Nascondino era il gioco che amavo di più
da piccolo uomo perché era la metafora
di quello che avrei dovuto affrontare nel mio futuro.
Gli altri giochi erano eccitanti
almeno quelli che facevamo noi
prima dell’era della generale idiozia elettronica,
giocavamo con i nostri corpi,
giochi fisici, lottavamo,
ci sfidavamo nella polvere e sui prati,
ci arrampicavamo sugli alberi e sulle rocce.
Ma i giochi che i giovani uomini amavano
di più erano quelli che imitavano le battaglie,
tutte le competizioni, come il calcio
un vero surrogato di guerra
ma quelli non sono mai stati dei veri giochi,
e nemmeno ora lo sono, anzi nei momenti di pace relativa,
i giochi di guerra sono quelli più di successo
perché la guerra è in noi
e tutti la seguono e tutti partecipano per una banda
o un esercito, piccolo o grande che sia,
consacrandosi ad un simbolo, un colore o un luogo
come è sempre stato e sarà e niente più di quello.
Il nascondino invece era un gioco incruento
dal quale si imparava che nulla è certo
negli eventi che sarebbero seguiti per ciascuno di noi
nell’abituarsi che quello che è reale in un momento
può sparire improvvisamente
e diventare solo un ricordo il momento successivo,
ma il Vero non è quello che accade al di fuori di noi
solo ciò che si vuole che sia vero,
sarà vero anche se non si realizza.
ORA MI VEDI…ORA NON MI VEDI PIU’
Ed è solo un altro gioco a nascondino
quando sulla porta della mente appari
stando come una selvaggia puledra
scalpitante e fremente
pronta a fuggire al galoppo sfrenato
più veloce della fine di un sorriso
come vedo nella mente l’altro mistico incanto
sparire dai tuoi soffici occhi scintillanti.
”Ecco, ora mi vedi, ora non mi vedi più,
solo un momento prima di volgerti via
e correre a infilarti nei nascondigli della tua anima.
Ma nel gioco senza fine che diverte tutti i bimbi
quelli che cercano e quelli che si nascondono
non possono essere sempre gli stessi
devono scambiarsi i ruoli,
è nelle regole del gioco, come nella vita,
nessuno può nascondersi sempre
e nessuno può cercare per sempre,
anche se sembra che in questo nostro strano gioco
io sono sono stato il cercatore senza fine
e tu quella che senza fine si nasconde,
nelle segrete stanze della tua anima
che cela tutti i tuoi sentimenti imprigionati.
Verrò a cercarti sempre in questo infinito
gioco a nascondino
per fare tana libera tutti i sentimenti
ma io non ho la chiave
per aprire tutte le tue serrate porte.
Il nascondino è il gioco della libertà
di correre via, di allontanarsi,
per poco tempo o sempre,
ti insegna a perdere ciò che ti è più caro
ma ti sfida anche a ritrovarlo se davvero vuoi.
Così le mie parole ancora cercano le tue
perse in nascondigli troppo distanti.
Ed ora è il tuo turno di assecondare me
se ancora resto qui a scriverti e inviarti
queste mie cercanti parole
nei recessi rifugi della tua anima,
Ennio Romano Forina