Una Diversa Evoluzione

– A Different Evolution – Premessa dal saggio di Ennio Romano Forina

È incontestabile, che il genere umano, nel suo percorso di civilizzazione, cioè di aggregazione numerosa e stabile, abbia realizzato opere di grande intelligenza per ragioni di grande stupidità. I casi emblematici sono innumerevoli ed evidenti nelle vestigia affioranti dalla polvere dei millenni, nelle pietre, opere arte, nei manufatti e nei testi e racconti storici, che hanno segnato la cosiddetta evoluzione della società umana nel molto male e in quel poco di bene che tutti i popoli comunque hanno indifferentemente prodotto nel corso del tempo.
Oggi come sempre, ammiriamo questi monumenti dell’ingegno e li celebriamo come esempi della superiore mente e anima umana rispetto a tutto il resto del mondo vivente, soffermandoci solo sui risultati tecnici ed estetici, ma dando scarsa o addirittura nessuna importanza alla “sostanza” delle opere stesse, alle ragioni spesso insulse o addirittura perverse per cui sono state costruite. Ragioni che lungi dal testimoniare l’azione di una intelligenza superiore, al contrario sono la prova evidente di una “stupidità” superiore.
Quale delirio o demone di onnipotenza può aver indotto popoli diversi, stabilitisi in luoghi favorevoli alla sopravvivenza e alla sussistenza, a sentire la necessità di creare monumenti del nulla, che sono costati un impegno e sofferenze immani ed intere esistenze di animali e umani per realizzarli? È una domanda che non viene presa in considerazione e peggio ancora non viene posta alle generazioni che dovrebbero chiedersi il perché, la ragione delle cose e non semplicemente studiare i risultati e gli effetti delle cose. Molti di questi monumenti furono costruiti per ragioni abbiette e sanguinarie, eppure anche oggi li ammiriamo come esempi della superiore “ratio” umana. Le piramidi hanno sperperato l’esistenza di migliaia di schiavi e di innocenti animali, opere usate come costosissime bare del corpo di un probabile imbecille che era ritenuto e credeva egli stesso di essere un dio, oppure le piramidi del centro America dei Maya, degli Aztechi, costruite per offrire sacrifici di animali e umani al dio sole, rivelando chiaramente di non capire minimamente cosa fosse il sole, mentre le piante cioè i proto vegetali, lo sapevano già da miliardi di anni tanto da sviluppare dei complessi e sofisticati laboratori biochimici in grado di trasformare e utilizzare la sua energia convertendola nei carburanti della vita.
E ancora adesso questa superiore coscienza collettiva umana, considera, definisce e tratta le piante come una forma inferiore di vita, ignorando di essere totalmente debitrice alla “loro” intelligenza della possibilità di esistere e quindi di pensare.
Le cellule vegetali avevano una consapevolezza a noi del tutto sconosciuta, tutti gli organismi, compreso i nostri, sapevano quello che le nostre menti ignoravano del tutto.
Quando sul lungotevere romano, passo di fronte a quello stupida costruzione moderna che funge da contenitore dell’Ara Pacis, penso tristemente alla schizofrenia umana, alla ragione per cui quel manufatto artistico è stato realizzato; i magnifici bassorilievi che la decorano sono un insulto alla memoria degli animali che sono stati sgozzati e sacrificati su quello che altro non è che il banco di marmo di una macelleria, uno stupendo monumento all’ignoranza, alla presunzione e alla crudele supponenza della perversa mente umana. Ma non vedo e non sento persone riflettere su questo, né i romani antichi, così intelligenti e razionali riuscivano a compensare con la ragione le loro angosce, invece preferivano seguire i loro incubi e le loro mostruose falsità mitiche per acquietarle nell’oblio della vera ragione, con pratiche tanto crudeli quanto assurde.
Questi ed altri molti esempi sono una dimostrazione dei limiti della ragione, poiché la ragione senza la sensibilità non è la vera intelligenza e comunque non è fra tutte le intelligenze quella superiore…e nemmeno proprietaria e specifica alla specie umana.
Segue. Ennio Romano Forina

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