannosauro per l’effetto continuativo drogante della carne cotta e bruciata con il fuoco.

Al pari di altre droghe, come l’alcol e la nicotina e molte altre ancora che creano dipendenza anche la carne specialmente cotta e abbrustolita, ha influito per millenni sulla mente umana trasformandola in qualcosa che sicuramente non era nelle sue origini, come altre droghe che danno la sensazione di una maggiore forza ed energia inusitata e annessa illusione di onnipotenza, la carne ha avuto ed ha lo stesso ruolo di altre sostanze che vengono predilette non tanto per l’apporto di nutrienti che la carne ovviamente ha ma che l’organismo umano non è progettato per servirsene e se un tempo per ragioni ambientali, carestie, glaciazioni luoghi desolati il consumo di carne poteva avere qualche giustificazione di sopravvivenza oggi lo si predilige sopratutto per il godimento di un orgasmo organolettico e dei suoi effetti energetici, che non è quello di nutrire ma quello di inebriare con vigore e potenza fittizi. Senza parlare delle potentissime motivazioni generate dai profitti che derivano dagli allevamenti e dalle uccisioni di animali messi in un mercato viziato da una cultura ottusa, insensibile e ipocrita che non vuole riconoscere il potere drogante della carne modificata dal fuoco e resa più metabolizzabile dall’organismo umano e che parallelamente a tutte le droghe legali e non, rende questi altissimi profitti.

Inoltre, il costume e il vizio di uccidere, che ha superato di gran lunga nei millenni le vere necessità di sopravvivenza, facendoci precipitare nelle orge del piacere del palato e della pancia, ha sicuramente influito sul nostro carattere che in origine non doveva essere così feroce, aggressivo, conflittuale e vorace, come lo conosciamo nella storia documentata degli ultimi millenni, fino a ieri e senza soluzione di continuità persino in questi drammatici giorni segnati dalla distruttiva guerra imperialista di turno come tante, come sempre.

Tutte le guerre di conquista, i dispotismi, i pretesti delle prepotenze e le mistificazioni, forse non costituivano in modo così prevalente la nostra natura, forse la droga della carne ci ha resi peggiori, quello che siamo stati e siamo oggi, colpevoli dei più orrendi misfatti contro noi stessi ma sopratutto contro gli altri esseri viventi innocenti e più immensamente giusti di noi.

Gli animali più poderosi sono erbivori e questo lo sanno l’erba e i sassi e dovrebbero saperlo anche i bambini ma ai bambini umani viene raccontata da sempre tutta un’altra storia. Falsa.

Ennio Romano Forina

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