A Cesare si può dare quel che è di Cesare, ma tutto ciò che vive non dovrebbe appartenere a nessuno, se l’animale umano fosse veramente dotato di quella sua sedicente superiorità mentale e morale rispetto agli altri animali. Ma non è così, al contrario, nei millenni ha per lo più costruito sistemi e definito leggi che santificano e legittimano le sue efferate predazioni, mentre quelle dei veri predatori per costituzione, le chiama atti bestiali. Non so se la notizia del pignoramento degli animali di affezione possa essere vera o verosimile, certo se non lo è sarebbe auspicabile una pronta smentita da parte dell’ente direttamente interessato. Tuttavia, in questo clima di parossismo burocratico-fiscale e brutale follia collettiva, tutto può avere la consistenza della realtà più terribile. Del resto, cosa non è accaduto soltanto nel secolo scorso? È forse cambiata l’umana gente, sono veramente migliori i popoli, i governi, le classi che detengono i poteri? Sono cambiati gli obiettivi, le aspirazioni, i princìpi, la sensibilità e gli ideali? Per molti individui, molti di noi almeno, il sentimento per gli animali e specialmente quelli che sono loro compagni di vita, è l’ultima spiaggia di libertà affettiva privata non quantificabile e non alienabile da nessun parametro contabile. Per molti di noi è l’espressione dell’amore reciproco più disinteressato e sincero che vi sia e se Cesare volesse davvero esigere anche questo amore e questa vita, oltre alla sua effige, allora quello vorrebbe dire che tempi molto, molto, molto cupi, si stanno avvicinando ai nostri orizzonti.