Un Cappuccino con Latte di Soya al Bar
To My Dearest Friend, Fani Ardelean.
Dimentico sempre qualcosa, ne ricordo mille, ma fra le mille una la dimentico, non c’è nulla da fare e di solito è la più importante.
Vado al centro di Roma, con il preciso scopo di comprare uno dei migliori caffè, al S. Eustachio caffè storico, vicino al Pantheon, materiale per dipingere, pennelli, tele, ma anche per andare nelle librerie. Sono luoghi che vale sempre la pena visitare, non leggo quasi mai libri interi ma singole pagine, parti di qualsiasi libro o argomento che desti il mio interesse, e di solito questo avviene nelle librerie, specie quelle in America che sono più accoglienti, più favorevoli alla consultazione. C’è molto spazio e posti in abbondanza in cui sedersi comodamente e ristorarsi e i commessi si danno da fare moltissimo nell’aiutare i clienti.
Le nostre sono più frenetiche, almeno a Roma, non c’è posto per la calma e la sosta meditativa in questa città, tutto ruota freneticamente nel”touch and go” turistico.
Le “sirene” con i corpi impeccabilmente infilati nei loro sacrali tubini e magliette nere, stazionano all’esterno dei ristoranti e delle trattorie invitando a sedersi per un’aperitivo, un pranzo una cena, e i negozi anche con le loro vestali anch’esse con insostituibili uniformi nere essendo il nero il colore più autorevole, della religione e della legge, anche quella del consumo. Una colazione, un’aperitivo, dunque ma prima ancora di finire sei contagiato dal loro nervosismo e ansia di catturare nuovi clienti mostrata così bene che anche tu lasci mezza colazione o pranzo e te ne vai prima possibile.
Spesso è così anche in amore.
Ma sto dimenticando ora di parlare di quello che dimentico sempre; quella stupida, singola cosa più necessaria delle altre che resta nell’oblio della memoria ma che è quella che serve di più, più di tutte le altre. Distrazione, certo, forse dimentichiamo e trascuriamo le cose più importanti proprio perché “sono” le più importanti.
Dunque, stamattina sono uscito di casa, con la netta sensazione di aver dimenticato qualcosa, allora ho guardato con ansia mentre ero in macchina con il motore avviato: le chiavi? no, sono tutte insieme infilate nel cruscotto, lo smart phone? Non se ne può fare a meno, ma lo dimentico spesso, il note-book e le note scribacchiate su un mucchio di pezzi di carta da rivedere? Le penne i carboncini? Gli occhiali da sole e da lettura? Nemmeno, sono nella borsa grande che porto sempre con me per definire una eventuale ispirazione.
No, accidenti, sembra che ci sia proprio tutto quello che mi serve per la giornata, quindi parto, arrivo al centro commerciale ed entro subito, ma stranamente dimenticando di lasciare briciole di pane e semi per i passeri nell’area di parcheggio, come sono solito fare.
Mentre supero l’ingresso, mi rendo conto di non aver eseguito questo rituale e sento un lieve turbamento, ma niente di più. Il ristorante è pieno di gente, sono tutti lì come sempre, vociferano, si destreggiano in acrobatiche evoluzioni fra forchette e cellulari video games e sms, grandi e piccoli, nelle loro espressioni di nevrotica socialità, ma in quel momento mi sembrano come fantasmi, grigi e inconsistenti, e non ho sensazioni, ricordi, impressioni di simpatia e curiosità, allora sono percorso da un brivido quasi glaciale, mi fermo come sospeso nella nebbia e sento un forte impulso di guardare dentro, dentro di me, introspezione,eseguo e vedo un vuoto, una voragine ed una assenza fuori e dentro me e finalmente mi rendo conto, di aver dimenticato l’anima a casa.
Dunque, in preda all’ansia torno alla macchina e guido velocemente verso casa, per riprendermela prima che possa volare e finire chissà dove, lasciandomi senza.
Apro la porta, entro di corsa senza fiato e, respiro di sollievo, la ritrovo, proprio lì sul divano dove ho passato l’intera notte a dormire un po’ e riflettere, ma non a sognare.
Se ne sta bella sdraiata con i gatti come durante la notte, non l’hanno graffiata, come il divano nuovo ridotto a brandelli, è intera, tra i plaid e gli sguardi sornioni di Letizia, Ciuffetta e Martino che si sono sdraiati sopra a lei e tutti insieme se ne stanno beati e compiaciuti.
Tra le pieghe e i risvolti dell’anima, posso vedere affiorare anche tutte le nostalgie, le aspirazioni e i ricordi persi e lontani nel tempo o nello spazio, e prima di indossarla di nuovo, mi accorgo che ancora avvolto nella parte nuova c’è lo sguardo limpido dei tuoi occhi di giada. Ennio Romano Forina
Bello e intenso, ciao Ennio
Ciao Simona, e grazie. Non ho ancora finito di scrivere il testo delle parole che voglio dedicarti. Era una bozza di prosa poetica e non solo…
Aspetto 🙂
Visto il nuovo post sugli alberi?
Non l’ho letto, leggo quando ho più tempo, a presto, ciaooo
Visto che ci sei, ho scritto una poesia dedicata a te. se ti piace la pubblico…
Appari sempre così e poi e scompari
come un folletto dalle diafane
ali argentate vibranti di luce
uscendo in volo dal tuo sognante mondo
per versare la polverina magica
delle tue più intime emozioni
tutti i tuoi nostalgici pensieri
su una carta che sembra priva di colori.
Ma tu sai che ho attraversato
il velo di mistica foschia
che nasconde il passaggio
al regno dei tuoi sogni
dove dormi avvolta
in una foglia smeraldina
dissetandoti di limpida rugiada
e gustando bacche intrise di rubino.
Ho visto che tutti i tuoi vividi colori
sono proprio lì, custoditi dentro
la tua dolce anima bella
tutto l’arcobaleno è dentro te al sicuro
ma non lo fai vedere fuori
per paura di sbiadire i suoi colori
o che un improvviso, forte vento
lo trascini via da te.
Così ogni tanto accendo versi
in questo bosco oscuro
che io e te conosciamo bene
e aspetto che tu, come una falena
attratta da una luce che non brucia
vieni a visitare i miei pensieri
e mentre voli intorno e indugi
tendo la mano per invitarti
a posarti sulle mie dita
tese e aperte come il calice di un fiore,
allora dispettosa le sfiori solo appena
e con un guizzo ti allontani veloce per svanire
in una scia di magica, dorata polverina.
Ma so che prima o poi
ti poserai sulle mie mani e sulla fronte
e vorrai fermarti per un po’ accanto
nel velluto blu trasparente della notte
a contemplare il mare e rider con le stelle.
è stupenda, troppo per me non la valgo 😉
Meriti questi versi e altro credimi, si sono scritti da soli, e spero davvero che ti abbiano trasmesso vibrazioni benefiche.
È un mio omaggio alla tua sensibile anima. Puoi conservare la poesia o pubblicarla è tua. Semmai dopo la rivedo e la pubblico anche sul mio sito di poesia che forse non hai visitato ancora che comunque contiene quello che pubblico anche sul sito principale ma ci sono anche i dipinti, tutto caos da organizzare. Ti dò il link: https://versidilunapieni.com/
Grazie Ennio, se la pubblichi tu poi faccio reblog casomai se vuoi 🙂
Va bene, lo farò più tardi con più calma spero. Per essere sicuro che sia senza imperfezioni di stile. Quella che ti ho mandato è la stesura di getto scritta in pochi minuti.
ok grazie