Ancora una volta…
I popoli che continuano a celebrare gli antichi rituali senza chiedersi come e perché siano diventati tradizioni irrinunciabili sono quelli che agiscono senza riflettere e senza la riflessione profonda della giustezza vera delle loro azioni non saranno mai né consapevoli né saggi. Non c’è nessuna ragione religiosa o culturale vera che giustifichi l’uccisione degli agnelli e capretti nelle primavere moderne. L’agnello sacrificale è diventato un rito partendo da una ragione “pratica” poiché i pastori dei tempi antichi non avevano la capacità di gestire delle greggi troppo numerose e quindi, come del resto accade in altre specie viventi, uccidevano i cuccioli nati in eccesso e ovviamente li mangiavano così da avere il controllo ottimale di una gregge proporzionata alle loro possibilità e al tempo stesso disporre di cibo facile per il loro sostentamento. Dopodiché l’evento della nascita dei cuccioli è stato come altre cose naturali distorto ed inglobato nei miti religiosi assumendo una connotazione simbolica e arbitraria di sacralità. Ma perché mai un essere supremo dovrebbe aver bisogno del sangue delle sue proprie creature? Semmai il contrario, vorrebbe che esse fossero curate, protette e rispettate. Oggi gli agnelli non nascono per un processo naturale, si fanno nascere per forza e si uccidono in enorme numero non per necessità di mantenere gli equilibri naturali ma per consentire agli allevatori di fare ricchi profitti con la loro sofferenza, riempendo la pancia dell’ignoranza ed insensibilità popolare con il loro sacrificio, le loro carni e la sofferenza sia dei cuccioli che delle loro madri e per acquisire con questi profitti, beni superflui non necessari alla sopravvivenza. Non c’entrano le tradizioni né le religioni ma lo sfruttamento barbaro di usanze barbare indegne di una società umana che si dichiara civile ed evoluta ma che è ben lontana dall’esserlo veramente.