Il Tocco Fatale di Mida

Erano, ricordo, tutti alla ricerca del caso zero, ma molto meno interessati alla “causa” zero, come se non fosse importante risalire all’origine dalle condizioni che hanno favorito lo sviluppo di questo nuovo ceppo virale, in grado di compiere il salto fatale da specie a specie. Questo è il problema maggiore della società umana globale: il pensiero debole e la visione corta, o nessuna visione del tutto. 

Eppure, adesso ci danno i consigli migliori, ora che l’epidemia è in pieno corso e bisogna chiedere un finanziamento. per comprare un paio di bottigliette di disinfettante e due mascherine, ma tant’è un pochino di sana e moderata prudenza non sarebbe stata superflua sapendo che in questo pianetino, piccolo, piccolo e così sovraffollato nel Cosmo, tutto viaggia e si trasferisce da un continente all’altro, trasportato dai venti, dalle correnti marine dalle nubi e infine sopratutto da noi.  

Abbiamo visto la “nuvoletta” radioattiva di Chernobyl invadere tutta l’Europa e oltre, era una minaccia invisibile, non potevamo accorgercene, ma il bagno di radiazioni ce lo siamo fatti tutti, alcuni anche nel grembo delle loro madri, anche lì c’era un evidente rischio potenziale, una causa “zero” del disastro nucleare che rappresenta ancora e per molti anni a venire una minaccia, tuttavia ignorata dalla maggior parte delle nazioni, visto che le centrali nucleari si continuano a costruire e le scorie non si sa bene dove finiscano. 

In Asia, mi sembra ci siano molte centrali nucleari e quante ce ne sono nel mondo intero? Visto che ne basta una fuori controllo per inguaiare mezzo mondo per secoli? Fino a che non succederà ancora. Fino alla prossima volta.

Ma ora finalmente, abbiamo degli input seri, ponderati ed efficaci, prima no, non si poteva allarmare, era meglio non parlarne. Eppure io sono convinto che se ci fossimo allarmati un po’ prima, non ci saremmo allarmati così tanto adesso. Tra l’altro nell’altalena dei “stiamo sereni, ma preoccupiamoci” sublime ossimoro della classe “dirigibile”  italiana sempre trascinata nei vortici dei venti dei sondaggi e preoccupata di compiacere più che di essere di beneficio, si evidenziano le più assurde contraddizioni e incertezze, evitare gli assembramenti, la folla, lavarsi spesso le mani con detergenti disinfettanti e uno stato di buona salute, avere il sistema immunitario efficiente, tutte cose valide anche per le influenze stagionali, ma in ritardo, si sarebbe dovuto dare più enfasi a queste informazioni utilissime, anche senza l’immanente arrivo di una nuova epidemia, ma prima dell’inizio della solita influenza stagionale che tra l’altro include varianti di virus già conosciuti, invece si consigliano solo i vaccini, sempre e solo i vaccini. 

Si cerca sempre la soluzione più improbabile e costosa, chissà perché. Quando accadde il fenomeno della “mucca pazza” che pazza non era, ma era la pretesa demenziale di alimentare degli erbivori con proteine animali di scarto, e dopo poco tempo venne messo a punto un vaccino ovviamente sperimentato su altri animali innocenti sacrificati ai profitti dell’industria, per neutralizzare la malattia che derivava dal consumare le carni dei poveri bovini. Un vaccino? Non sarebbe stato più intelligente ammettere la pazzia umana e non quella della mucca e tornare ad alimentare i grandi erbivori con i vecchi e sicuri foraggi d’erba e magari lasciarli pascolare all’aperto, nel loro ambiente, e senza provocare anche i nostri organismi a reazioni imprevedibili? 

E non sarebbe meglio ora impiegare le migliori risorse mentali anche per indagare sulla causa, sull’origine di questa variazione, dato che negli ultimi decenni ci siamo trovati in varie occasioni di fronte all’insorgenza di nuovi pericolosissimi virus, volenti e capaci di adattarsi per invadere le cellule di organismi diversi da quelli per loro soliti? Consideriamo alcuni fattori certi: i virus sono esseri viventi, e che ci piaccia o no, sono anche molto intelligenti e in grado di sfruttare le situazioni per loro più vantaggiose. 

Il virus del raffreddore è antico e ci colpisce da tempo immemore, perciò è diventato “benevolo”, poiché in effetti qualsiasi virus non ha nessun interesse a uccidere il proprio ospite, ma cerca solo un terreno fertile di cellule vive per potersi replicare il più possibile, come del resto fanno tutte le forme viventi, noi compresi. E non è verosimile che per la loro intelligenza, preferiscano cellule sane di organismi sani piuttosto che replicarsi nelle cellule spente di organismi malati e fortemente depressi come presumibilmente sono le cellule degli animali che soffrono pene indicibili negli allevamenti intensivi di tutto il mondo? Sfruttando la loro capacità di modificarsi e adattarsi così come fanno i batteri.

Il virus da raffreddore può dare disagi più o meno seri, in relazione alle condizioni immunitarie del soggetto. I virus passano da un organismo all’altro veicolandosi nell’aria con le microscopiche goccioline emesse respirando, parlando, e sono così capaci di risorse che io penso sia evidente che starnutire non sia affatto un sistema che l’organismo raffreddato usa per liberarsi dai virus, ma una reazione che il virus stesso provoca per infettare altri organismi più efficacemente facendosi “sparare” all’esterno  il più lontano possibile.  

Ciò detto, vorrei precisare che sono abituato a svolgere le mie ricerche secondo processi di indagine intuitivi, mettendo insieme le varie informazioni ed evidenze per poi sintetizzarle in un sistema logico e mi chiedo, se a noi per contenere la diffusione e il contagio di una epidemia indicano di lavare spesso e bene le mani, disinfettare, evitare assembramenti, coprirsi il naso e la bocca quando si starnutisce o si hanno colpi di tosse, se si deve restare ad una certa distanza di sicurezza da altre persone e mantenere in gran forma il nostro sistema immunitario, questo vuol dire che, in assenza di queste condizioni, un virus vecchio o nuovo che sia farebbe la bella vita e tutti i suoi comodi anche nell’animale umano, ma queste non sono le condizioni degli allevamenti intensivi e nella maggior parte degli allevamenti di tutto il mondo, per cibo e pelli, per miliardi di persone che ogni giorno si nutrono di ogni tipo di animali, che da quanto si evidenzia da filmati elargiti generosamente nel web – che ha il pregio di rendere note certe orrende realtà -, vengono mangiati anche crudi e persino vivi. 

So che continuerò a denunciare questa orrenda realtà fino a che questa realtà esiste; polli, suini, bovini, pecore, capre, cani, gatti, oche, pipistrelli, serpenti, topi, insetti e qualunque cosa palpiti di vita, tutti mischiati insieme da vivi e da morti negli allevamenti industriali e nelle fattorie piuttosto che nei cortili domestici  addensati, stipati e pressati dalla nascita alla morte, in condizioni igieniche orrende e trasportati in camion, legati e avvolti strettamente in reti come sacchi di patate anche se le patate godono di maggiore spazio dei cani, gatti che si vedono nei video online, dove sono schiacciati fra loro fino a essere scaricati nei mercati dove vengono indifferentemente, suppongo a richiesta venduti vivi, uccisi sul posto o scuoiati vivi,bolliti vivi a fuoco lento, nei mercati stessi o nei cortili familiari, ma davvero tutti gli scienziati non si rendono conto del pericolo insito negli allevamenti di miliardi di animali tenuti nelle condizioni più favorevoli allo sviluppo di infezioni massive e mutazioni opportunistiche? E i politici, i media, pensano che a questi poveri animali si lavino le zampe e vengano disinfettati e possano godere di buona salute e che i loro fiati e umori separati e che se “starnutiscono” o vomitino il loro sangue, possano mettere la zampa davanti alla bocca, ai becchi per evitare di contagiare gli altri, che sono ammassati sopra e sotto di loro? E se un virus presente in un pipistrello vede l’opportunità, che modificandosi un pochino, come i virus sanno ben fare, per trovare altre territori di replicazione, pensano che vogliano rinunciare a simili occasioni?

Virus, batteri e insetti, hanno largamente dimostrato di non essere semplici e stupidi meccanismi biologici di replicazione, esistono da miliardi di anni e non sono affatto nella lista degli esseri viventi in estinzione, abbiamo imparato a difenderci in qualche misura ,ma vincerli è una illusione e tra l’altro sarebbe anche sbagliato e pericoloso, come è sbagliato e pericoloso modificare i vegetali, creando immense monocolture, clonando gli animali o facendo geneticamente aumentare i loro corpi e tutti gli altri esperimenti e stregonerie che ci piace fare e non per conoscere la vita ma per capire come la si possa sfruttare più di quanto non la stiamo già sfruttando. 

Gli OGM sono un pericolo altrettanto grande del cambiamento climatico. Le bombe nucleari ci hanno finora salvati da una terza guerra mondiale, ma gli OGM, i disinfestanti, le monocolture, potrebbero distruggerci senza nemmeno che ce ne accorgiamo. Ma anche in questo caso il problema è sempre lo stesso, l’avidità del profitto, alleata e complice del delirio di onnipotenza. L’Oro rosso, il sangue degli animali… l’Oro verde, la linfa degli animali vegetali, che possiamo trasformare nell’antico, omnipotente Oro giallo, che non si mangia e non dà vita, ma che ci dà il potere. 

I popoli umani globali sono da sempre in conflitto tra loro, si fanno guerre piccole e grandi, guerre combattute con le clave delle armi e guerre con la clava del denaro, si fanno rivoluzioni per e contro qualcuno e non per delle idee benefiche in senso universale. Si gioca al surrogato della guerra, chiamandolo sport e divertimento, ma in fondo è competizione, una forma di conflittualità mitigata, incruenta ma la sostanza del prevalere, è la stessa della guerra vera. L’impulso barbaro del conflitto pervade l’intera umanità da sempre e si placa solo dopo che ha provocato grandi disastri e massacri, ma per poco tempo, è un circolo vizioso che si ripete,  ma su due cose tutti i popoli della terra e della storia in culture diverse, sono stati e sono da sempre in accordo, fare la guerra e trattare gli altri animali come schiavi e oggetti senza diritti e in misura e modi diversi sono stati sempre d’accordo anche nel sottomettere le donne alle culture e alle varie mitologie inventate apposta per giustificare in pratica il dominio e l’arbitrio del più forte sul più debole. 

Uno stesso destino ha quindi accomunato le specie animali nell’oppressione subita e il genere femminile, proprio perché sia gli animali che le donne, rappresentano la sostanza e l’essenza del mondo vivente. Ho da tempo pensato che la vera ragione per cui l’uomo, cioè il maschio umano, odia e vuole possedere e controllare le donne, non sia solo per soddisfare i suoi impulsi sessuali quando fa comodo, se non in parte, ma per invidia, poiché sia le femmine umane che gli animali, non si annoiano mai, sostanzialmente la loro natura creativamente immersa nell’essenza dei principi vitali, rende le donne e gli animali esseri che sono semplicemente felici di esistere, e questo genera invidia nell’uomo che in fondo sente di non avere questa certezza e pienezza dell’essere dato che ai maschi è stata assegnata una posizione complementare e non sostanziale nel processo creativo e generativo, come del resto lo sono tutti i maschi nel mondo animale, che spesso, dopo aver fornito il loro bagaglio genetico alle femmine vengono tranquillamente eliminati o escono di scena. 

Un uomo non può essere creativo come la donna e non può essere felice come gli animali, perché si è distanziato dalla funzione perfetta che le donne sentono nella loro essere madri, mentre gli animali, maschi e femmine, vivono insieme senza artefici di un cervello razionale opportunista e subiscono da sempre la rapina e l’oppressione della schiavitù. 

Il Re Mida, aveva ottenuto per gratitudine dal dio Dioniso, il dono di trasformare in oro tutto ciò che toccava e questa è infatti, l’ambizione primaria di una umanità governata in grande prevalenza da uomini che per gelosia, invidia e noia, riempiono i loro vuoti esistenziali rapinando la vita degli animali e schiavizzando e imprigionando le donne in modi più o meno evidenti, più o meno oppressivi. Con questo io non scagiono le donne dal vizio umano del delirio di onnipotenza e dalla crudeltà e indifferenza a loro volta verso gli animali, esempi ne possiamo fare molti, donne cacciatrici e impellicciate che sorridono dei pezzi di cadaveri che indossano come trofei e che non esaltano la loro bellezza e semmai le rendono goffe e ridicole belle e meno belle che siano, ma è pur vero che l’amore e l’impulso materno innato le rende più naturalmente sensibili e amorevoli in senso universale, in quanto l’amore materno è un sentimento universale e non potrebbe essere altro. 

Anche nelle società più illuminate da varie rivoluzioni, che hanno dovuto ammettere una condizione di apparente parità tra uomini e donne, resta sempre un sottofondo di predominio maschile, mentre altrove esiste, si attua ed è legge, una vera e propria oppressione e sottomissione del genere femminile. 

Sembrerebbe che questa divagazione sulle specie e sui generi, non sia attinente al tema iniziale di questa riflessione, invece lo è, perché ogni nostra azione e credo, alla fine ha sempre un senso e un riflesso universali. Se siamo buoni per scelta, lo saremo sempre e per tutti, se siamo cattivi e crudeli lo saremo sempre e per tutti, chi uccide un animale con quell’atto supera un confine preciso, il confine fra compassione e una diversa dimensione, passando quel confine, dove la compassione finisce comincia la sua capacità e volontà di assassinare, quindi l’inferno. 

Se sceglie e vuole possedere, una donna, un animale, delle ricchezze, nella sua mente la “funzione” primaria sarà quella di voler possedere qualsiasi cosa. Ecco perché io penso che il tocco di re Mida è la metafora della specie umana. Il potente re che non si accontentava di ciò che aveva ma voleva tutto, usando il potere di trasformare in oro tutto quanto toccava; noi facciamo lo stesso, vogliamo sempre di più quello che non ci serve, non è cambiato niente nei millenni. Non ci accontentiamo mai, come il Mida ingordo pretendiamo e ci illudiamo di trasformare in oro tutto quello che ci circonda mentre in realtà, uccidiamo quello che vogliamo possedere, come re Mida uccide la sua propria figlia toccandola. Solo che la nostra capacità di trasformare gli elementi e di crearne di nuovi non viene da un dio, viene dalla creatività della vita, che ci ha fornito questi micidiali e onnipotenti attrezzi: le mani di cui abbiamo largamente abusato. 

 Per questo diciamo di voler salvare questo “nostro” giocattolo prezioso che non ci appartiene affatto; per la nostra  noia, il nostro vuoto e per invidia, non sopportando la felicità che il mondo vivente esprime, mentre noi, siamo così miseramente infelici, che nel tentativo di costruire un nostro paradiso artificiale in Terra distruggiamo quello vero e al suo posto realizziamo il vero inferno.

Ipocrisia! Salvare il mondo per continuare a rapinarlo di vita all’infinito e non per amore. Ma il giocattolo della vita disprezzata, umiliata e uccisa è delicato, non è come i diamanti, non è per sempre, e non è mai stato un dono. Gli uomini vedono tutto come ricchezze da possedere e da divorare, hanno trasformato le donne in “oro” e le hanno uccise nelle loro esistenze e spesso nelle loro vite, uccidono gli animali per la stessa ragione e uccidono la Vita nella Natura, ma alla fine la Vita non può amare chi non sa amarla e non la rispetta e prima o poi reclama ciò che appartiene al Suo grande Disegno .

Ennio Romano Forina – Gennaio 2020

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