La pandemia non cambierà il mondo umano, non spazzerà via le sue illusioni di onnipotenza e nemmeno potrà eliminare dalla mente collettiva la presunzione di un falso progresso, che impedisce la giusta visione delle cose, costruendo mistificate, improbabili certezze, talmente fittizie che basta un minimo soffio di vento avverso, per farle crollare e sparire, mostrando il baratro verso cui si sta dirigendo da tempo.
I potentati aristocratici, che di nascosto dettano le regole e i costumi ormai in questo processo di globalizzazione imposta, spesso nel nome ipocrita del bene dell’umanità, mentre pensano a mantenere salde le loro egemonie e i loro profitti, si illudono ancora una volta di sfruttare la paura dei popoli per trarne vantaggio, come è sempre stato, ma al punto in cui in questa era l’umanità è giunta seguendo i falsi miti di potere e supremazia, alla fine non ci sarà vantaggio per nessun potere, nessun popolo e nessun individuo.
Di solito, l’umanità si ferma a riflettere solo dopo gli immani disastri che causa al sistema vivente e a se stessa, fin quando i disastri sono contenibili per quanto devastanti, ma prima o poi potrebbe non esserci più nessuna cenere superstite delle sue pervicaci opere di distruzione da cui poter risorgere .
Io non vedo elementi di una possibile inversione di rotta, poiché come sempre, si cerca solo di contenere gli effetti e spesso, persino trarre perversamente profitto dall’opera di contenimento di questi effetti, dimostrando che un vero ravvedimento non si scorge all’orizzonte e confermando il fatto che sia la stessa natura umana mai realmente evoluta, la vera causa di questo come di altri antichi mali generalizzati e che essa non è in grado e non vuole affatto cambiare direzione e nemmeno rallentare.
La chiave per decifrare questa asserzione sta nel fatto che ancora una volta si corre ad arginare gli effetti senza voler cercare, riconoscere e ammetterne le cause, per la semplice ragione che si dovrebbe cambiare la natura stessa dell’umanità, reprimendo la sua brama di possesso, la sua insaziabile voracità e pretesa di controllo su tutto. Al contrario, nonostante tutte le evidenze che riconducono ai suoi eccessi le ragioni dei disastri, non sento nemmeno l’eco di una parola dagli organi ufficiali, sui devastanti effetti degli squilibri ambientali, tra le specie e nella biodiversità, per gli allevamenti intensivi che favoriscono le mutazioni e le diffusioni dei virus e sullo stessa densità ed eccessiva presenza dell’animale umano in ogni settore del pianeta, essendo l’animale che consuma, inquina e avvelena la biosfera più di ogni altro, per via della enorme quantità di prodotti che rapina, produce e usa nell’arco di vita di ciascun individuo.
Pensare che tutto questo possa essere attuato e convenientemente metabolizzato dall’azione benefica della biosfera per sempre, è pura follia, per il semplice fatto che si sta distruggendo la capacità della biosfera di metabolizzare i nostri virus, cioè i nostri veleni.
I virus si sono visti diffondere da alcuni decenni ed era evidente che la causa delle loro pericolose mutazioni fossero dovute all’impatto brutale della presenza umana sul mondo vivente nell’insieme, ce ne sono molti in giro che aspettano solo le condizioni opportune e compiere il salto di specie, e non saranno le mascherine e i “nostri” distanziamenti da soli a salvarci sempre da essi.
È talmente paradossale e persino surreale che, mentre parliamo di distanziare gli individui fra loro, non vediamo la necessità di “distanziare” i poveri animali, che a miliardi soffrono negli allevamenti intensivi umani gli inferni che abbiamo costruito per loro.
È acclarato e inconfutabile, che queste epidemie sono zoonosi, che provengono da altre specie animali maltrattate, massacrate e fatte ammalare per i sistemi orrendi in cui le facciamo “sopravvivere” prima di essere sacrificate ai nostri vizi, meno che alle nostre necessità. Se questa regola vale per noi ora come mai non è valsa per gli animali negli allevamenti intensivi prima? Non c’è, mi risulta, nessuna disposizione mirata a risalire all’origine della pandemia per iniziare finalmente a guardare la verità e non a limitarsi a distruggere le prove dei nostri misfatti bruciandole nel rogo della menzogna.
Ma non ho sentito nessuna dichiarazione politica, scientifica, intellettuale o religiosa, che richieda, auspichi e suggerisca con forza ai parlamenti globali, di mettere fuori legge gli allevamenti intensivi e anche di iniziare a restituire alle specie viventi i loro legittimi territori in modo da non creare i destabilizzanti e pericolosi effetti della distruzione degli equilibri e delle interazioni tra tutte le specie, invece noi ancora ci dilettiamo ogni giorno a modificare e distruggere, violentando brutalmente quel fenomeno di intelligenza vivente che chiamiamo Natura, che ci preoccupiamo di salvare solo per continuare a rapinarlo ed a trarne profitto.
Sarebbe davvero il segno di un vero passo evolutivo, mentre ora ci comportiamo peggio dei nostri antenati preistorici.
Il nostro tocco è letale, molto più velenoso di qualsiasi altro veleno concepito e utilizzato dagli organismi viventi per difesa o predazione, poiché non è specifico e limitato come il loro, ma generalizzato e smisurato e in grado di avvelenare interi ecosistemi, non già una semplice preda.
Questa umanità sembra gestita da pazzi ubriachi di onnipotenza, che guidano masse di tonti, schiavi delle loro angosce e della loro indifferente superficiale attitudine, purché si ricevano i trastulli che dovrebbero compensare il vuoto della realtà globale ludica, falsamente gioiosa ma di fatto nichilista.
Tutte le guerre hanno fatto fare balzi in avanti alle tecnologie e molti dei comfort moderni sono dovuti alle intelligenze “deboli” di scienziati, ricercatori e tecnocrati che si sono impegnati nell’ideazione e sviluppo di sistemi di distruzione piuttosto che di creazione e persino i nostri processi “creativi ” migliori sono tali quasi sempre solo per noi, mentre per il resto del mondo vivente rappresentano un cancro e una immensa ingiustizia.
Questa specie non sarà distrutta da uno o più virus o dai cambiamenti climatici o da invasioni aliene, il suo veleno vero e più pericoloso è dentro di essa da lungo tempo, un virus che l’umanità non vuole riconoscere, men che meno combattere, ma che anzi, venera come fosse il suo dio, il suo mito e la sua certa, tragica direzione.
Ennio Romano Forina.
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grazie per questa ampia e condivisibile riflessione sui problemi a monte che non vengono considerati nella loro effettiva pericolosità e se anche se si è ben consapevoli del loro impatto ambientale da diverso tempo non si ha il coraggio di affrontarli perchè lederebbe troppi interessi economici (!) La sorte ce la siamo ormai giocata con l’irresponsabilità di cui ci possiamo premiare con dei mea culpa stratosferici ma materialmente non serviranno mai a nulla. Occorre cambiare mentalità, tutti ne siamo coinvolti, produttori, consumatori, legislatori; le pandemie saranno sempre più subdole e devastanti, la scienza dovrebbe avere più voce in capitolo rispetto all’economia su certiargomenti far prevalere l’interesse di tutta l’umanità e non solo dei grandi paperoni. Ma si sa, coi soldi si compra tutto, anche certi silenzi. Un saluto carissimo Ennio.
Saluto te, cara amica. Purtroppo la mia analisi non è bene articolata come era progettata nella mia mente, ogni tanto ci si ammala un po’ e si fa fatica nell’esposizione delle idee. Purtroppo non è possibile cambiare mentalità, perché è una mentalità formatasi sull’opportunismo della ragione, o meglio sulla ragione opportunistica e quindi si basa su quello. Ciò che davvero manca è l’anima, una mentalità scaturita da un’anima sensibile, curata e fatta crescere, in grado quindi di generare una mente diversa, positiva e affine alla grande Mente Cosmica. Questa specie ha scelto di far morire la sua anima e questo è il vero problema.
l’anima è coscienza, se siamo incoscienti siamo senz’anima